Club dell’Aquila. La voce di un seminarista al Convegno sul Sinodo sui giovani e la fede
/in Cultura Vocazionale, Vita dei Club/da Serra Club ItaliaPubblichiamo qui di seguito l’intervento di Luca Capannolo, semininarista dell’Arcidiocesi dell’Aquila, presso il Seminario Regionale Pontificio S. Pio X di Chieti, in occasione del recente incontro organizzato dal Serra Club dell’Aquila su “Il Sinodo, i Giovani e la Fede”.
Il presente testo vuole proporsi come un semplice accompagnamento esplicativo delle slides presentate al convegno “Il Sinodo, i giovani e la fede”, organizzato dal Club Serra di L’Aquila il 12 aprile 2019. ... Continua a leggere
I PARTE. LA DIFFERENZA (slides 1, 2)
La differenza è una delle costanti del pontificato di papa Francesco. Sulla scia di numerosi teologi del secolo scorso quali O. Cullmann, H. U. Von Balthasar e attuali come la catalana T. Forcades, il termine è stato scardinato da qualsiasi pregiudizio e, vinta ogni reticenza, promosso a profondo identificatore teologico. Papa Francesco, provenendo da un paese caratterizzato da vistose diversità e influenzato da una cultura ancor più diversificata, ha ereditato pienamente questa nuova sensibilità al differente, facendo della diversità una nuova opportunità di crescita e occasione di miglioramento. La diversità quindi è stata riscoperta come categoria teologica.
Dio infatti nella sua uguaglianza e consustanzialità è anche distinto, o meglio, diverso. Nella sua natura contempla anche una diversità: il Padre non è il Figlio e lo Spirito, il Figlio non è il Padre lo Spirito e lo Spirito non è il Padre e il Figlio. Lo Spirito poi è il Garante di questa tanto cara diversità (slide 3).
Di conseguenza anche la Chiesa, che è riflesso trinitario, eredita questo insieme di caratteristiche. La Chiesa è di per sé diversa e differente, al suo interno la varietà arricchisce e vivifica il corpo dei credenti; di contro l’omologazione è un rischio continuamente presente e può nascondersi anche sotto categorie ed etichette buone “cattolicità, romanità, unicità, uniformità” (slide 4)
La diversità in ultimo è un privilegio umano, è un dono che Dio ha riservato agli uomini e che solo questi riescono a cogliere a pieno. Gli animali, pur differenziati in specie, gruppi e famiglie, non sanno di essere diversi l’uno dall’altro. La diversità umana è una ricchezza da gustare a pieno, da amare e tutelare. Allontanando ogni spettro di stupido e anacronistico razzismo, bisogna invece riconoscere l’apporto che l’altro con e nelle sua diversità può dare a ognuno di noi. Tutti contribuiscono alla costruzione degli altri con la loro diversità, con la loro originalità. (slide 5)
II PARTE. LA DIVERSITÀ DEI GIOVANI. (slide 6)
I primi recettori e fruitori della ricchezza della diversità sono i giovani. Il giovane è colui che vive e respira un mondo ai suoi occhi sempre in continuo cambiamento. Cerca e apprezza le diversità dell’attimo, del momento, di ogni giorno. I giovani vivono molte diversità: biologica;
psicologica-umana; culturale; economica; differenza di gestione del tempo e dello spazio; diverse prospettive e progetti. (slide 7)
I giovani quindi per l’apertura spontanea e innata al diverso, insita nella loro stessa natura, sono soprattutto un luogo teologico. Questo riconoscimento non è assolutamente scontato, ma è una presa di coscienza, frutto di una rinnovata attenzione per la gioventù e il loro mondo. Non è stato scontato per i giovani essere promossi a luogo teologico, basta pensare alle grandi difficoltà e lungaggini dei processi di canonizzazione per i giovani santi. I giovani sono essenzialmente anche un luogo non clericizzato dove poter condurre il processo di discernimento. (slide 8)
I giovani in quanto luogo teologico si confermano anche come luogo di presenza, di una presenza attiva e continua di Dio. Anche Gesù è stato giovane (slide 9) e, come ci ricorda il papa nella ChV 22,23, ha vissuto tutto il periodo della giovinezza a pieno. Insieme a luogo di presenza i giovani sono anche profezia perché in essi è presente il germe di quello che ancora non c’è e perché il loro mondo è tutto proiettato al futuro (slide 10)
Alcune differenze mettono in luce però delle criticità profonde, si rivelano assolutamente non buone non perché lo siano in se stesse, ma perché sono l’effetto di un’ingiustizia e della mancanza di equità: questi punti di crisi coincidono principalmente con differenze demografiche, geografiche, sociali ed economiche, culturali. (slide 11, 12, 13)
III PARTE. LE DIFFERENZE/OPPORTUNITÀ CHE VIVONO I GIOVANI.
1) Pluralità del mondo. Concentrandosi sulle tante diversità buone, che tornano a dare forza e vita alla Chiesa, prima di tutto bisogna sottolineare la pluralità del mondo: un mondo declinato al plurale, un mondo fatto di tanti noi, ognuno distinto dall’altro ma in stretta rete con l’altro. Il Sinodo riconosce pienamente la ricchezza delle diversità di culture perché posto a servizio dello Spirito. (slide 14)
2) Uomo/donna. Un’altra importante differenza che viene ricordati dai Pp. Sinodali è quella tra uomo e donna. In un contesto di ibridazione di genere, ribadire la distinzione sessuale non solo anatomica, ma anche umana, psicologica è un dovere fondamentale della Chiesa. La differenza quindi viene vissuta come vocazione alla vita reciproca e alla cooperazione. (slide 15)
3) I migranti. Una delle diversità del mondo attuale, forse anche la più urgente e visibile, sono senza alcun dubbio i migranti. Quest’ultimi sono assunti a paradigma, o meglio la loro
accoglienza e l’integrazione vengono assunte a elemento di verifica della civiltà di un popolo. Molti migranti sono giovani ‘differenti’, vengono da paesi ‘differenti’, hanno sogni ‘differenti’ e possono arricchire le società che incontrano in mille modi ‘differenti’. (slides 16, 17) Il papa lancia un appello ai giovani affinché non si lascino sviare da quanti cercano di diffondere idee xenofobe e contrarie all’umanità. (slide 18)
4) Rapporti familiari. La quarta differenza vuole analizzare invece i rapporti familiari fatti di differenze cooperanti, comunicanti, amanti. Il padre è diverso dalla madre e la madre è diversa dal padre ed entrambi sono differenti dai figli e, ancor più, dai nonni. I Pp. riconoscono la ricchezza dei singoli membri della famiglia e il loro apporto alla formazione e consolidamento della stessa. Un doveroso ricordo è riservato ai nonni e alla ricchezza del loro insegnamento, soprattutto verso le nuove generazioni. (slide 19)
5) La bellezza dell’essere donna. Anche la particolarità dell’essere donna viene presa in forte considerazione. Il riconoscimento dell’essere donna, come differenza, è anch’esso una conquista recente maturata nella sofferenza, nella lotta per il riconoscimento dei diritti e, in maniera ancor più definita, nella compagine femminista, un fenomeno positivo che però non è stato immune da eccessi e visioni non moderate. La differenza di essere donna oggi è stata riscoperta. (slide 20) La chiesa dal canto suo e i giovani chiedono di trovare attuazioni per tutelare questa preziosa differenza (slide 21). Il modello di diversità per eccellenza è proprio Maria, la prima grande differente (slide 22).
6) Corpo e sessualità. Una delle differenze che più deve essere tutelata è quella del corpo e della corrispondente sessualità. Attualmente esistono molte opzioni differenziate di concepire il proprio corpo e di conseguenza la sessualità. Si affacciano sempre più concezioni particolari come transcorporeità, transumanità. La Chiesa ricorda la bellezza della differenza sessuale e la ricchezza insita nei due sessi, maschile e femminile, cooperanti e coadiuvanti. (slide 23).
7) Differenza religiosa e culturale. In un mondo che cambia la differenza religiosa e il pluralismo culturale sono una realtà onnipresente, spesso però vittima di forti pregiudizi e stereotipi. (slide 24) Essi invec possono essere una grande possibilità di sviluppo e crescita comune. Il confronto con l’altro rinvigorisce la propria fede e favorisce una rinnovata apertura all’altro, alla differenza (slide 25, 26)