Dio esce sempre

Riportiamo qui di seguito un interessante articolo di Massimo Crippa pubblicato sul “Foglio” del 22 settembre 2020.

 

Girano da qualche tempo, in questo tempo post lockdown, allarmate segnalazioni e persino lettere di vescovi, compresa una della Cei, sul fatto che la ripresa delle messe in presenza stia facendo registrare un secco calo dei fedeli che partecipano al rito in chiesa. Si attendono le statistiche, ma mancherebbero maggiormente i giovani. Un
evidente cattivo segnale per la chiesa, che da parte dei commentatori cattolici conservatori (anche tralasciando i tradizionalisti-negazionisti) viene letto come la prova provata che il “cedimento” sulla chiusura delle chiese è stato un dannoso tradimento della fede, al limite della blasfemia. Non entriamo nel merito, ma si potrebbe utilmente
ragionare su un’altra evidenza: se molti cattolici hanno repentinamente perso l’abitudine della messa domenicale, significa che la loro adesione alla vita della chiesa non era così radicata. “Cattolici di facciata”, si diceva una volta. Ma da questo dovrebbe discendere anche una riflessione più urgente e scomoda, che infatti è totalmente trascurata. Quella sui decenni persi, in Italia ma con il beneplacito papale, a cullarsi su un “eccezionalismo italiano” basato su una tenuta antropologica e popolare cattolica che evidentemente non c’è, o era colpevolmente sovrastimata. E questo ci introduce in argomento, l’argomento dei programmi dei Papi (ma anche delle Conferenze episcopali, si avesse voglia di andare a vedere cosa accade nel mondo: la discrepanza tra le parole e gli esiti). Il Progetto culturale della chiesa italiana di epoca ruiniana, basato com’era sul presupposto di un eccezionalismo cattolico da mettere a frutto, è stato un disastro inconcludente. Perché si basava su un’astrazione e non sulla costatazione che il cattolicesimo in Italia, come nel resto dell’occidente, è una minoranza residuale, che al massimo può essere “creativa”, diceva Ratzinger, ma non egemonica.
Poi è venuto un Papa chiamato “quasi dalla fine del mondo”, “buonasera”, a portare la notizia di prima mano che in quelle parti del mondo, due terzi del mondo, così come nello sfibrato occidente la situazione antropologica è quella che è, trovare una famiglia tradizionale è dura anche tra chi va in chiesa, si sta chiusi in parrocchia eccetera. Notizie
già evidenti anche qui, e non solo per colpa della Germania, se non fosse per i paraocchi dei progetti culturali. Si può soltanto ripartire dall’annuncio del Vangelo e dalla testimonianza, dall’abc delle preghiere e dal catechismo della misericordia. Questo era l’unico programma, e non a caso Francesco lo ha rilanciato nell’Angelus di
domenica scorsa: “E’ meglio una chiesa incidentata, per uscire, che una chiesa ammalata da chiusura. Perché Dio esce sempre”.

Patron Wong: alto riconoscimento consegnato dallo Stato del Messico

L’Arcidiocesi dello Yacatan si riempie di gioia per la nomina di Monsignor Jorge Carlos Patron Wong  che è diventato il primo yucateco ad ottenere la distinzione della decorazione Ohtli.

Il Serra Italia assicura a S. Ecc. Jorge Carlos Patron Wong, consulente episcopale del nostro movimento, la preghiera costante  per l’alta  missione educativa a favore dei giovani di tutto il mondo che scelgono di diventare discepoli di Cristo.

Gli amici serrani rinnovano stima affettuosa ed amicizia sincera a S.E. che non fa mancare la sua presenza nei vari momenti della vita associativa in cui profonde intensa spiritualità.

Con San Junipero Serra, augurano “sempre avanti” con gioia”!

Don Michele Gianola nuovo sottosegretario della CEI

Tre nuovi sottosegretari della Conferenza episcopale italiana sono stati nominati durante i lavori del Consiglio episcopale permanente che si è concluso a Roma il 24 settembre. Tra loro anche don Michele Gianola già direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni dal 2017. Nato il 16 luglio 1975 è stato ordinato presbitero il 16 giugno 2001.

A Don Michele gli auguri del Serra International Italia per questo nuovo servizio alla Chiesa Italiana.

Serra Club Siena. Apertura col botto

L’annata sociale del Serra senese ha preso il via col botto. Molte infatti le novità che hanno caratterizzato l’attività del club, storicamente, in Italia, uno dei più consistenti per numero di iscritti.

Prima novità: il prof. Antonio Acquaviva, già docente universitario, ha debuttato nella carica di nuovo Presidente del sodalizio. Infatti il Presidente uscente dott. Giovanni di Maggio, chiamato a dirigere un club Rotary nella Val d’Elsa, ha terminato il proprio mandato biennale e non ha voluto beneficiare della proroga dell’incarico previsto dalla regolamentazione serrana nazionale a seguito della pandemia Covid 19. Grazie per l’attività svolta al dinamico past president Di Maggio e auguri di buon lavoro ad Antonio Acquaviva i cui fratelli da sempre sono impegnati nei club serrani di Bari e Bologna.... Continua a leggere

Spiragli di luce….

La chiamata di Dio alla vocazione  è un privilegio speciale e stupendo. Raccontare la Bellezza del sogno di Dio che si realizza nell’adesione al suo progetto, è percorrere un sentiero affascinante attraverso il quale, come tasselli di un unico mosaico, si conoscono le infinite meraviglie che ci sono state donate. In questi tempi incerti e bui, per la crisi pandemica e le tante difficoltà inerenti all’ isolamento forzato, abbiamo appreso tante buone notizie!  Molti giovani hanno pronunciato l’Eccomi, sacerdoti secondo il cuore di Cristo e discepoli per sempre!

Raccolgo la testimonianza di un giovane, che alla mia domanda “Come nasce la vocazione?”, così mi ha scritto.... Continua a leggere

Diversamente abili

Il titolo può alquanto sconcertare il lettore. Non farti domande, è la realtà, la semplice realtà che ci caratterizza. “Giovani in discernimento”, “prossimi preti”, “futuri sacerdoti”: un catalogo monotono di epiteti che ascoltiamo quotidianamente. Io preferisco questo, Diversamente abili, un titolo, un cartellino impropriamente affisso sulla croce di povere persone che incarnano la sofferenza di Dio nel vissuto.
Ma chi è il seminarista? È il diverso, estraneo alla massa, colui che si fa voce della propria anima aiutato da quella di Dio e contemporaneamente operatore in un mondo che si rivela ogni giorno sempre più falso e ipocrita con se stesso. “Voce di uno che grida nel deserto” (Isaia): sì, proprio così. In un mondo dove il deserto dell’anima si fa sempre più arido e sempre più inciso, il seminarista è colui che grida, una sveglia di buon mattino che lascia tramortiti i cuori con l’effetto di una buona “dose” di testimonianza d’amore.
Non siamo eroi, neanche alieni venuti da un mondo lontano; un ragazzo che ama Dio non è un eroe, è semplicemente diverso, diverso da un mondo che ha immagazzinato nella dispensa un Dio troppo “vecchio”, troppo “esigente”, che non si “gode” la vita e che è pronto a puntare il dito contro il primo che commette fallo in area di rigore. Lasciare scorrere una matita che sa di cielo nel foglio del nostro cuore è l’indispensabile per rendere tutto diverso, anzi, tutto semplicemente normale.
Questo non ci distanzia affatto dal mondo, dal nostro mondo, dove trasmettere messaggi di un Dio ritenuto distante, incapace di parlare. Dove Dio è visto lontano, dove l’amore è assente, lì c’è da lavorare, lì c’è filo da torcere, lì Dio ti dice: “Voglio vedere di che pasta sei fatto!”.
È questo l’invito celeste che ha spinto me, come tanti altri, ad intraprendere questo cammino, fatto di dure prove e di cadute, ma come si sa, nel deserto le difficoltà non mancano, i miraggi abbondano, ma il sole che brucia è tiepido, dolce.
Preghiamo Dio affinché questo periodo di deserto  porti frutti abbondanti e soprattutto nuovi “diversamente abili”, nuovi giovani pronti a sfidare la massa.

E tu che leggi, giovane o anziano, sei pronto ad affrontare la massa? (L. Caiazzo)

Maria Luisa Coppola

Pensando a don Roberto

Papa Francesco ha rivolto il  suo ricordo e la sua preghiera a don Roberto, presbitero della diocesi di Como recentemente ucciso. Continua a leggere

Dalla Fondazione: “ La data utile per le richieste di elargizione è vicina“. Comunicazione del Presidente.

Serra International

       FONDAZIONE ITALIANA BEATO JUNIPERO SERRA

 

Il Presidente

 

Carissime Amiche ed Amici Serrani,

Vi scrivo questo promemoria per informarVi che la Fondazione è pronta ad elargire, come ogni anno, aiuti economici a seminaristi, sacerdoti, enti, etc. che, penso, in questo particolare momento dell’economia nazionale possano risultare significativi.

Pertanto, come comunicato lo scorso Maggio, Vi ricordo che la data utile per inoltrare alla Segreteria della Fondazione le Vostre richieste di elargizione è il 30 Settembre pv. Consultando, sul sito di Serra Italia, le pagine della Fondazione, alla sezione Modulistica troverete le chiare Linee Guida che Vi daranno la possibilità di capire quali possano essere i soggetti interessati alle elargizioni e quali siano i Moduli ed i Documenti da semplicemente compilare e spedire.

Brevemente riassumo gli eventuali beneficiari:

  • Ramo ONLUS: contributi e borse di studio per giovani e meritevoli seminaristi, sacerdoti, religiosi e religiose delle Diocesi Italiane, che si trovano in difficolta? economiche;
  • Ramo NON ONLUS:
    • borse di studio a favore di seminari e noviziati e con collaborazioni, tramite assistenza logistica e l’offerta di supporti didattici, a corsi di aggiornamento vocazionali organizzati dalle Diocesi, rivolti a giovani interessati al problema vocazionale ed a sacerdoti e religiosi/e.;
    • aiuto a sacerdoti e religiosi/e in difficolta? nella loro attività per ragioni di età, di salute o altro, attraverso interventi finanziari o fornitura dei servizi ritenuti più appropriati;
    • contributi per l’organizzazione di concorsi culturali sulla figura del sacerdote e/o del/la religioso/a, e d’incontri tra giovani e/o anziani (in particolare genitori) su temi vocazionali.
    • elargizioni per favorire iniziative culturali finalizzate a diffondere e rafforzare il Cattolicesimo nella societa? ed elevare la stima verso sacerdoti e religiosi/e.

Leggete con attenzione le Linee Guida e gli Allegati. Affrettatevi a trasmettere le Vostre richieste.

La Fondazione è un “seme prezioso nelle mani dei Serrani”.

Marco Crovara

Serra Club Italia sull’Osservatore Romano

Riportiamo qui di seguito l’intervista di Igor Traboni al Presidente Mori, pubblicata dall’Osservatore Romano dell’11 settembre 2020 (clicca anche qui)

La multiforme esperienza dei Serra Club Italia

Chiamati a un progetto universale

Il Serra Club deve il suo nome al frate francescano spagnolo Junípero Serra, evangelizzatore della California nel Settecento e canonizzato da Papa Francesco nel 2015. Si tratta di un’organizzazione laicale internazionale al servizio delle vocazioni della Chiesa cattolica. È diffusa in trentacinque Paesi di tutti e cinque i continenti, con oltre 20.000 soci. In Italia i Club sono cinquantasei, attivi in altrettante diocesi, compresi in nove distretti e con circa 1.200 soci. La fondazione aiuta anche materialmente seminari e seminaristi. La onlus può ricevere le donazioni del 5 x mille. Il sito internet è www.serraclubitalia.it.

È il 23 settembre 2015 quando, nel santuario nazionale dell’Immacolata Concezione a Washington, Papa Francesco presiede la messa di canonizzazione di padre Junípero Serra, vissuto nel Settecento e beatificato da san Giovanni Paolo II nel 1988. A questo frate francescano di origini spagnole si deve l’evangelizzazione di una vasta area della California, da San Francisco a Los Angeles, a San Diego. «Ha saputo vivere — disse tra l’altro Papa Francesco nell’omelia della messa di canonizzazione — quello che è “la Chiesa in uscita”, questa Chiesa che sa uscire e andare per le strade, per condividere la tenerezza riconciliatrice di Dio. […] Scelse un motto che ispirò i suoi passi e plasmò la sua vita: seppe dire, ma soprattutto seppe vivere dicendo “Sempre avanti”. Questo è stato il modo che Junípero ha trovato per vivere la gioia del Vangelo, perché non si anestetizzasse il suo cuore. È stato sempre avanti, perché il Signore aspetta; sempre avanti, perché il fratello aspetta; sempre avanti per tutto ciò che ancora gli rimaneva da vivere; è stato sempre avanti. Come lui allora, che noi oggi possiamo dire: sempre avanti».... Continua a leggere

di Igor Traboni

Ricordo di Guido Belmonte

Con grande dolore il 4 settembre abbiamo appreso il ritorno al Padre dell’avv. Guido Belmonte, un Serrano convinto e fedele nella Sua lunga vita, il cui carisma ha toccato il cuore di quanti l’hanno conosciuto. Fu tra i fondatori del Serra Club di Napoli e contribuì alla crescita di tutto il Serra italiano. Del Serra Club di Napoli era stato Presidente dal 1991 al 1995 per 4 mandati consecutivi (quando il mandato era annuale) e per altri due mandati biennali dal 2005 al 2008. Fu Governatore del Distretto 72 nel biennio 1997-98.

Conobbi personalmente Guido Belmonte nel giugno 2008 a Roma in occasione della riunione distrettuale nella quale vi fu il passaggio delle consegne di Governatore del Distretto 72 da Ugo La Cava a Maria Luisa Coppola. Conoscevo le Sue qualità di eccelso giurista, di grande cultura, di Serrano devoto, ma rimasi subito colpito dalle sue doti personali di affabilità e di garbo, di fronte alle quali chiunque si sentiva a proprio agio, nonostante la naturale soggezione di fronte ad una Persona di grande levatura culturale e spirituale. Da allora ho avuto modo di incontrarlo più volte in occasioni serrane a Napoli, a Roma, e qui a Viterbo, sempre apprezzando nei suoi interventi la sua indole ricca di umanità e saggezza. Il suo modo di esprimersi evidenziava un profondo spirito cristiano e una grande devozione mariana. In effetti, secondo la testimonianza di tanti, nessuna associazione ha mai potuto delimitarlo o contraddistinguerlo, e questo per il solo fatto che lui era fedele e leale alla Chiesa e alle sue espressioni: ha animato la S.Vincenzo de’ Paoli, l’Azione Cattolica, l’Unitalsi, il Serra, la propria Parrocchia e ha voluto con garbo portare la sua disponibilità e competenza; ha guardato e accompagnato sempre i giovani, fossero loro praticanti avvocati o giovani barellieri, dando loro fiducia e testimonianza. Esprimeva un cruccio però: non capiva perché le varie Associazioni non potessero agire insieme per un bene comune! Era anche un appassionato cultore della storia della sua città e, in maniera severa, ma obiettiva, delle vicissitudini che portarono le Regioni del Sud all’unificazione con quelle del Nord, oggetto della pubblicazione nel 2016 di un libro di importante interesse storico e culturale. L’estremo saluto a Lui rivolto nella Cappella dell’Arciconfraternita dei Pellegrini a Napoli testimonia inoltre il suo operoso sodalizio con l’Arciconfraternita, di cui era un appassionato studioso e benefattore.

Enzo Ancarani

Le missioni di Junipero Serra

Missione di San Antonio da Padova, California. Foto: Richard Wong

Nella seconda metà del 2020 si è molto parlato e discusso di Fra Junipero Serra. Il tutto è iniziato esattamente venerdì 20 giugno quando la statua di Padre Junipero Serra nel Parco di San Francisco è stata abbattuta da mani iconoclaste, cui ha fatto seguito quella di Palma di Maiorca, l’isola delle Baleari dove nacque nel 1713, imbrattata di rosso con la scritta “racista”, che vuol dire “razzista”.

In effetti, non è la prima volta che questo frate francescano, passato alla storia come Apostolo della California, sia stato oggetto di oltraggio e di contestazioni nell’America Latina. Ad iniziare dal 23 settembre 2105, quando Papa Francesco, con la solenne cerimonia svoltasi a Washington nel Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, annunciò la sua canonizzazione ricordandolo nella sua omelia come “un vero missionario che ispirò i suoi passi e plasmò la sua vita alla gioia del Vangelo e che seppe dire, ma soprattutto seppe vivere dicendo: “Sempre avanti”. Così come nel 2017 a Santa  Barbara, a nord di Los Angeles, quando la sua immagine ebbe a subire atti vandalici con la statua decapitata e imbrattata di vernice rosso sangue.... Continua a leggere

 

Cosimo Lasorsa