News sulla Convention internazionale del Serra 2021

A causa della preoccupazione per la salute e la sicurezza dei Serrani, la Convention di Toronto originariamente prevista per giugno di quest’anno sarà rinviata al 2022.

Invece, la 78a Convention internazionale di Serra si terrà a Chicago, Illinois, USA, dal 7 al 10 ottobre 2021, dandoci qualche mese in più per tenere sotto controllo la pandemia tramite vaccinazioni e altre misure.

La sede dell’evento sarà lo storico Palmer House Hilton Hotel. Non perdete l’opportunità di goderti una delle principali metropoli di fama mondiale degli Stati Uniti ricca di attrazioni culturali e leggende.

Cammino quaresimale di incontri online. Secondo incontro con Fra’ Cristiano Di Gesù

Pubblichiamo il video con cui Fra’ Cristiano Di Gesù, dall’Eremo di Santa Maria Maddalena, ci guida nel secondo incontro di cammino quaresimale rivolto ai soci del Serra Club Italia.

Il Serra Club Tigullio spegne 40 candeline raccontandosi in un video

Una festa in cammino

Il Serra Club Tigullio spegne 40 candeline raccontandosi in un video

Cari Amici Serrani tutti,

“Dare un messaggio di quello che è stato e continua ad essere l’incontro di un gruppo di laici che, nel cammino della loro vita, hanno voluto essere vicini alle vocazioni sacerdotali e religiose nella Chiesa Cattolica. Sappiamo bene che ai giorni nostri questo discorso da remoto sarà ascoltato attraverso i nuovi mezzi di comunicazione anche da persone che non conoscono il Serra Club; ciò è molto bello perché ci stimola a cogliere l’opportunità di dire loro chi siamo, cosa facciamo e perché. E poi, se possibile, riuscire ad esprimere la gioia della nostra appartenenza quarantennale…”

. Questo tragico tempo di pandemia rende impossibile l’organizzazione di eventi pubblici ma il desiderio di raccontare questa esperienza ecclesiale era più forte e, pensa e ripensa, dal cilindro degli amici serrani è spuntata questa idea. Il video – ma potremmo chiamarlo “docu-video” vista la notevole mole di notizie e immagini, molte delle quali d’epoca – si intitola “Serra Club Tigullio –  In quarant’anni cenni di storia”, da me scritto e interpretato nel  il ruolo di voce narrante. Il montaggio è di Giampiero Barbieri.

Il 4 novembre 1980, dopo quattro anni di preparazione con approfondimenti e frequentazioni ai meeting del Serra Club Genova,  n°184 della galassia del mondo serrano e primo in  Italia, avviene l’incorporazione del Serra Club Tigullio n° 526, con sede in Chiavari presso il Seminario vescovile. La Charter verrà consegnata il 14 febbraio 1981. “Il nostro Vescovo Daniele quella mattina aveva accolto – ricorda Baratta – sotto il pronao della Cattedrale prima della santa messa il Governatore portatore della Charter Luigi Paganini”.

La condivisione di fervida amicizia nei momenti conviviali è sfociata in un multiforme servizio che va dall’accompagnare i sacerdoti anziani o sprovvisti di mezzo di trasporto a celebrare la Santa Messa nelle chiese periferiche anche in lontane parrocchie, ai concorsi rivolti ai giovani nell’intento di alimentare il loro senso critico e la ricerca dei valori fondamentali del cristianesimo, del senso e delle scelte di vita. Da molti anni il Serra Club Tigullio, ascoltando il desiderio del Vescovo Diocesano, si impegna nell’incontro natalizio con gli altri club service e associazioni benefiche del territorio (circa trentacinque entità) finalizzato a sostenere le quattro mense per i poveri del Tigullio gestite dalle parrocchie o dai Frati Cappuccini. Un momento di solidarietà ed anche l’occasione per raccontare il cammino serrano.

Quarant’anni, cenni di storia, nella gioia del servizio alla Chiesa. Siempre adelante.

Un caro saluto e un abbraccio a tutti voi serrani che ascolterete questo racconto.

Francesco Baratta

Quaresima, un’opportunità. La preghiera di Sant’Efrem il Siro per riscoprire la bellezza della vita

Messaggio per la Quaresima di Mons. Valerio Lazzari, vescovo di Lugano.

Cari amici,
Quest’anno potrebbe sembrarci ancora più difficile del solito entrare in Quaresima, abbracciare con gioia
e con slancio questo tempo che ci prepara a Pasqua. In fondo potremmo dirci: è da un anno che siamo
in Quaresima! Quante rinunce, quante limitazioni, quante restrizioni abbiamo dovuto accettare in questo
tempo di pandemia. Ci sembra di essere in Quaresima da sempre! Che cosa viene a fare, adesso, questo
tempo diverso che la Chiesa ci propone per preparare la Pasqua?
Ecco, qui, forse, dovremmo cambiare il nostro immaginario. La Quaresima non ci è proposta per
appesantire ulteriormente le nostre già difficili esistenze. Piuttosto, viene a suggerirci, a invitarci, a farci
cogliere un’opportunità. La Quaresima si presenta come un tempo favorevole, un tempo buono, un
tempo conveniente: ma per fare che cosa?
Non certo a scrollarci di dosso le croci inevitabili che ciascuno di noi è chiamato a portare e ad assumere.
A non trascinarle dietro di sé, ma a portarle con la propria esistenza, la propria libertà, il proprio amore.
A toglierci quei pesi inutili che siamo noi stessi ad alimentare. La nostra recriminazione, la nostra
disposizione permanente a lamentarci di qualsiasi cosa, il nostro osservare più le cose che ci mancano e
che non possiamo ancora avere, piuttosto che accogliere con gratitudine quelle che ci vengono incontro
giorno dopo giorno. Quanto peso, quanta sofferenza inutile il nostro io, il nostro ego insoddisfatto, rischia
di caricarci sulle spalle.
Allora ecco la Quaresima, che viene a darci gli strumenti per scoprire che c’è una parola da ascoltare e
che Dio desidera il nostro silenzio interiore non per metterci a tacere, ma per farci ascoltare quello che
ha da dirci nel profondo del cuore. Quell’amore che ci vuole far sentire, quel sostegno che nel suo Figlio
non cessa di darci, quel respiro che ci permette di sognare e di guardare più in avanti, di immaginare una
vita diversa da quella che stiamo facendo. Non per sfuggire, ma per scoprire che c’è di più in quello che
non c’è ancora e che non abbiamo ancora visto, di più rispetto a quanto abbiamo già sperimentato.
La Quaresima si offre a noi come un tempo austero, esigente. Ci viene chiesto di assumere la nostra
povertà, ma per scoprirla riempita dalla misericordia del Signore. Possiamo vivere riconciliati, possiamo
lasciare andare tutto il tormento che ci siamo costruiti e che ci opprime.
Vorrei proporvi, carissimi amici, di tenere lo spirito della Quaresima con una preghiera. Una preghiera
che viene dalla grande tradizione dell’Oriente e che potete ritrovare scritta accanto a questo video, perché
la possiate prendere con voi durante i giorni che ci preparano alla Pasqua. È la preghiera di sant’Efrem il
Siro, una preghiera che dice bene quell’atteggiamento di novità, di bellezza e di bontà che nella Quaresima
siamo chiamati ad assumere, per scaricarci di tutto ciò che rende disumano, brutto e opaco il nostro
vivere. E per farci scoprire a quale bellezza e a quale speranza siamo chiamati.

Signore delle nostre vite, allontana da noi lo spirito dell’ozio, della tristezza, del dominio, e le parole vane. Accorda
ai tuoi servi lo spirito di castità, di umiltà, di perseveranza e la carità che non viene mai meno. Sì, nostro Signore e
nostro Re, concedici di vedere i nostri peccati e di non giudicare i fratelli, e tu sarai benedetto ora e nei secoli dei secoli.
Amen.

Buona Quaresima a tutti!

Inizia il cammino quaresimale di incontri online. Primo incontro con Mons. Formenti

Pubblichiamo il video con cui Mons. Vittorio Formenti ci guida nel primo incontro di cammino quaresimale rivolto ai soci del Serra Club Italia.

Mons. Vittorio Formenti

Breve presentazione a cura di Cosimo Lasorsa.

Nato a Castrezzato (Brescia) il 29 dicembre 1944, don Vittorio Formenti ha effettuato gli studi presso il Seminario Vescovile di Brescia. Ordinato sacerdote il 31 agosto 1968, ha conseguito la licenza in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense nel febbraio 1977 e il dottorato “magna cum laude” nel febbraio 1984 con la tesi: “I lontani nel pensiero e nell’azione pastorale di G. B. Montini, Arcivescovo di Milano 1955-1963”.

Agli inizi della sua attività di Ministero pastorale, ha assolto l’incarico di Vicario Parrocchiale presso la Parrocchia di S. Gaudenzio a Brescia, è stato insegnante di religione, membro del Consiglio Presbiterale Diocesano, assistente di gruppi di volontariato vincenziano e Confessore ordinario presso il Seminario Diocesano di Brescia.

Nel 1980 è stato nominato Officiale della Segreteria di Stato nella Città del Vaticano, e dal 1996 al 2016 ha ricoperto l’incarico di Direttore dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, alle dipendenze della Segreteria di Stato della S. Sede. Autore di numerose pubblicazioni, quali “Dalla parte di San Pietro”, raccolta di articoli scritti per il periodico “Essere”, “Le stagioni del credere”, “Pallide lune silenti”, “Oratorio ieri”, ed altri.

Dal 1993 è Cappellano del Serra Club di Roma, dove, con la sua presenza costante e la sua parola di fede, ci ha sempre guidato e sostenuto sulla strada del Vangelo. 

Incontro in videoconferenza con il Consulente Episcopale S.E. Mons Patron WONG.

Riportiamo la comunicazione del Presidente relativa all’incontro in videoconferenza con il nostro Consulente Episcopale S.E. Mons. Patron Wong fissata per sabato 27 febbraio p.v. dalle ore 9,30 alle ore 10,15.

L’incontro si terrà sulla piattaforma Zoom con apertura del collegamento dalle ore 9,00, in modo da consentire un ordinato accesso alla piattaforma e consentire l’inizio dell’incontro nel rispetto dei tempi previsti.

Il link di accesso sarà il seguente: https://us02web.zoom.us/j/87002908576

Serra International
Consiglio Nazionale Italiano

 

 

Il Presidente

Pontremoli, 14 febbraio 2021

Amici carissimi,

Purtroppo, come ormai da un anno a questa parte, i nostri incontri si svolgono in maniera virtuale ma è pur sempre un modo per stare insieme, vederci, parlarci e portare avanti quello che è la nostra Associazione: il servizio alla Chiesa, l’amicizia ai sacerdoti e seminaristi e l’essere innamorati di Gesù.

Con gioia vi comunico che sabato 27 febbraio p.v. il nostro Consulente Episcopale S.E. Mons. Jorge Carlos Patron Wong sarà collegato con noi in videoconferenza.

Sua Eccellenza vorrebbe ascoltare le nostre esperienze vissute in questo ultimo anno e poi avere un momento di riflessione sulla quaresima e la S. Pasqua ormai prossime.

L’invito è rivolto a tutto il Consiglio Nazionale e a tutti i Presidenti di Club o loro delegati nel caso in cui, in questa giornata, non avessero la possibilità di partecipare.

Per chi volesse porre una domanda o portare un’esperienza del suo Club (massimo 2 minuti), inerente quanto richiesto da Sua Eccellenza, prego inviarla entro lunedì 22 febbraio alla mail della Segreteria Nazionale: segrammserra@gmail.com, che si occuperà anche di comunicare tutti gli aspetti tecnici per il collegamento: orario, link ecc.

Certo che non farete mancare la vostra presenza, vi abbraccio fraternamente.

Enrico Mori

Maria, Madre delle Vocazioni e San Junipero Serra, pregate per noi

Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità

Proponiamo il messaggio con il quale Papa Francesco ci richiama al tempo forte della conversione in preparazione della Pasqua.

“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18).
Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.

 

Cari fratelli e sorelle,

annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela loro il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza del mondo. ... Continua a leggere

Ultim’ora: prorogata la data ultima per l’invio delle foto per il Contest #GuardoSenzaFiltri

A causa della situazione contingente, il Presidente della Fondazione Beato Junipero Serra ed  la Governatrice del Distretto 73 hanno deciso di prolungare al 31 Marzo il tempo utile per l’invio delle fotografie del Contest Fotografico.

 

scarica il modulo di iscrizione in pdf

MODULO DI ISCRIZIONE (formato docx)

SCARICA IL REGOLAMENTO fondazione

 

Cambia il segno della pace

L’abitudine di scambiarsi un segno di pace tra i fedeli nell’ascolto della Santa Messa, che si svolge tra il Padre Nostro e la frazione del pane, durante la quale si implora l’Agnello di Dio perché ci doni la sua pace, risale ai tempi più antichi della storia del cristianesimo. Un’esplicitazione del senso della comunione cristiana, come lo spiegano i liturgisti, che trova conferma con le testimonianze di San Giustino di Nablus, nel II secolo, con la sua Apologia, che lo contempla al termine delle preghiere, e di San Cirillo di Gerusalemme, nel IV secolo, con la sua Catechesi Mistagogica, che lo pone subito prima del dialogo del prefazio. Un gesto che intende rimarcare l’importanza della pace che viene dal Signore, perché il termine pace non può che essere inteso se non come compendio di ogni bene, dono messianico per eccellenza e frutto dello Spirito Santo. ... Continua a leggere

 

Cosimo Lasorsa

Un itinerario serrano di incontri online per il cammino quaresimale.

Avvicinandosi il tempo di Quaresima, ci poniamo ai piedi della croce per alzare lo sguardo e scorgere la luce di Cristo che illumina il buio delle nostre paure, che guarisce le nostre solitudini nell’annuncio della salvezza, della vita rinnovata, nel dono di Sé. Papa Francesco (Cracovia 2016) ci ricorda che seguire la via della croce ci conduce alla felicità di seguire Cristo in tutte le circostanze, anche drammatiche, della nostra quotidianità, perché “è la via della speranza e del futuro. Chi la percorre con generosità e con fede dona speranza al futuro all’umanità. Chi la percorre con generosità e con fede semina speranza”.

Ci prepariamo ad incamminarci su questa via verso la luce, proponendo un itinerario spirituale con brevi ‘soste’ di riflessione sul Vangelo delle domeniche di Quaresima, guidati da alcuni sacerdoti che si avvicenderanno da sabato 20 febbraio sul nostro portale.

Di introduzione a questo itinerario, pubblichiamo il testo di Mons. Vittorio Formenti (Cappellano del Serra Club di Roma e già Direttore dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa). Potremo ascoltarlo sabato 20 febbraio per il primo appuntamento.

Paola Poli

Convertiti e credi al Vangelo.

Spunti per un itinerario di riflessione quaresimale.

Nell’ottica del prossimo inizio della quaresima, da sempre offerto ai credenti quale periodo di forte riflessione e revisione di vita alla luce della Parola di Dio, mi tornano nella memoria le quaresime giovanili del mio lungo vissuto nel paese dove sono nato e cresciuto.

La quaresima era allora, come oggi, preceduta dal periodo che, nell’accezione laica e godereccia del termine carnevale, lasciava e continua a lasciare anche ai nostri giorni spazio a iniziative di divertimento collettivo. Negli anni della mia infanzia -siamo nell’immediato dopoguerra- faceva il giro nelle aie dei casolari, trainato da un cavallo, uno strumento meccanico a percussione che generava gradevoli suoni, dagli esperti chiamato organo da piazza.  Al suono di tale strumento, oggi forse conservato da qualche collezionista, i contadini, pur stanchi dal lavoro dei campi, si concedevano qualche ballo, rigorosamente con le mogli. I pochi, fortunati giovani che avevano la possibilità di accedere agli studi organizzavano serate mascherate a base di scherzi goliardici che si concludevano con merende casarecce preparate dalle mamme.  Ma quando arrivava il mercoledì di inizio della quaresima, tutto cambiava radicalmente. Chi non era al lavoro accorreva all’austera cerimonia dell’imposizione delle ceneri, e i venerdì del periodo successivo fino a Pasqua erano rigorosamente di magro, ma anche di digiuno, peraltro causato da autentica penuria di cibo. Le chiese parrocchiali poi continuavano a riempirsi  di fedeli per i quaresimali, catechesi tenuta da valenti predicatori, generalmente religiosi che tuonavano dai vecchi pulpiti, oggi ovunque in disuso. Mi parrebbe di disquisire di tempi giurassici… Oggi tutto è mutato. Il carnevale dell’anno in corso  ha riportato per tutti l’uso obbligatorio di una  maschera, non per fare scherzi, ma per difenderci da una molecola, invisibile anche al microscopio, che ha messo il mondo intero in ginocchio. E, paradossalmente, ha svuotato le chiese anche dal residuo dei credenti di oggi.

A supporto di una evidente secolarizzazione della società italiana, cito alcuni dati statistici di una recente ricerca del sociologo Franco Garelli, pubblicata dal Corriere della Sera, attinente alla religiosità degli italiani relativa al termine dello scorso secolo fino ai primi vent’anni del terzo millennio: solo 75 persone su 100 oggi in Italia credono nell’esistenza di Dio, prima erano 82. Solo 22 persone partecipano alle messe domenicali, prima superavano le 30. 76 italiani si dichiarano cattolici, almeno sulla carta, prima erano 88. Il ricorso alla preghiera in caso di bisogno, che prima coinvolgeva il 60% della popolazione, ora è sceso a meno di 40. Il dato più drammatico: tra i giovani compresi tra i 18 e il 34 anni il 40%si dichiara non credente, senza Dio, senza preghiera, senza alcuna esigenza di vita spirituale. L’83% degli italiani si dichiara favorevole all’aborto terapeutico. E si potrebbe continuare con il cahier des doléances.

Per gli amici serrani cito anche la statistica delle vocazioni al sacerdozio. Dopo il vistoso calo iniziato negli anni sessanta del secolo scorso, abbiamo avuto, ma non in Italia, un incoraggiante aumento dall’anno 2000 fino al 2013. Poi è ripreso in tutto il mondo il ritmo della negatività.

Ci sovvengono le parole di Gesù nel Vangelo. “Volete andarvene anche voi?”. Lo smarrimento che si registra in tutti gli ambienti e a tutti i livelli della società, come conseguenza della pandemia, ci obbliga a porci alcune domande a partire dello stimolo che, iniziando il periodo quaresimale, viene presentato dalla Parola di Dio. Dopo il peccato originale Dio rivolge ad Adamo una domanda. “Dove sei?”. Da qui dovremmo ripartire per giungere a riconsiderare il senso della nostra esistenza, costituita per tutti da momenti positivi e negativi. I nostri progenitori non hanno peccato perché cercavano la felicità, della quale era lastricato il paradiso terrestre, ma per il tentativo di essere “creatori” di se stessi. Si tratta di un delirio di onnipotenza che ha dolorosamente segnato, e continua a contrassegnare, l’intera storia dell’umanità.

E’, a ben vedere, la medesima situazione nella quale si trova l’uomo contemporaneo, il quale è convinto che la scienza, il progresso tecnologico, la ricchezza, il denaro possano risolvere ogni problema della quotidianità.  A questo punto lasciamo che sia  uno sconosciuto Profeta ad interloquire con noi,  Gioele. Evochiamo la sua esperienza. Più di un secolo e mezzo è trascorso dopo il ritorno del Popolo eletto dopo l’esilio. Il tempio e la città di Gerusalemme appaiono ricostruiti, e il piccolo nucleo di Giudei, poco interessati alla politica, conduce una vita relativamente tranquilla. Forse si può parlare di una certa prosperità. Nessuna nuvola compare all’orizzonte. Nessun movimento spirituale intenso anima la Comunità e un certo materialismo si fa strada quasi inconsciamente. Ma, all’improvviso, sopraggiunge una calamità: un esercito di cavallette distrugge i raccolti. Tutti allora corrono al tempio a lamentarsi. Interviene Gioele che esorta alla penitenza e ad una radicale conversione del cuore. Nel flagello del momento legato alla natura egli legge un appello di Jahweh che invita il popolo a ritornare a lui mediante una conversione profonda e duratura. È quanto la liturgia della celebrazione eucaristica di inizio della quaresima ci propone nella prima lettura dal tono lirico e con un chiaro linguaggio semantico.

Conversione per il cristiano significa dare una risposta alla domanda che ci siamo posti: “Volete andarvene anche voi?”. “Tu solo, Signore, hai parole di vita eterna”.

Dalla presa d’atto dell’attuale smarrimento e generale confusione, accentuata dalla pandemia, ma anche da una miope gestione della politica, non dobbiamo cadere in un negativo atteggiamento di passiva attesa e di immaturo fatalismo, in quanto, come credenti continuiamo ad essere portatori di una “buona notizia”. Ci aiuta San Paolo: “Ti basta la mia grazia, la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché domini in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio delle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor. 12,9-10). E’ il Cristo trionfante che celebreremo nella prossima solennità della Pasqua la risposta ultima del credente, non un vaccino o un’idea politica, pur necessari per  soluzioni positive al momento che stiamo vivendo.

Scrive il Cardinale Giacomo Biffi: il cristianesimo non è solo dottrina, ma “è potenza in atto: la potenza di Gesù crocifisso e risorto che vince il regno oscuro della morte, domina tutti gli spazi e tutta la storia, resta nell’eternità come fonte inesausta di un’energia che trascende ogni estenuazione e rende provvisoria ogni nostra sconfitta. Solo in questo avvenimento e in questa potenza può essere sciolto l’enigma dell’esistenza umana e può ricevere risposta autentica l’implorazione del nostro essere scampato dal baratro dell’insignificanza e dall’assurdità”.

Annunciare questa forza vitale e vincitrice del Vangelo fu la preoccupazione degli Apostoli che nel corso dei secoli ha causato, e continua tuttora a causare, un numero sterminato di martiri. In una società di fatto secolarizzata il nostro credere diventa una sfida per un mondo dominato dal piacere, dalla smania del possedere, dalla gestione del potere, dal successo immediato nella carriera professionale.

Ecco perché è importante che ci rendiamo conto, come credenti, ma anche come appartenenti ad un benemerito sodalizio che si impegna a sostenere i chiamati alla vita sacerdotale, da dove veniamo, chi siamo, quale testimonianza siamo chiamati ad offrire al prossimo che ci guarda e ci giudica. Senza questa consapevolezza non prenderemmo mai coscienza che stiamo sprecando l’unica cosa preziosa che ci viene dalla fede: la nostra vita non finisce con la morte, perché è stata creata per l’eternità.

Buona quaresima a tutti.

 

                                                                             Don Vittorio Formenti