XVI Concorso Scolastico Nazionale “Serra International Italia”. LA FEDE E’ … COME SE VEDESSIMO L’INVISIBILE
/in Attività, NewsE’ stato reso pubblico oggi il bando del Concorso Scolastico Nazionale del Serra International Italia, giunto alla XVI edizione.
Il tema, ispirato a quello della 56° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, è “LA FEDE E’ … COME SE VEDESSIMO L’INVISIBILE”.
Per maggiori informazioni, per conoscere le tracce e scaricare il bando visita la pagina web.
Club Genova Nervi. Passaggio di consegne e riflessione sulla “Christus vivit”
/in News, Vita dei ClubL’incontro conclusivo del Genova Nervi è stata l’occasione per il passaggio di consegne tra la Presidente uscente, Gabriella Mazè, e quello subentrante, Giacomo Righi.
Come da tradizione il Club ha invitato, all’incontro di fine anno, il Preside della locale Facoltà di Teologia, don Davide Bernini. E pure quest’anno i Serrani hanno apprezzato la sua profonda preparazione biblica e la capacità di sintetizzare i contenuti di un documento articolato come la Christus vivit . Si tratta dell’ esortazione apostolica che, dopo il Sinodo di ottobre, il Papa ha rivolto ai giovani e al popolo di Dio (la riflessione sui giovani interpella anche gli adulti).
Don Davide ha preliminarmente richiamato l’episodio del giovane ricco, che vuol conoscere Gesù. ... Continua a leggere
Con sottile analisi psicologica, il relatore ha rimarcato che il testo coglie l’entusiasmo del giovane:“Mentre usciva, … un tale gli corse incontro e gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: …” (Mc10,17). Marco sembra suggerire che il giovane ha desideri e passioni, sa sognare e ha un obiettivo molto alto: la vita eterna, che non è solo il superamento della barriera della morte, ma include il concetto di vita in pienezza, cioè che riempie e da’ gusto alla nostra esistenza.
Gesù gli propone subito l’ambito etico, richiamando il decalogo (“non uccidere, non commettere adulterio, …”). E aggiunge il comandamento di non frodare, forse per sottolineare che i pubblicani, nell’esigere tasse onerose, frodavano la gente. C’è poi la curiosa omissione dei primi tre comandamenti. Il percorso etico, ha notato il relatore, non ha una connotazione confessionale: anche persone e gruppi non cristiani si impegnano nel volontariato e si comportano in modo onesto.
Ma l’orizzonte etico non basta. Il giovane, pur essendosi sempre comportato in modo corretto, non si sente appagato. “E allora Gesù, fissatolo, lo amò”: in realtà il giovane è amato prima che risponda al programma radicale che Gesù gli propone. Quindi, non in quanto ha iniziato a seguirlo. E’ un amore che precede l’eventuale risposta positiva e mette in conto la delusione del rifiuto.
Gesù, dicevamo, non richiama esplicitamente il primo comandamento (“amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, …”, Mc 12,30), ma, dopo aver fissato e amato in quel modo il giovane ricco, gli dice “Una sola cosa ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi” . Nella sequela di Gesù è riassunto il comandamento dell’amore. Ma l’esito dell’invito è deludente (unico caso, nel vangelo, di mancata sequela): avendo molti beni, il giovane si rattristò per quelle parole e “se ne andò afflitto” (Mc 10, 21-22).
Pur avendo alte aspirazioni, quindi, il giovane ricco evidenzia l’incapacità di distaccarsi dai beni materiali. Anche oggi in molti giovani constatiamo delle tristezze, causate dalle loro fragilità. Gesù non ha lanciato un’invettiva contro la ricchezza e, d’altra parte, di per sé la miseria non è un valore. Se mai, il rischio è quello dell’autosufficienza, cioè credere di non avere bisogno né di Dio, né degli altri. Ma quando i discepoli chiedono chi potrà salvarsi se la ricchezza implica il rischio di perdersi, “Gesù, guardandoli, disse: impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio!” (Mc 10, 27).
La salvezza non è conquista, ricompensa, ma gratuità, che ricevo affidandomi. C’è il rischio della solitudine, invece, se mi arrocco (mi chiudo in camera) e ho paura di investire con gli altri. Gesù accetta la sfida della mia libertà, il rischio che non lo segua. E tuttavia sant’Agostino, commentando quel rifiuto, ipotizzò che, dopo sofferta riflessione, il giovane abbia seguito Gesù..
Passando all’esortazione apostolica, don Bernini ha osservato che l’incipit (Christus vivit) richiama l’Exultet[1], il canto della Veglia pasquale nel quale viene proclamato che Christus vivit, in quanto “Cristo è risorto”. E’ ciò che viene detto alle donne che vanno al sepolcro a profumare il suo corpo: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato” (Lc 24, 5-6).
Riaffermando in modo netto che Christus vivit, Francesco rimarca che Gesù non è una figura del passato, magari un maestro capace di segnare la nostra esistenza. Né può essere ridotto a un mero esempio, a un modello. Egli è molto di più, è l’Incontro vivo: “Lui vive e ti vuole vivo” (n.1).
Il documento pontificio è indirizzato ai giovani (non solo a quelli degli oratori), ma merita di essere letto da tutti. La giovinezza non è un Assoluto, ma un orizzonte da avere nel cuore, un periodo da vivere in modo ricco: “Voi siete l’adesso di Dio” titola il capitolo terzo: i giovani non sono “il futuro del mondo: sono il presente, lo stanno arricchendo con il loro contributo” (n. 64).
Non dovete crogiolarvi nel giovanilismo (segno di immaturità), aggiunge il Papa. A questo adesso che bussa alla porta, devi saper rispondere, valorizzando la chiamata di Dio. E sapendo che sei nato come originale, ma rischi di finire la vita da fotocopia. Come ha rilevato Jacques Maritain, il grande filosofo francese molto stimato da Paolo VI, l’uomo tende a chiedersi: Chi sono? . Ma la domanda giusta, che supera l’individualismo e allarga l’orizzonte della vita, è: Per Chi sono?
Nel libro Le paysan de la Garonne, Maritain sottolinea che la prima constatazione, anche da parte dell’uomo più laicista, è che “la vita non me la do!”, ma viene da Qualcun altro. E per continuare la vita che ha ricevuto, il bambino ha bisogno che qualcuno si occupi di lui (i genitori, di norma). Con l’età della ragione, dovrebbe poi imparare a chiedersi “per Chi sono io?”.
E’ la spiritualità di sant’Ignazio, cara al papa gesuita: in essa ha grande rilievo il discernimento, grazie al confronto con gli altri, ma anche la solitudine e il silenzio, ormai così faticosi da raggiungere. Il confronto, oggi, è virtuale, non diretto, mediato da mail e social media (Facebook): la dimensione del silenzio viene così eliminata. Nei luoghi di socializzazione, ad esempio in autobus, troviamo giovani che non parlano mai, ma sono assorti e rapiti davanti al cellulare.
Nel cap. 6 (Giovani con radici), Francesco evoca l’immagine dell’albero giovane che, se non ha salde radici, rischia di più rispetto agli alberi maturi (e radicati). Il testo non è un manuale di pastorale giovanile, ma sottolinea l’esigenza di una comunità che aiuti a scoprire le radici, cioè sappia mostrare al giovane che non è lui a vivere per primo, ma è un continuatore.
Al fine di mostrare il percorso più adatto per la crescita, vengono suggeriti, non solo i consueti momenti formativi, ma incontri di ascolto e di preghiera. Tutto ciò può essere decisivo per condurre il giovane a Cristo e alla Chiesa. (n. 207), con un cammino da fare insieme. La stessa Christus vivit è frutto della lunga preparazione del Sinodo dei giovani e dei suoi successivi sviluppi.
Nel cap. 8 (La vocazione), il Papa si sofferma sulle vocazioni a una consacrazione speciale. L’incontro personale è il più fecondo, ma la comunità dei giovani può ampliare l’orizzonte (non basta il prete amico e la catechesi ufficiale). Il Papa parla con cuore di padre, che infonde fiducia: non è ottimismo buonista, ma desiderio di sostenere i giovani nei loro sogni e ricerche (di senso).
Sergio Borrelli
[1] Come è noto, l’ Exultet proclama la vittoria (simbolizzata dal cero pasquale) della luce sulle tenebre, cioè annunzia la Risurrezione. Iniziando con questo verbo, il canto invita a esultare per il compimento del mistero della salvezza.
Club di Livorno. Una annata speciale per i 40 anni della incorporazione
/in Primo Piano, Vita dei ClubPassaggio di consegne a Taranto
/in Primo Piano, Vita dei Club
Un mese di giugno impegnativo e festoso quello che ha visto riunirsi più volte i serrani del Club di Taranto per concludere in bellezza il ricco biennio della Presidente Maria Cristina Prampolini Scapati. Incontri al caminetto nella familiarità della sua casa e all’esterno per far conoscere ad un pubblico più vasto l’azione serrana.
Particolarmente intensa e ricca di interventi la serata dedicata al concorso “Penna dello spirito” che ha visto impegnate le professoresse Anna Duma e Rosaria Liuzzi nel commento della terna proposta dalla Biblioteca Nazionale. Sul tavolo “La prima generazione incredula” di Armando Matteo, “I giovani, la fede e la Chiesa” di Mariangela Di Vagno e “Dio c’è …per davvero?” di Maurizio De Sanctis, tre libri uniti da un sottile filo rosso: la ricerca di Dio dall’incredulità alla testimonianza. Un confronto appassionato sul tema della vita di fede per i millenians, vista con gli occhi di adulti che hanno vissuto la generazione del “sessantotto” e sono stati testimoni di un progressivo sgretolarsi della vita vissuta intorno e nella parrocchia. Il divenire chiede nuove forme di comunicazione e di testimonianza e pone nuovi interrogativi sul come indicare la strada. Difficile la scelta nella terna poi conclusasi con l’indicazione del testo di Armando Matteo, ma dalla ricchezza del dibattito è scaturita la necessità di un approfondimento da fare proprio con i giovani, nelle classi, nel prossimo anno. Uno spunto anche per una diversa metodologia del Concorso scolastico.
Altro momento d’incontro assai festoso è stato quello dedicato al passaggio di consegne fra Maria Cristina Scapati e Mimmo Chiffi. Nell’incantevole scenario del Circolo Ufficiali di Marina di Taranto, una serata all’insegna della cordialità e del buon gusto che la Presidente aveva organizzato nei minimi dettagli. Tanti gli ospiti e gli amici a cui il Serra si è presentato con la veste gioiosa della convivialità che nasce dal cuore. Attenzione a ciascuno e bellezza dell’insieme, questa la cifra che ha caratterizzato non solo questa serata ma l’intero biennio di Maria Cristina.
Nella breve sintesi del percorso attuato la Presidente ha messo in evidenza i temi forti affrontati dall’eutanasia, all’ecumenismo, al rapporto con i giovani, ma innanzitutto ha sottolineato lo sforzo corale del Club per donare al Seminario Minore, oggi anche Casa per i sacerdoti anziani, una Cappella per la spiritualità serrana. Fortemente voluta dal nostro Cappellano don Francesco Maranò, sarà a breve completata ed inaugurata dall’Arcivescovo Filippo Santoro.
Il testimone passa ora a Mimmo Chiffi, imprenditore ed artista, dal forte carisma salesiano.
Maria Silvestrini
Chiusura anno sociale del Serra Club di Matera
/in Vita dei ClubIl 29 giugno, si è svolta a Matera la chiusura dell’anno sociale 2018/19 del Serra Club Distretto n.73 di Puglia e Basilicata.
La Santa Messa è stata celebrata dal Cardinale Angelo Amato, da Monsignor Giuseppe Caiazzo, da don Francesco Gallipoli e Don Ennio Tardioli, don Valerio Latela, nella suggestiva Chiesa di San Giovanni.
Il Cardinale Angelo Amato , Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi è stato attivamente implicato nella canonizzazione del francescano spagnolo Junipero Serra, voluta e compiuta da Papa Francesco il 23 settembre 2015. Junipero è una delle figure storiche più conosciute in California ; dinamico evangelizzatore dei numerosi gruppi di nativi americani rispettandone e difendendone identità e cultura in armonia con la luce del Vangelo.
Dopo la Santa Messa la famiglia serrana si è riunita in un’agape fraterna presso l’Hotel San Domenico dove è avvenuto il passaggio delle consegne dal presidente uscente Gabriele Draicchio al nuovo presidente Salvatore Milanese, con l’augurio da parte del cappellano del Serra, Don Ennio Tardioli, di portare avanti l’impegno nella Chiesa con la preghiera e col sostegno alle vocazioni, che trovano ragion d’essere nell’Eucarestia.
Un bilancio positivo dell’anno sociale giunto al termine, nel quale non sono mancati momenti di comunità sociale: dall’incontro con il Villaggio del fanciullo, alla veglia pasquale presso il Santuario della Madonna di Anglona a Tursi, all’incontro con i soci del club di L’Aquila al Santuario di Collemaggio e , per finire, all’incontro- dibattito tra gli studenti dell’I.T.C.G Loperfido e la dirigente professoressa Carmela Gallipoli e il vescovo, sul tema ‘La Chiesa una sfida per i giovani e i giovani una sfida per la Chiesa’.
Si è vissuto insieme nella fede e nel senso di appartenenza a Cristo nei luoghi quotidiani del vivere in modo da integrarsi con la vita reale mediante una presenza discreta, rispettosa, solidale e consolatrice.
Margherita Lapergola
Cerignola in ritiro spirituale
/in Club, Primo Piano, Vita dei ClubIl 25 giugno il club di Cerignola ha vissuto un momento di elevata spiritualità a Monte Sant’Angelo presso il Santuario di S. Michele Arcangelo, meta scelta e privilegiata dal nostro Cappellano, don Gianluca Casanova.
Tornare nella imponente grotta calcarea dove lo stesso Arcangelo ha consacrato quel luogo rendendola una Basilica Celeste, ha suscitato in tutti noi una profonda emozione predisponendoci a vivere intensamente una giornata indimenticabile.
I padri Mikaeliti, custodi di questo “Tabor delle Puglie”, ci hanno accolto amorevolmente ospitandoci nella sala riunioni, dove don Gianluca , partendo dal discorso di Papa Francesco sul carisma serrano, ci ha sapientemente guidati in una profonda riflessione sul significato dell’amicizia incondizionata che i serrani rivolgono a sacerdoti e seminaristi .
Subito dopo abbiamo partecipato alla Celebrazione Eucaristica nella suggestiva grotta in cui S. Michele, con le sue apparizioni, fa sentire costantemente la sua presenza. Abbiamo ricordato Francesco, il giovane foggiano vittima di un terribile incidente durante la notte bianca nella capitale, e abbiamo pregato chiedendo a S. Michele di custodirlo fra i suoi angeli.
Dopo la Messa è iniziata la parte decisamente culturale del percorso : abbiamo visitato il museo accompagnati da Enrico , una guida estremamente competente che ci ha coinvolti nelle sue descrizioni riportandoci , con i suoi racconti, al V secolo quando quell’immensa grotta che nell’ età greca e romana era stata un tempio dedicato a divinità pagane, è stata teatro di fatti miracolosi culminati con le apparizioni di S.Michele tanto da portare il Vescovo di Siponto, S. Lorenzo Maiorano, ad ordinare la costruzione di una chiesa, dinnanzi all’ ingresso della grotta, che venne dedicata all’ Arcangelo Michele .
L’ottimo pranzo e la passeggiata intorno al Santuario, hanno concluso una giornata veramente speciale, vissuta fraternamente nella serenità del clima serrano.
Milena Caldara
A Roma per il Forum dei Giovani
/in Cultura Vocazionale, Vocazioni«Voi siete l’oggi di Dio, l’oggi della Chiesa! Non solamente il futuro, no, l’oggi. O ve la giocate oggi, o perderete la partita». Così papa Francesco si rivolgeva sabato scorso ai molti partecipanti dell’XI edizione del Forum internazionale dei giovani, tenutosi a Sassone di Ciampino, nei pressi di Roma, dal 19 al 22 giugno, sul tema «Giovani in azione in una Chiesa sinodale» e promosso dal “Dicastero per i laici, la famiglia e la vita”. 246 i ragazzi tra i 18 e i 29 anni che hanno partecipato, in rappresentanza di ben 109 Paesi e di 37 comunità e movimenti ecclesiali. L’incontro è stato voluto per riflettere sull’impatto, a nove mesi di distanza, del Sinodo nelle Chiese locali, alla presenza del cardinale Kevin Farrell, prefetto del «Dicastero per i laici, la famiglia e la vita». Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, invece ha richiamato l’attenzione sulla bellezza di quello che è stato il Sinodo: «Nel tempo del Sinodo abbiamo condiviso, abbiamo faticato insieme, abbiamo lavorato insieme, abbiamo gioito insieme per essere Chiesa insieme». Una giornata intera è quindi stata dedicata all’esortazione post-sinodale di papa Francesco «Christus vivit». Alla fine, sabato scorso, i giovani sono stati accolti in udienza dal Papa.
(da catt. ch)
Diventare discepolo di Gesù
/in Cultura Vocazionale, Primo Piano, VocazioniDavanti a una Piazza San Pietro assolata, con temperature che da giorni sfiorano i 40 gradi, il Papa durante l’Angelus domenicale ha dedicato un pensiero a quanti soffrono più di altri le temperature roventi di questo inizio di estate. “In quest’ultimo giorno di giugno – dice papa Francesco – auguro a tutti i lavoratori di poter avere durante l’estate un periodo di riposo, che possa giovare a loro e alle loro famiglie. Prego per quanti in questi giorni hanno patito maggiormente le conseguenze del caldo: malati, anziani, persone che devono lavorare all’aperto, nei cantieri… Che nessuno sia abbandonato o sfruttato”.
La Chiesa sia sempre aperta e vicina ai bisognosi, torna ad ammonire il pontefice che ricorda come Gesù abbia “indicato a noi, suoi discepoli, che la nostra missione nel mondo non può essere statica, ma è itinerante”.
“La Chiesa per sua natura è in movimento – spiega – non se ne sta sedentaria e tranquilla nel proprio recinto. È aperta ai più vasti orizzonti, inviata a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”.
Il Papa torna sulla ‘missione’ del buon cristiano che, chiarisce, non può scegliere Gesù per ‘fare carriera’. Diventarne discepolo è “una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia in estimabile di Dio, e non un modo per promuovere sé stessi. Non per fare carriera – dice il pontefice – non per sentirsi importanti o per acquisire un posto di prestigio”.
“Gesù ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo – prosegue -. Una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura. Proprio come Lui stesso ha vissuto”.
Da Avvenire.it
Angelus Papa del 30 giugno 2019
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