San Miniato. Conviviale Natalizia in Seminario

Si è aperta con la Novena del Natale, al canto del Regem venturum Dominum, la conviviale Natalizia col Vescovo Andrea e i seminaristi. Melodie e canti antichi che riportano la nostra mente ad altri tempi, quando, forse, l’attesa del Natale aveva un sapore diverso, più intimo. La Novena, che si apre col canto delle Profezie, ci ricorda infatti come tutti i profeti nell’Antico Testamento hanno annunciato e atteso la venuta del Signore ed è come se tutta la storia, prima di Cristo, avesse vissuto solo in vista di questo giorno santo, in cui il Salvatore del mondo è venuto alla luce dal grembo di Maria, nella grotta di Betlemme, ridonando speranza al mondo intero.

Dopo la Novena, presieduta dal Vescovo nella cappella dell’episcopio, ci siamo trasferiti nel refettorio del Seminario vescovile per la conviviale. Erano presenti i nostri quattro seminaristi, Tommaso, Federico, Marco e Alfonso, che dopo la cena ci hanno raccontato un po’ la loro attività ed esperienza nelle parrocchie dove svolgono servizio e le prossime tappe verso il presbiterato. Il più vicino di tutti è Federico, già diacono e che dunque nel corso del 2020 sarà ordinato sacerdote. A seguire Tommaso che invece è prossimo al diaconato, già fissato per domenica 16 febbraio p.v. nella chiesa di Perignano.

Il Vescovo ci ha ringraziato per la presenza in Diocesi del Serra Club, che con la sua azione e formazione riesce a coltivare un humus culturale favorevole alle nascita di nuove vocazioni per le quali sempre ci invita a pregare, soprattutto perché – ha detto scherzando – “senza seminaristi non si potrebbero più fare conviviali belle come questa”.

Il presidente del Serra Club di San Miniato, Michele Contino, ha ringraziato tutti donando ai presenti, in ricordo della serata e come segno di augurio, una ceramica col logo del Serra. Era presente anche il Governatore del Distretto 71, Michele Guidi, che nel farci gli auguri, ci ha invitato a continuare a lavorare bene nella nostra diocesi come stiamo facendo da quasi 20 anni.

Alla conviviale ha portato il suo saluto anche il sindaco di San Miniato, Simone Giglioli e il Maggiore Gennaro Riccardi della Compagnia dei Carabinieri di San Miniato.

Un grazie particolare alle Suore “Figlie di Sant’Anna” che ci supportano con dedizione per la realizzazione di questa tradizionale serata natalizia nel nostro Seminario vescovile.

Riccardo Ceccatelli

Santo Natale. Gli auguri del Presidente

Natale

Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

(Salvatore Quasimodo)

Auguri di pace e serenità a tutti voi e alle vostre famiglie.

Enrico Mori

Il Papa invita al cambiamento

Nel tradizionale discorso di auguri natalizi rivolto alla Curia Romana, il papa ha parlato delle trasformazioni in atto nelle istituzioni vaticane, invitando tutti – anche noi serrani – al cambiamento. Riportiamo qui di seguito il discorso in versione integrale.

(Fonte: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2019/12/21/curia-romana.html)

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«E il Verbo si fece carne e pose la sua dimora in mezzo a noi» (Gv 1,14).

Cari fratelli e sorelle,

a tutti voi il mio cordiale benvenuto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano per le parole che mi ha rivolto, e soprattutto desidero esprimergli la mia gratitudine, anche a nome dei Membri del Collegio Cardinalizio, per il prezioso e puntuale servizio che Egli ha svolto quale Decano, per lunghi anni, con disponibilità, dedizione, efficienza e grande capacità organizzativa e di coordinamento. Con quel modo di agire della “rassa nostrana”, come direbbe Nino Costa [scrittore piemontese]. Grazie di cuore, Eminenza! Adesso tocca ai Cardinali Vescovi eleggere un nuovo Decano; spero che scelgano qualcuno che si occupi a tempo pieno di questa carica tanto importante. Grazie.

A voi qui presenti, ai vostri collaboratori, a tutte le persone che prestano servizio nella Curia, come pure ai Rappresentanti Pontifici e a quanti li affiancano, auguro un santo e lieto Natale. Ed agli auguri aggiungo la riconoscenza per la dedizione quotidiana che offrite al servizio della Chiesa. Grazie tante! ... Continua a leggere

Club di Matera. Concerto di Natale alla casa di riposo Brancaccio

‘Christmas Gospel Concert’ e’ il concerto promosso questa mattina nella Casa di riposo Brancaccio di Matera dal Serra Club di Matera, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo “Minozzi-Festa”. Sul palco l’Orchestra della Scuola Secondaria “Nicola Festa” diretta da Raffaele Esposito con il soprano Angela Perrone e il Coro “Voci Bianche” della Scuola primaria.
All’incontro hanno partecipato l’arcivescovo di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo, il presidente del Serra Club, Salvatore Milanese, il parroco di Maria Madre della Chiesa Monsignor Filippo Lombardi, don Ennio Tardioli cappellano del Serra Club e la dirigente scolastica Maria Rosaria Santeramo che, con entusiasmo, ha incoraggiato insegnanti e ragazzi ad esprimere il meglio del loro impegno.
Questi giovani artisti, sotto l’accompagnamento premuroso dell’insegnante Maria Grazia Pisciotta e la guida artistica del maestro Raffaele Esposto, hanno canti natalizi tradizionali in un clima di festa e di comunione fraterna.
Come è noto, il Serra Club persegue l’obiettivo delle vocazioni sacerdotali e la manifestazione di domenica 15 dicembre – condividendo con i fratelli anziani momenti di gioia e di ascolto con belle musiche in attesa della venuta del Signore Gesù – rappresenta forse una strada privilegiata della promozione vocazionale perchè è pura espressione di amore fraterno in Cristo che si concretizza col dono di un sorriso ma che fa sentire veramente tutti figli di Dio.

Margherita Lopergolo

La Congregazione Benedettina Silvestrina

Con la presentazione della Congregazione Benedettina Silvestrina ha inizio il progetto, presentato al CNIS svoltosi a Torino lo scorso ottobre, finalizzato a fare conoscere la ricchezza della spiritualità della vita consacrata, nella radicalità di un incontro d’amore con il Signore. Papa Benedetto XVI ha definito i consacrati sentinelle di luce all’interno del popolo di Dio, che scorgono e annunciano la vita nuova  già presente nella nostra storia. Invitiamo pertanto i Serra Club a voler dare voce agli Istituti Religiosi presenti nei propri territori condividendone, attraverso il portale, la storia, la specificità del carisma, la missione ed anche qualche dato statistico circa la loro diffusione.

Attendiamo il contributo di tutti!!!

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La Congregazione Benedettina Silvestrina, in origine denominata Ordine di San Benedetto di Montefano, è sorta a Fabriano nelle Marche nel secolo XIII a opera di San Silvestro abate, la cui memoria liturgica si celebra il 26 novembre (il 31 dicembre si festeggia San Silvestro papa). Attualmente opera in cinque continenti.

Fondatore

Silvestro nacque a Osimo, una città a metà strada tra Ancona e Loreto, nel 1177. Secondo la tradizione apparteneva alla nobile famiglia dei Guzzolini.

Ancora adolescente Silvestro fu inviato dal padre Gislerio a Bologna per addottorarsi in legge. Dopo breve tempo, però, sentendo la chiamata del Signore, all’insaputa del genitore si applicò allo studio della teologia e della sacra scrittura. Ritornato a Osimo, dovette superare l’ostilità del padre –  che per dieci anni non gli rivolse la parola – prima di poter abbracciare lo stato ecclesiastico e di essere assunto tra i canonici della cattedrale di Osimo.

Ben presto, tuttavia, Silvestro ebbe dei contrasti con il proprio vescovo, che teneva un comportamento non del tutto esemplare e cercava ogni pretesto per privarlo del beneficio canonicale.

Un giorno Silvestro rimase particolarmente colpito dal passo evangelico: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Matteo 16,24) e comprese che tali parole erano dette proprio per lui.

Silvestro rimase anche turbato davanti al sepolcro aperto di un giovane parente da poco defunto, già di bellissimo aspetto e ora in decomposizione, e pensò: «Quello che lui era, io lo sono; quello che lui è, io lo sarò». E presa coscienza della vanità del mondo, nel 1227 lasciò il canonicato e la città natale, ritirandosi a vita solitaria fra i dirupi della gola della Rossa nel territorio di Serra San Quirico in una grotta denominata Grottafucile, dove condusse vita di aspra penitenza e di assidua preghiera, cibandosi spesso soltanto di erbe crude.

A Grottafucile Silvestro accolse i primi discepoli e costituì una comunità monastica sotto la Regola di San Benedetto. Intitolò il suo primo monastero alla Vergine Maria.

Nel 1231 Silvestro fondò un secondo monastero presso Fabriano, in prossimità della cima di Monte Fano, dedicandolo a San Benedetto. Questo cenobio fu scelto dal fondatore come Casa Madre della sua famiglia monastica, che ottenne l’approvazione canonica da Innocenzo IV nel 1248 con la denominazione di «Ordine di San Benedetto di Montefano».

Alla morte, avvenuta il 26 novembre 1267, Silvestro lasciava 12 monasteri e 120  monaci. Le sacre spoglie di Silvestro furono riposte nella chiesa di Montefano, dove tuttora sono conservate in un’urna di bronzo e cristallo.

Subito dopo la morte Silvestro godette di culto a livello popolare, ma il riconoscimento ufficiale della sua santità avvenne dopo più di tre secoli. Fu nel 1598 che, per espressa volontà di Clemente VIII,  il nome di Silvestro venne inserito nel martirologio romano al 26 novembre, dies natalis del Santo, cioè giorno della sua nascita al cielo, alla vera vita, a cui tutti siamo chiamati e verso cui tendiamo: l’incontro definitivo con il Signore.

Con la bolla Sanctorum virorum del 23 settembre 1617 Paolo V riconobbe ufficialmente la santità di Silvestro Guzzolini, fondatore della Congregazione dei monaci silvestrini, insigne per virtù e miracoli, arricchito da Dio di grandi doni spirituali e in particolare favorito del privilegio di ricevere la comunione dalle mani della Beata Vergine.

L’importante riconoscimento segnò il passaggio del titolo del monastero di Montefano da «San Benedetto» a «San Silvestro» e dell’Ordine da «Ordine di San Benedetto di Montefano» a «Congregazione Silvestrina».

Nel 1890 Leone XIII inserì il nome di San Silvestro nel calendario universale della Chiesa.

San Silvestro è compatrono della città di Fabriano insieme con San Romualdo, fondatore dei monaci camaldolesi.

Storia

Dopo la morte del fondatore la Congregazione Silvestrina si sviluppò soprattutto nell’Italia centrale con molti monasteri, non più fondati in luoghi solitari come al tempo di Silvestro, ma prevalentemente in aree urbane o suburbane.

Sotto il governo dei priori generali Bartolo da Cingoli (1273-1298) e Andrea di Giacomo da Fabriano (1298-1325) vennero fondati dodici monasteri e furono acquisite due parrocchie (San Marco di Firenze e San Benedetto di Fabriano).

Con il successore di Andrea di Giacomo ebbe inizio la serie dei tredici priori generali commendatari nominati direttamente dai papi. Sotto il regime commendatario la Congregazione Silvestrina conobbe un lungo periodo di stasi e di contenimento, imputabile anche all’instabilità politica dello Stato Pontificio, alle pestilenze (terribile la peste nera del 1348), alle ricorrenti carestie e ai terremoti.

Nel 1544 Paolo III abolì la commenda nella Congregazione Silvestrina e ridusse a tre anni la durata del mandato del priore generale, fino allora a vita.

La ripresa della Congregazione Silvestrina ebbe inizio durante il concilio di Trento (1545-1563) con la visita apostolica del gesuita Nicolò Bobadilla (1555-1556), uno dei primi compagni di sant’Ignazio di Loyola, e proseguì per tutto il Cinquecento.

Dal 1565 fino ai primi anni del Seicento la Congregazione Silvestrina ebbe stretti rapporti con il monachesimo portoghese e brasiliano. I contatti sono confermati anche dalla presenza nel coro della chiesa del monastero di San Benedetto a Rio de Janeiro di una tela della seconda metà del Seicento raffigurante San Silvestro che riceve la comunione dalle mani della Vergine Maria.

Nel 1610 il titolo di «priore generale» fu sostituito con quello di «abate generale», la cui sede nel 1925 venne trasferita a Roma (in precedenza era a Fabriano). Il mandato dell’abate generale fu prolungato a quattro anni nel 1683 e a sei nel 1764, come è al presente.

Nella prima metà del Seicento la Congregazione Silvestrina conobbe un forte incremento numerico e una notevole diffusione geografica, anche se limitata ai confini nazionali. Nel 1650 i monasteri silvestrini erano 29 e i monaci 150.

La soppressione dei piccoli conventi (con meno di 6 religiosi), attuata dal papa Innocenzo X nel 1652, fu una vera bufera che si abbatté sulla Congregazione Silvestrina: vennero forzatamente chiusi ben quindici monasteri, i cui beni furono in gran parte incamerati dai vescovi diocesani per la costruzione dei seminari.

Nel Settecento non si ebbero nuove fondazioni fra i Silvestrini: all’inizio del secolo i monaci erano 145, distribuiti in 15 monasteri: dieci nelle Marche, due in Umbria, due nel Lazio e uno in Abruzzo (S. Antonio di Pescina, fondato nel 1660 dopo la soppressione innocenziana).

Valore episodico, anche se il fatto riveste notevole interesse per il monachesimo benedettino italiano che nel Settecento rimase estraneo al vasto fenomeno di evangelizzazione di continenti extraeuropei, ebbe l’iniziativa missionaria del silvestrino Giuseppe Marziali in Cocincina (oggi Vietnam meridionale) negli anni 1732-1740.

L’Ottocento è il secolo delle soppressioni (1810, 1861, 1866), ma per la Congregazione Silvestrina è anche l’inizio di un processo di espansione all’estero, che è proseguito fino ai nostri giorni: nel 1845 fu aperta una missione in Sri Lanka (il primo vescovo europeo di Colombo fu il silvestrino Giuseppe Bravi), cui seguirono le fondazioni negli Stati Uniti d’America (1910), in Australia (1949), in India (1962), nelle Filippine (1999) e, da ultimo, nella Repubblica Democratica del Congo (2006).

Attualmente i monasteri silvestrini sono 23 e i monaci 210.

La Congregazione Silvestrina fa parte della Confederazione Benedettina – istituita da papa Leone XIII nel 1893 – che comprende 19 Congregazioni monastiche.

Ora et labora

Il motto ora et labora ha da sempre delineato l’immagine del monaco e del monastero benedettino. La giornata del monaco è scandita dalla preghiera e dal lavoro.

La comunità monastica si riunisce a ore fisse durante il giorno, cominciando dal mattino presto, per i vari momenti della «Liturgia delle Ore» e per la celebrazione eucaristica. Ci sono poi i tempi della preghiera personale e della lettura orante della Parola di Dio (lectio divina). L’ufficio divino in coro (opus Dei) fa parte integrante della vita monastica, consacrata al culto di Dio.

La vita comune è concepita come vita di famiglia, nello spirito di Cristo, di cui l’abate/priore fa le veci, senza distinzione tra sacerdoti e fratelli, nella comunione dei beni.

Il monaco emette i voti di stabilità (stabilitas), di obbedienza (obedientia) e di conversione dei costumi (conversio morum), che comprende anche i voti di castità e povertà.

Sono aggregati spiritualmente alla comunità monastica gli oblati secolari, cioè singoli o coppie che ispirano il proprio cammino di fede ai valori della Regola di San Benedetto in un rapporto equilibrato tra tensione verso Dio e impegno nelle responsabilità quotidiane.

Gli oblati si incontrano periodicamente presso la comunità monastica cui sono associati, pregano con i monaci, ascoltano la Parola e tentano di coltivare con semplicità lo stile di vita spirituale che San Benedetto propone.

Il lavoro nella Congregazione Silvestrina ha avuto lungo i secoli molteplici espressioni, dovute sia al diverso rapporto con la società nelle varie epoche, sia all’ambiente in cui le comunità silvestrine operarono: dall’opus manuum (lavoro dei campi), prevalente nel secolo XIII, allo studio e all’insegnamento nei secoli successivi, dall’impegno nella trascrizione dei codici a quello dell’apostolato (cura d’anime – missioni), dall’inserimento nella vita civile ed ecclesiastica alla predicazione, dall’attività educativa a quella artistica e artigianale.

In particolare merita di essere segnalato il ruolo non irrilevante svolto dai monaci di Montefano – come studi recenti hanno ampiamente dimostrato – nelle vicende e nello sviluppo della lavorazione della carta, le cui origini a Fabriano si fanno risalire al secolo XIII. I silvestrini hanno posseduto opifici per la lavorazione della carta fino al 1725.

All’interno dei monasteri viene praticata anche l’ospitalità: nella foresteria sono accolte persone che desiderano condividere la preghiera e l’esperienza spirituale dei monaci.

Con la diffusione della Congregazione Silvestrina in Asia e in Africa, dove è concentrata la maggior parte dei suoi monasteri, il labora si concretizza soprattutto nell’attività educativa delle popolazioni locali, in massima parte non cattoliche. Migliaia sono i ragazzi, gli adolescenti e i giovani che vengono istruiti nelle scuole dirette dai monaci, frequentate soprattutto da alunni di religione induista, buddista e musulmana. Gli alunni si abituano così a praticare la tolleranza, il rispetto reciproco, la convivenza pacifica e collaborativa, che lasciano ben sperare per il futuro di quelle popolazioni.

Tolleranza, rispetto e pacifica convivenza sono i valori contenuti nella Regola consegnata da San Benedetto alle sue comunità, che il San Silvestro ha fatto propri e che i suoi monaci continuano a trasmettere per creare una società più coesa, nel rispetto delle diverse opinioni politiche, abitudini culturali e credenze religiose.

Club di Imperia. L’olio nella tradizione cristiana: simbologia biblica ed uso liturgico

Lo scorso 10 novembre, in occasione della 19° edizione di OliOliva, la più importante manifestazione nazionale sul tema, il Serra club 541 di Imperia ha organizzato la conferenza “L’olio nella tradizione cristiana. Simbologia biblica ed uso liturgico”.

La giornata ha avuto inizio nella mattinata con la Santa Messa celebrata da S.E. Rev. Mons. Guglielmo Borghetti, Vescovo di Albenga Imperia, presso la Basilica di San Giovanni in Oneglia.

Nel primo pomeriggio, nella splendida cornice del Museo dell’Olivo Carlo Carli, relatrice dell’evento è stata la prof.ssa Sandra Isetta, docente di Letteratura cristiana antica e agiografia dell’Università di Genova, che ha abilmente tratteggiato l’importanza e l’uso dell’olio lungo il corso della storia cristiana.

Il pubblico ha potuto seguire attentamente grazie alla proiezione di slides con i riferimenti alle citazioni della Sacra Scrittura, abilmente associate a immagini delle più belle opere d’arte, sempre sul tema dell’olio, preparate dalla storica dell’arte dr.ssa Stella Seitun.

Per riprendere le parole della prof.ssa Isetta:

il simbolo dell’olio è fondamentale nella cultura e nel culto cristiani: il termine cristiano rimanda all’olio, o meglio all’unzione con l’olio. Cristo, infatti, è parola di origine greca che traduce letteralmente il termine ebraico messia, che significa “unto”, cioè scelto, consacrato, inviato di Dio (ebraico mash?a? = greco ???????  = Cristo cioè “unto”).

Il simbolismo dell’olio, anche nel suo uso liturgico, si comprende solo alla luce della Sacra Scrittura. Le testimonianze dell’AT su ulivo e olio, sul loro uso quotidiano e sacrificale, sono reinterpretate in senso spirituale e cristologico nel NT.

Vari sono stati gli usi di questo prodotto nella storia cristiana.... Continua a leggere

Club di Roma. Preparazione al Santo Natale

Con il tempo dell’Avvento il Serra Club di Roma si appresta a vivere il Natale del Signore, che ogni anno ci raggiunge nel mistero che si rinnova costantemente per noi e ci coinvolge nell’ascolto della Parola e della Liturgia. Il tempo dell’Avvento ha una doppia caratteristica: è il tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la venuta del “Figlio di Dio” tra gli uomini e, contemporaneamente, è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato nell’attesa della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi.... Continua a leggere

Significativa serata del Serra Club Sanremo in Seminario

Significativa serata del Serra Club Sanremo in Seminario

Da Avvenire di Domenica 15/12/19 – Pagina Ventimiglia-Sanremo

Nella tradizione del Serra Club Sanremo si è svolta, presso il Seminario diocesano, la “Serata degli Auguri”, con i serrani riuniti accanto ai seminaristi a formare un’unica famiglia nel simbolo del S.Natale. Per capire meglio gli scopi di questo “club service” laico-cattolico, partiamo dalle sue origini negli Stati Uniti, nel 1935, dove quattro cattolici di Seattle creano un’associazione per sostenere le vocazioni e testimoniare nel mondo laico la cultura cristiana. Venne intitolata a Padre Junipero Serra, missionario Francescano del XVIII secolo, uno dei “fondatori” della Patria americana. L’arrivo in Italia, a Genova alla fine degli anni ’50 (a Sanremo nel 1971), fu una felice intuizione del card. G. Siri che ne apprezzò lo stile all’avanguardia ed i metodi operativi con logica e pragmaticità. ... Continua a leggere

 

Club di Prato. Incontro con i seminaristi.

Il Serra Club di Prato si è incontrato sabato 14 dicembre 2019 per il tradizionale scambio di auguri con i seminaristi in prossimità del Santo Natale.

La giornata è iniziata con la celebrazione della Santa Messa alle 11:00 presso la chiesa di San Fabiano presente all’interno del Seminario Vescovile e celebrata dal nuovo vescovo Monsignor Giovanni Nerbini e concelebrata dal Rettore nonché nostro Cappellano Monsignor Daniele Scaccini e animata dai seminaristi. Prima dell’inizio della Messa ha preso la parola la Presidente Maria Alessandra Antonini per rivolgere il cordiale saluto al vescovo per la sua presenza in mezzo a noi anche se si era fatto vivo a Giugno rispondendo alla lettera che gli aveva mandato l’allora presidente Roberto Stramazzo a Maggio pochi giorni dopo la sua nomina alla guida della nostra diocesi per esprimerli le più sentite congratulazioni per questo nuovo incarico spiegandoli la storia del Serra Club e le sue finalità ricordando che a Prato c’è l’unica Chiesa che porta il nome del santo fondatore Junipero Serra(1713-84) presente nella Zona del Cantiere nei pressi della Pietà. ... Continua a leggere

Club di Imperia. Diversamente felici: l’accoglienza nella Fede.

Lo scorso 4 ottobre, presso l’Auditorium della Camera di Commercio di Imperia, si è svolto il convegno “Diversamente felici. L’accoglienza nella Fede”.

L’incontro, organizzato dal Serra club 541 di Imperia, era incentrato sul tema della diversa abilità e del suo ruolo nella Chiesa Universale.

La giornata, moderata dalla dr.ssa Angela Privitera, Presidente eletto del Club 541, ha compreso una prima parte durante la quale Federico De Rosa, giovane scrittore autistico di Roma e vice catechista della sua parrocchia, e sua madre Paola Cavalieri hanno spiegato la loro storia, dalle prime diagnosi alla costante lotta alla ricerca della felicità di Federico. Il giovane autore romano è stato intervistato da un nutrito gruppo di studenti del Liceo Vieusseux di Imperia che, ottimamente preparati dagli insegnanti, hanno letto alcuni brani dei libri di De Rosa ponendo poi le relative domande di approfondimento. Federico, non verbale, ha risposto tramite l’utilizzo del suo computer, proiettando le risposte su maxischermo e stupendo pubblico e intervistatori con risposte schiette e molto profonde.

A seguire si sono succeduti gli interventi del Canonico Don Enrico Gatti, Rettore del Seminario di Albenga, che ha intrattenuto il pubblico con un intervento incentrato sulla “Guarigione del paralitico” affrontando con delicatezza la problematica dell’accoglienza nella fede e fornendo molti spunti di riflessione sul tema alla assemblea attenta. In un encomiabile passaggio ha voluto avvicinare la presenza eucaristica all’autismo cogliendo il senso profondo della “patologia” che rende, chi ne è affetto, capace di parlare al cuor di chi li ama, e del dr. Giuseppe Pili, neuropsichiatra infantile dell’Asl imperiese, che ha inquadrato l’argomento dal punto di vista clinico, legando le sue parole a quelle espresse dalla signora Cavalieri nella prima parte.

I vari interventi sono stati introdotti da alcuni momenti musicali sempre curati dagli studenti del Liceo Vieusseux.

Vedere la forza e la tenacia di Federico, nella sua missione di voler portare la Speranza nel cuore e nell’anima di quanti affrontino una vita come la sua, della sua famiglia nell’essergli vicino e aiutarlo in questa opera, catturare gli sguardi attenti dei giovani liceali nell’esposizione delle domande, nel leggere le risposte di Federico e nell’eseguire i brani da loro scelti, sentire il pathos negli interventi di Don Gatti e del Dr. Pili, tutto questo è la dimostrazione che si è trattato di un convegno che ha di certo lasciato il segno nel pubblico, così come in tutti i presenti sul palco.