Assisi nel Cuore

Assisi è la culla della spiritualità francescana, il luogo ove la natura rigogliosa racconta i passi dell’intrepido Francesco alla ricerca della Verità, di quel Dio creatore di ogni bellezza, al quale ogni essere umano rende grazie. La missione francescana continua nel tempo attraverso quei giovani coraggiosi e dinamici che hanno seguito il suo esempio, per essere fedeli alla sua testimonianza, anche in questi tempi difficili e tristi, portatori di gioia e di carità verso i fratelli più deboli ed indifesi, ai margini delle società opulente ed indifferenti alla vera sofferenza dello spirito e del corpo. La pandemia dovuta al covid ha aumentato il disagio e le povertà ed i frati del Sacro Convento si danno un gran daffare a raccogliere fondi, attraverso tante iniziative, come quello stupendo concerto trasmesso in tv, in cui famosi cantanti in una piazza deserta, hanno invitato il mondo intero ad aiutare la comunità francescana e la città di Assisi, messa in ginocchio dalla crisi economica dovuta alla pandemia. Un piccolo gruppo di amici Serrani del club di Aversa, superando gli umani timori del viaggio e degli spostamenti, ha deciso di andare ad Assisi per qualche giorno di preghiera silenziosa, proprio nei luoghi francescani oggi così poco visitati, accompagnati dal nostro caro cappellano, don Stefano. Le cautele sanitarie sono severe, vengono rispettate le distanze, nelle basiliche solo nei posti assegnati e muniti di mascherina. Il silenzio e la forte spiritualità sono esaltanti, inducono ad una profonda riflessione sulla nostra qualità di credenti, che ci sforziamo di assecondare l’invito del Signore a non avere paura, a fidarci del Suo infinito Amore!

Il “Te laudamus” intonato dai frati a San Damiano è un inno di gloria: ti amiamo, Signore, ti rendiamo grazie per averci protetto e salvato dalla pandemia ed ora inginocchiati davanti al Crocefisso vogliamo dirti tutto il nostro Amore e la nostra riconoscenza. Nei giorni dell’acuta sofferenza, delle numerose vittime di questo flagello, quante volte ti abbiamo supplicato ed abbiamo chiesto il tuo aiuto, chiedendoti pietà per quelle brave persone che tanto hanno sofferto, per tutti quelli che al limite delle forze hanno aiutato i malati, per quanti hanno reso possibile la nostra sopravvivenza, in tanti modi, senza lagnarsi…..ecco la nostra preghiera di ringraziamento che abbiamo voluto condividere con le amiche del club di Assisi, che sempre gentili ed affettuose hanno risposto all’invito della preghiera comunitaria….grazie famiglia serrana, in ogni luogo ci siamo coesi e coinvolti.

Un’altra perla preziosa ci aspetta ad Assisi: il luogo dov’è sepolto il giovanissimo Carlo Acutis, nella chiesa di santa Maria Maggiore. Diventerà beato il 10 ottobre, perché questo ragazzo bello ed esuberante, stroncato da una leucemia fulminante, era innamorato di Gesù e dell’Eucarestia. “Non io ma Dio” si legge sulla sua tomba, a volerci ricordare l’origine della nostra vita dono donato da donare! Un esempio vocazionale da offrire ai nostri giovani alla ricerca di senso, che sono insoddisfatti del troppo e non apprezzano il semplice, il poco che diventa tutto. Carlo Acutis, un giovane della porta accanto, ci indica una via di salvezza senza tentennamenti, una speranza di certa felicità con la sua “Autostrada verso il cielo”

Assisi, sotto i raggi roventi od al tramonto del sole, è illuminata da una luce vivida, anche all’Eremo tra il bosco e la rupe e nella pietra di Rivotorto, si coglie l’Infinito di una potente Bellezza!

Cara Assisi, che accogli dal mondo intero ogni credente, che sei città patrona d’Italia, bene immenso e patrimonio dell’umanità, siamo ben contenti di essere venuti a ringraziare di persona il grande San Francesco, il tuo discepolo San Junipero, a voi affidiamo i giovani seminaristi, i sacerdoti, le consacrate ed i consacrati che tanto Amore portano nel mondo, per i quali c’è sempre un’attenzione particolare nel cuore dei laici serrani. Siamo stati molto bene accolti dalle Suore brigidine che da pochi giorni hanno riaperto la loro casa religiosa, che abbiamo sostenuto con la nostra presenza e con la mozzarella e la polacca aversana molto, molto gradite!

Maria Luisa Coppola  –  Presidente Serra Club di Aversa

CLUB DI ROMA. DI NUOVO INSIEME CON L’EUCARESTIA

 

 Finalmente di nuovo insieme! Dopo l’ultima conviviale del 23 gennaio dedicata ai “Miracoli di Lourdes”, la famiglia serrana di Roma è tornata a riunirsi il 27 giugno, giorno dedicato dal calendario liturgico a San Cirillo di Alessandria, Vescovo e Dottore della Chiesa, che fu strenuo difensore, nel Concilio di Efeso, dei dogmi della unicità della persona in Cristo e della divina maternità della Vergine Maria.

L’incontro ha avuto luogo nella stupenda Basilica di Santa Maria Maggiore, prediletta da Papa Francesco, dove spesso si reca per pregare dinanzi all’icona di Maria Salus Populi Romani e che visita sempre, prima e dopo i suoi viaggi all’estero. E’ stato un incontro profondamente mistico, con l’ascolto della Santa Messa, presieduta dal nostro Cappellano, Mons. Vittorio Formenti, nella prestigiosa Cappella della Salus Populi Romani, che ci ha consentito di tornare a sentirci fisicamente di nuovo vicini, anche se con le necessarie precauzioni previste dalle disposizioni governative.

Una Liturgia molto sentita e seguita, con il bellissimo passo del Vangelo di Matteo, incentrato sul centurione che, con parole di umiltà e di fede, si rivolge a Gesù per la guarigione di un servo a lui molto caro, ottenendone la grazia. Spunto di riflessione, nell’omelia di Mons. Formenti, sulla forza della fede, base essenziale per un rinnovamento spirituale della nostra vita. Nella sua omelia Don Vittorio si è soffermato, inoltre, sul Serra, sulle sue finalità a sostegno delle Vocazioni e sulla figura missionaria di San Junipero Serra, con un commento al recente atto di vandalismo sull’abbattimento della statua a San Francisco, destando l’interesse anche degli altri fedeli non serrani presenti alla Liturgia. La Messa si è conclusa con la recita dell’Ave Maria, che non manca mai nei nostri incontri, e con la preghiera del Serrano, letta dall’altare dal nostro Presidente, Giovanni Sapia.

Adesso possiamo dirlo: E’ vero! Dopo mesi di quarantena, di difficoltà e di rinunce, durante i quali abbiamo pazientemente atteso e fortemente desiderato questo momento di comunione, finalmente siamo tornati insieme per raccoglierci in preghiera e beneficiare dell’immensa gioia di ricevere l’Eucarestia. E’ stato per tutti noi un grande dono ma anche un momento particolare di meditazione per invocare il Signore a sostenerci e a guidarci sulla via della cessazione dell’epidemia.

La nostra speranza, è l’auspicio del Presidente Giovanni Sapia, è che, al termine del periodo estivo, le nostre riunioni possano riprendere come prima e che si possa ritornare pienamente a una vita ordinata e serena, fatta di incontri con il Signore attraverso i Sacramenti, e con il ripristino dei rapporti relazionali che animano la vita di ciascun cristiano.

 

Cosimo Lasorsa

 

 

La dichiarazione del Vescovo di Spokane sull’abbattimento della statua di S. Junipero

Riportiamo la dichiarazione del Consigliere episcopale del Consiglio Usa di Serra International rilasciata in seguito all’abbattimento di una statua del Santo Junipero Serra a San Francisco.

DICHIARAZIONE SULLA DISTRUZIONE DELLA STATUA DI ST. JUNIPERO SERRA A SAN FRANCISCO

da Mons. Thomas Daly, vescovo di Spokane,
Consigliere episcopale del Consiglio USA di Serra.

Nel tentativo di lavorare per la giustizia e per correggere i pregiudizi storici, le storie che ci raccontiamo sul passato devono spesso essere approfondite. In questi giorni, molti chiedono la rimozione delle statue di alcuni personaggi storici, di cui si può certamente discutere. Allo stesso tempo, alcuni individui si sono assunti il compito, muovendosi in bande organizzate in modo violento, di abbattere le statue sulla base di un’interpretazione pericolosamente ristretta della storia. Come nativo della California, la distruzione di una statua di San Junipero Serra mi
preoccupa profondamente.

La Chiesa non desidera affatto che l’ingiustizia rimanga senza risposta, ma due torti non fanno una ragione. Se non possiamo riconoscere il bene di un santo come Junipero Serra, rischiamo di preferire l’ideologia alla verità. Dovremmo invece riconoscere gli sforzi di san Junipero per proteggere i nativi delle Missioni dai pericoli e i suoi sforzi per offrire loro ciò che più gli è caro nel mondo, una relazione salvifica con Gesù Cristo.
L’opera di evangelizzazione – portata avanti da esseri umani imperfetti – è vedere tutti uniti in Cristo, dove non ci sono greci o ebrei, non ci sono divisioni, e tutti sono visti e trattati come figli unici e amati  da Dio Padre.
San Junipero Serra è un grande esempio di questa eredità, imperfetta come tutti noi, ma che ha lottato con eroica virtù verso una visione di riconciliazione e di fede.
Abbattere le statue di San Junipero rappresenta una tendenza pericolosa a demonizzare le buone opere altrui in nome dell’ideologia. Tale distruzione rivela una pericolosa capacità del cuore umano di odiare l’altro. Rischia di scatenare il peggio dell’umanità. I cristiani e tutte le persone di buona volontà dovrebbero cercare il modo di costruire, nondi distruggere.
San Junipero, prega per noi affinché possiamo continuare a costruire una civiltà di pace e giustizia.

Diocesi di Spokane Sito web

Consiglio USA di Serra | www.serraus.org

23 giugno. Inizia la novena a San Junipero Serra

Il 1° luglio è il giorno nel quale la Chiesa fa memoria di S. Junipero Serra.

Con l’approssimarsi della festa del nostro patrono, è tradizione dei serrani iniziare una novena a San Junipero a partire dal 23 giugno fino al 1° luglio.

Vi invitiamo a cliccare qui per scaricare o stampare l’opuscoletto della novena realizzato dal Serra International.

N.B. Per stampare opportunamente l’opuscolo bisogna selezionare l’opzione della stampante fronte/retro.

Abbattuta la statua di San Junipero Serra

Ancora una volta la furia iconoclasta, anticlericale e anticattolica ha infierito sulla statua di San Junipero Serra. Nonostante la storia abbia ampiamente dimostrato l’esatto contrario, il frate francescano, al quale si richiama il nostro movimento, è usato, da questi falsi contestatori, per associare il cristianesimo all’oppressione.

Già a settembre 2015, appena qualche giorno dopo la proclamazione della canonizzazione da parte di Papa Francesco, la statua di Junipero Serra che si trova nel Golden Gate Park di San Francisco, era stata oggetto di gravi atti vandalici e sacrileghi e imbrattata di vernice rossa.... Continua a leggere

 

Cosimo Lasorsa

Giornata mondiale della santificazione sacerdotale. Intervista al Card. Comastri

Proponiamo l’intervista di Roberta Gisotti, per www.vaticannews.va, al S.E. Card. Comastri, in occasione della festa del Sacro Cuore di Gesù, durante la quale si celebra anche la Giornata mondiale per la santificazione sacerdotale.

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2019-06/cardinale-comastri-aiutiamo-ringraziamo-i-sacerdoti.html

Club di Prato. Celebrazione del Corpus Domini con Mons. Nerbini

Anche quest’anno si è rinnovato il secolare appuntamento della città con l’Eucarestia durante la celebrazione della festa del Corpus Domini.

Come ormai accade da alcuni anni è stato utilizzato il prezioso ostensorio del Serra per accogliere Gesù Eucaristia.

Dopo la celebrazione della S.Messa presieduta da mons. Giovanni Nerbini vescovo diocesano e concelebrata dai sacerdoti della diocesi in piazza Duomo si è tenuta l’adorazione del SS.mo Sacramento sistemato nell’ostensorio custodito nell’Oratorio di San Junipero Serra.

In seguito il Vescovo è salito con l’ostensorio sul pulpito di Donatello che si affaccia sulla piazza ed ha impartito la benedizione eucaristica ai fedeli presenti, oltre un migliaio, e a quanti erano collegati  in diretta tramite le televisioni locali.

Anche questa volta il Serra club è stato presente alla vita della Chiesa.

 

Foto: Archivio fotografico Toscana Oggi

Club di Palermo. Primo incontro dopo il lock-down

Carissime amiche e carissimi amici del Serra Club di Palermo,

l’anno Serrano volge ormai al termine. E’ stato un anno molto particolare perché per lunghi mesi l’emergenza sanitaria mondiale causata dal Covid-19 ci ha costretti a sospendere tutte le attività sociali, lavorative ed economiche: anche le attività Serrane sono state completamente sospese in Italia e nel mondo.

Solo nelle ultime settimane la crisi epidemiologica si è attenuata ed è stato possibile avviare con prudenza un percorso graduale di ritorno alla normalità. E, soprattutto, è stato finalmente possibile tornare con gioia a celebrare la Santa Messa con il popolo.

Desidero quindi invitarVi ad incontrarci di nuovo in Seminario giovedì 25 giugno alle ore 18,30 (per ora non ci sono le limitazioni della ZTL) per concludere insieme l’anno Serrano con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo S.E.R. Mons. Corrado Lorefice. La Celebrazione avverrà all’aperto, nella corte del Seminario, rispettando le vigenti norme di distanziamento e di sicurezza sanitaria (ricordo a tutti di portare la mascherina).
Sarà una occasione bellissima per pregare insieme, per ringraziare il Signore e per affidarci pienamente a Lui. E sarà pure l’occasione per esprimere ancora una volta alla Comunità del Seminario il nostro affetto, il nostro sostegno e la nostra vicinanza.

Con i più affettuosi saluti,

Roberto Tristano

 

 

L’UNPV ringrazia il Serra

Riportiamo la lettera di ringraziamento di don Michele al Serra per il prezioso contributo (anche economico) alle attività dell’Ufficio Nazionale per le Vocazioni.

La Congregazione delle Suore Collegine della S. Famiglia

NEL CUORE DELLA SOCIETÀ COL CUORE DI DIO

La Congregazione delle Suore Collegine della S. Famiglia viene fondata a Sezze nel Lazio l’11 giugno del 1717 con l’approvazione del breve Ad Apostolicae dignitatis da parte di papa Clemente XI, perché il compassionevole cuore del Servo di Dio, il Card. Pietro Marcellino Corradini (1658-1743), la cui veste cardinalizia è intrisa di carità, legge il bisogno – urgenza di educare le figlie del popolo nelle arti femminili, nel far di conto e nella formazione cristiana… al fine di rinnovare e riedificare la società a partire dal modello di famiglia umana e cristiana, il cui fulcro è la donna, con la sua dignità, la sua formazione umana, culturale, morale e spirituale.

Il Corradini affida quest’opera d’arte alle Convittrici della S. Famiglia, oggi Suore collegine, perché, implicate dal basso, assumendo il profilo di consacrate madri, maestre e sorelle, diventassero per le figlie del popolo custodi del gran tesoro che sono le persone.

La fisionomia stabilita per il nuovo Istituto vuole che le religiose uniscano la dimensione spirituale contemplativa del modello monastico a quella pastorale di vita attiva degli Istituti di vita attiva per giungere così ad una felice sintesi di azione e contemplazione, vita attiva e contemplativa. Tale modello, voluto fortemente dal Corradini, comporta la non adozione della clausura, dal momento che l’impegno a favore della popolazione femminile richiede il servizio anche fuori del monastero.

Presto la fama dell’opera del Corradini si diffonde oltre il Lazio: infatti, Don Stefano Compagnone, secondo Confessore del Conservatorio setino, casa madre della Congregazione delle Suore Collegine, tornato in Sicilia, insieme a don Carlo Loi e Vasquez e mons. Carlo Vanni, anch’essi attenti alla formazione delle giovani palermitane, fa conoscere all’allora Arcivescovo di Palermo Mons. Giuseppe Gasch la bontà dell’opera corradiniana sì da ottenere il via per la fondazione della prima casa collegina a Palermo nel quartiere Olivella; correva l’anno 1721.

La Congregazione si diffonde in poco tempo a macchia d’olio nei vari centri dell’isola e le sue case da subito vengono chiamate “Collegi di Maria”. Quest’ultimi attraverseranno tutte le vicissitudini di un sud che ha sofferto, ma anche lottato, per la sua identità e per il riscatto dalla sua marginalità rispetto ad uno Stato sentito lontano ed estraneo. La storia dei Collegi di Maria vive dunque le alterne vicende storiche, sociali, morali e spirituali dell’Italia post-unitaria, e non solo, a fianco della gente, istruendo, educando e testimoniando l’attenzione ai piccoli, che sono i prediletti del Signore.

Le Collegine pertanto, nel corso di tre secoli, entrano a pieno titolo nei processi formativi avendo preceduto quello che sarà, rispetto alla sua fondazione, un provvedimento successivo dello Stato: istituire cioè la scuola pubblica. Le consacrate, gravide del carisma educativo, che portano dentro al loro DNA e che esprimono nella missione educativa e di evangelizzazione, (consapevoli o no, nel piano misterioso di Dio tutto è grazia, anche l’inconsapevolezza del bene), possono dunque penetrare nei tessuti formativi a buon titolo e facendo “la parte migliore”. Le ragazze del popolo, ma anche tutte le altre, dono della Provvidenza alla loro missione, sono fatte oggetto e destinatarie di una formazione globale, progressiva … ne sono testimoni le pennellate ispirative e pedagogiche, che si evincono dal primo testo delle Costituzioni.

In trecento anni di storia, la Congregazione è stata in frontiera a difendere e promuovere il diritto dei bambini ad essere riconosciuti nella propria dignità e a potere godere del diritto alla cura, alla custodia, allo studio, all’autonomia… in Italia come all’estero.

Il carisma della Congregazione è la carità educativa di Gesù Maestro, che si esprime in primis nella missione della Scuola e dell’evangelizzazione. Le icone bibliche che lo ispirano sono quelle di Gesù che accoglie i bambini secondo l’adagio evangelico: “Lasciate che i bambini vengano a me!”(Mc 10,14) e la compassione che Gesù prova davanti alle folle che lo seguono da giorni (Mc 6,34 ss.); compassione che si fa pane e parola, evangelizzazione e nutrimento. Mai, infatti, per le suore collegine è venuto meno il binomio promuovere – educare, consapevoli che prima viene la dignità della persona, riconosciuta in tutte le sue dimensioni, e poi la formazione. Ancora oggi, in Italia come nelle missioni in terra d’Europa, d’Africa e Messico, le suore collegine animano scuole di ogni ordine e grado, orfanotrofi e case famiglia, e curano la formazione dei giovani e la catechesi.

La passione educativa, sollecitata dall’urgenza del “prendersi cura” delle giovani generazioni col cuore stesso di Dio, pone le suore collegine in frontiera, lì dove, la fame della dignità, della conoscenza, della giustizia e della libertà, le sfida alla continua necessità di “educare educandosi ed evangelizzare evangelizzandosi”.

Suor Paolina Mastrandrea

Suora collegina della s. Famiglia