“Formare un prete, fibra di forza e di misericordia “. Il Card. Stella presenta la Congregazione per il Clero

Congregazione per il Clero – Il cardinale Stella accanto alla foto di San Giovanni Maria Vianney

Condividiamo il video con il quale S.E. il Card. Beniamino Stella presenta la Congregazione per il Clero, nonché l’intervista rilasciata ad Alessandro De Carolis, giornalista di Vatican News.

fonte: Vatican News

Il “laboratorio” è il seminario, dove non si costruisce solo un intelletto ma specialmente il cuore, la fibra stessa, umana prima ancora che cristiana, dell’uomo chiamato a diventare pastore di anime. Un percorso, quello della formazione sacerdotale, che la Congregazione per il Clero cura con speciale attenzione nel quadro di una attività che abbraccia e amministra tutti gli aspetti della vita di un ministro di Dio nelle sue varie articolazioni, con un bilancio di missione annuo intorno ai 2 milioni di euro (dato 2021). Il cardinale Beniamino Stella, prefetto del dicastero, spiega il lavoro dei suoi collaboratori lungo la strada indicata da Papa Francesco, quella di una Chiesa servita e animata da intelligenze e braccia che fanno rivivere, ovunque nel mondo, la figura del buon samaritano.

La lettera scritta il 4 agosto 2019, in occasione del 160.mo anniversario della morte del Curato d’Ars, rappresenta una piccola “summa” pastorale e spirituale del magistero di Papa Francesco sul sacerdozio; qual è l’identikit del prete che se ne ricava?

Papa Francesco è sempre molto attento ai sacerdoti e al loro ministero. Ad essi infatti ha parlato in diverse occasioni, mettendo in evidenza alcuni aspetti della vita presbiterale. La Lettera per il 160° anniversario della morte di San Giovanni Maria Vianney rappresenta un dono particolare del Santo Padre, il Quale si rivolge ai sacerdoti partendo, in primo luogo, dalla loro stessa esperienza di vita. Leggendo il testo del Papa, sembra che egli “veda” i suoi “fratelli presbiteri”, i quali “senza far rumore” lasciano tutto per impegnarsi al servizio delle comunità e lavorano “in trincea”, esposti alle più varie situazioni, mettendoci “la faccia”, ma senza darsi “troppa importanza, affinché il popolo di Dio sia curato e accompagnato”.

Papa Francesco offre quindi un identikit “esistenziale” del prete. Non parla, infatti, di un sacerdote ideale, che non esiste, ma nella realtà si rivolge alla moltitudine di presbiteri che “in tante occasioni, in maniera silenziosa e sacrificata”, impegnandosi nel “servizio a Dio e al suo popolo”, nell’annuncio del Vangelo, nella celebrazione dei Sacramenti e nella testimonianza della carità, scrivono “le più belle pagine della vita sacerdotale”.  Nonostante i peccati e persino talvolta i delitti di alcuni membri del clero, sui quali il Santo Padre non tace, egli evidenzia che vi sono “tanti sacerdoti che, in maniera costante e integra (…), fanno della loro vita un’opera di misericordia”.

Ecco, proprio la misericordia, dice il Santo Padre, dopo il dono della propria vita, è un’altra “qualità squisita” del prete, che lo configura a Cristo Buon Pastore. Si tratta di un atteggiamento gioioso, che attinge dalla preghiera e dai sacramenti la sua forza, che prende forma nella comunione con il Vescovo e con i confratelli, che si realizza nell’entusiasmo per l’evangelizzazione e che, nella perseveranza e nella “sopportazione”, diventa prossimità e vicinanza “alla carne del fratello sofferente”.

Una ulteriore caratteristica indicata dal Santo Padre è il “coraggio sacerdotale”, che la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis pone all’interno della necessaria maturità umana richiesta ai candidati agli ordini sacri. Spiega Papa Francesco che il ministero presbiterale non è immune “dalla sofferenza, da dolore e persino dall’incomprensione”, che sono mezzi di configurazione a Cristo, quando sono assunti e integrati nel cammino di fede e di preghiera, mediante il quale il sacerdote, rifuggendo l’accidia – che il Papa chiama “tristezza dolciastra” – resta “davanti al Signore”, il quale ne guarisce il cuore ferito e ne lava i piedi che si sono sporcati con la “mondanità”.

Infine, l’identikit offerto dalla Lettera, descrivendo, senza citarla, l’esperienza di santità del Curato d’Ars, esplicita “due legami costitutivi” dell’identità sacerdotale: quello personale, intimo e profondo con Gesù, e quello con il Popolo di Dio. L’atteggiamento che il Santo Padre propone in conclusione, sull’esempio della Madre di Dio, è la lode. Potremmo dire, riassumendo i tratti di vita sacerdotale presentati nella lettera, che Papa Francesco chiede ai presbiteri di oggi di essere preti del Magnificat.

Per il Pontefice “il rinnovamento della fede e il futuro delle vocazioni è possibile solo se abbiamo preti ben formati”. Che spazio occupano i temi della pastorale vocazionale e della formazione permanente del clero nel lavoro della Congregazione?

La Congregazione per il Clero ha dedicato tempo ed energie alla redazione della Nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, pubblicata l’8 dicembre del 2016, che, quindi, alla fine del 2021 sarà vigente da un quinquennio. È proprio lo stesso “dono della vocazione al presbiterato, posto da Dio nel cuore di alcuni uomini, che impegna la Chiesa a proporre loro un serio cammino di formazione”. Papa Francesco, incontrando la Congregazione, in occasione della Plenaria del 2014, definiva la formazione come “custodire e far crescere le vocazioni perché portino frutti maturi. Esse infatti sono un diamante grezzo, da lavorare con cura, rispetto della coscienza delle persone, e con pazienza, perché brillino in mezzo al popolo di Dio”. Nella prospettiva della Ratio, la formazione sacerdotale è unica, inizia in Seminario (la Formazione Iniziale), e continua per tutta la vita del sacerdote (la Formazione Permanente).

La Congregazione, quindi, accompagna le Conferenze Episcopali, e talora anche le singole diocesi, nella promozione della formazione, iniziale e permanente del clero. Un’occasione propizia per un dialogo in proposito con i Vescovi dei vari Paesi del mondo è costituita delle periodiche Visite ad limina, un momento nel quale, oltre a trattare diversi altri argomenti relativi alle competenze del Dicastero, viene dato ampio spazio al tema dei Seminari e dei percorsi di formazione permanente del clero. La Congregazione esorta a mettere in atto progetti di formazione e accompagna i cammini iniziati offrendo indicazioni sia di metodo che di contenuto.

La Congregazione, infine, riserva una particolare attenzione alle vocazioni sacerdotali, sollecitando l’istituzione e la promozione nelle singole diocesi, o a livello regionale o nazionale, di appositi Centri, incoraggiando iniziative di preghiera e, infine, sostenendo i Vescovi, quali primi responsabili delle vocazioni al sacerdozio. È convinzione condivisa, infatti, che la presenza nelle comunità di un clero formato umanamente, spiritualmente, intellettualmente e pastoralmente, secondo le note quattro dimensioni presentate da Pastores dabo vobis, contribuirà in modo significativo a suscitare un clima spirituale adatto al germogliare di nuove vocazioni.

Come si articola l’attività del Dicastero e quali sono i costi di gestione che vi consentono di sostenere gli obiettivi della “missione” che vi è affidata?

Come suggerisce la parola Congregazione, il Dicastero è composto da una pluralità di persone che collaborano per il servizio al clero. Sono chiamati a farne parte, come Membri alcuni Cardinali, Arcivescovi e Vescovi, designati dal Santo Padre sia all’interno della Curia Romana che dalle diverse parti del mondo, garantendo così il respiro universale. Alla Congregazione presiede un Cardinale Prefetto, coadiuvato da due Arcivescovi Segretari, uno dei quali incaricato per i Seminari, e da un Sotto-Segretario. All’interno del Dicastero sono operativi 27 sacerdoti e 4 laici. Inoltre, quando è necessario, collaborano con il Dicastero alcuni Consultori (teologi, canonisti, psicologi, giuristi) sia chierici che laici.

L’attività della Congregazione per il Clero è articolata in quattro Uffici. L’Ufficio Clero, oltre alle numerose pratiche “disciplinari” e ai casi di sostegno alle Chiese particolari, esamina esposti e risponde a richieste da parte di Vescovi e chierici. Un ambito significativo è quello dei “Ricorsi gerarchici”, ad esempio contro la soppressione delle parrocchie, come espressione della libertà dei fedeli di “dialogare” con l’autorità quando si sentono gravati da un qualche atto di governo e non è possibile, nonostante i tentativi, giungere altrimenti a una soluzione pacifica. Attraverso le “Facoltà Speciali” concesse al Dicastero, la Congregazione può dimettere, per cause molto gravi, presbiteri e diaconi dallo stato clericale.  Dal lavoro e dall’esperienza dell’Ufficio Clero è nata la recente Istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa (20 luglio 2020).

L’Ufficio Seminari si occupa della promozione delle vocazioni e sostiene i Vescovi diocesani e le Conferenze Episcopali nel campo della formazione sacerdotale, iniziale e permanente, in particolare dei Seminari. Promuove la conoscenza e l’applicazione della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis e accompagna gli episcopati locali nella redazione della Ratio Nationalis, che poi deve essere approvata dalla Congregazione per il Clero. È inoltre competente per i Collegi e i Convitti Sacerdotali di Roma. L’Ufficio Amministrativo, considerando che la proprietà di tutti i beni ecclesiastici è in ogni caso «sotto la Suprema Autorità del Romano Pontefice» è uno degli strumenti di cui il Santo Padre si serve per vigilare sulla retta amministrazione del patrimonio della Chiesa. Il Dicastero esercita questa funzione anche quando si tratta di concedere la Licenza necessaria ad validitatem per alcuni atti di alienazione di beni. L’Ufficio Dispense si occupa di quei chierici che hanno abbandonato l’esercizio del ministero e intendono riconciliarsi con Dio, con la comunità ecclesiale e anche con la propria “storia”. La concessione della dispensa – riservata al Santo Padre – non è un diritto, ma una grazia, concessa caso per caso, come segno di misericordia, quando la situazione di abbandono del ministero e di perdita di identità da parte del chierico appare ormai irreversibile.

Per quanto riguarda i costi di gestione, essi sono da attribuire agli stipendi del Personale e alle spese operative, e sono coperti dalle entrate derivanti dalle Attività Istituzionali (concessione dei Rescritti in riferimento all’ordinamento dei beni ecclesiastici, delle dispense dagli obblighi sacerdotali e diaconali e dall’applicazione delle Facoltà Speciali). I Corsi di formazione proposti dal Dicastero, infine, sono finanziati parzialmente da un contributo simbolico da parte degli alunni, e per il resto attraverso la generosità di altri Enti, fra i quali, in gran parte, la Pia Fondazione Pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre”.

La questione del celibato sacerdotale ritorna ciclicamente al centro del dibattito della Chiesa. Papa Francesco ne ha ribadito più volte il valore di “dono” e – facendo propria una netta presa di posizione di San Paolo VI – ha sempre escluso una modifica dell’attuale disciplina ecclesiastica. In che modo la Congregazione rilancia il Magistero del Papa e promuove tra i sacerdoti la riflessione sul valore della scelta celibataria?

Il tema della vita celibe del sacerdote si ripresenta ciclicamente all’attenzione anche per il fatto che essa è un “segno di contraddizione” rispetto alla mentalità mondana, come del resto lo è il matrimonio fedele, indissolubile e aperto alla vita. Inoltre, le incoerenze e talora anche i delitti dei sacerdoti potrebbero far pensare che la problematica risieda proprio nel fatto che il sacerdote sia celibe. Tuttavia, i Pontefici dell’ultimo secolo hanno ribadito e motivato, anche in tempi non facili, il valore del celibato come donazione totale a Dio e, di conseguenza, come spazio di libertà per il ministero.

La Congregazione per il Clero contribuisce alla riaffermazione di questo valore anzitutto con un costante lavoro di studio per così dire interno: gli officiali – teologi, canonisti, psicologi, formatori – si applicano a una continua disamina del tema, con il contributo dei Membri e dei Consultori, affinché la scelta celibataria sia compresa nella sua autenticità ma anche nella sua attualità. Il frutto di tale lavoro è presentato nei Corsi promossi dal Dicastero e condiviso con le Conferenze Episcopali, con i Formatori dei Seminari e con le Università. Un aspetto fondamentale è quello della formazione al celibato sacerdotale. Essa, infatti, non può limitarsi al tempo del Seminario (formazione iniziale), ma deve continuare per tutta la vita del sacerdote (formazione permanente), affinché i presbiteri assumano e rinnovino costantemente la consapevolezza di essere “radicati in Cristo Sposo e totalmente consacrati al servizio del Popolo di Dio”, proprio intendendo il “celibato, come uno speciale dono di Dio”, secondo l’insegnamento della Ratio, al n. 110.

Non si tratta, tuttavia, di osservare esteriormente una pura disciplina, ma di cogliere e assimilare sempre e di nuovo, come esortava già San Giovanni Paolo II in Pastores dabo vobis, al n. 29, “la motivazione teologica della legge ecclesiastica sul celibato”. Si tratta, per così dire, di vivere un mistero, che forse “non è dato a tutti di capire” (Mt 19 11-12), ma che proprio per questo esige una profonda maturità umana e spirituale, che la Congregazione si impegna a promuovere attraverso i diversi canali formativi e di sostegno alle Chiese locali. C’è una bella immagine usata da Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica Postsinodale Querida Amazonia, al n. 101: “Gesù si presenta come Sposo della comunità che celebra l’Eucaristia, attraverso la figura di un uomo che la presiede come segno dell’unico Sacerdote”. Per questo il presbitero celibe non solo rappresenta, ma vive, potremmo dire, la rappresentazione vivente di “questo dialogo tra lo Sposo e la sposa”.

Il tema degli abusi sui minori da parte dei sacerdoti rimane una ferita ancora aperta nel cuore della Chiesa. Qual è il contributo specifico che il suo Dicastero può offrire all’opera di prevenzione e di sradicamento di questo doloroso fenomeno?

La prevenzione di questi delitti da parte dei chierici si trova in un’accurata formazione sacerdotale. Va però specificato che per formazione non si intende semplicemente la comunicazione di concetti, nell’ottica dell’informazione o dell’aggiornamento, quanto piuttosto – sia in Seminario che dopo l’ordinazione – di una formazione integrale, ossia riguardante tutti gli aspetti della persona, compresa anche la dimensione umana negli aspetti dell’affettività, della sessualità e della volontà. Il seminarista prima, e il sacerdote poi, sono chiamati a crescere armoniosamente come uomini dotati di sano equilibrio psicologico, di maturità affettiva e di capacità relazionale.

La Congregazione per il Clero propone tale tipo di educazione della personalità nei Seminari e nei percorsi di formazione permanente del Clero. La Ratio, infatti, richiede in questo campo la “massima attenzione”, esclude dagli ordini sacri coloro che “siano incorsi in alcun modo in delitti o situazioni problematiche in questo ambito”, e prevede “nel programma sia della formazione iniziale che di quella permanente” opportune “lezioni specifiche, seminari o corsi sulla protezione dei minori”, interessandosi anche  “alle aree di possibile sfruttamento o di violenza” quali “ad esempio, la tratta dei minori” o “il lavoro minorile” (Ratio, 202). La figura del sacerdote proposta dalla Ratio Fundamentalis, in proposito, è quella di un Padre e di un Pastore che si prende cura dei fedeli, un difensore dei più poveri e dei più deboli.

Nel 2013 alla Congregazione è stata affidata la competenza per i Seminari. In quali settori e con quali modalità si svolge questo lavoro?

Il Santo Padre Benedetto XVI, con il motu proprio Ministrorum Institutio, del 16 gennaio 2013, volle che la Congregazione per il Clero si prendesse cura di tutto ciò che riguarda la formazione, la vita e il ministero dei presbiteri e dei diaconi, nell’ottica dell’unità della materia. Sin dal 1992, infatti, l’esortazione apostolica Pastores dabo vobis aveva permesso di sorpassare una concezione di formazione identificata quasi esclusivamente con l’aspetto intellettuale, e tesa al superamento di esami e al conseguimento di titoli. La novità del documento, invece, consisteva nel presentare in primo luogo una formazione integrale, ossia comprendente, in armonia, quattro dimensioni: intellettuale spirituale, pastorale e umana. In secondo luogo, poi, una formazione unica e continua, articolata in due fasi. La prima in Seminario, come formazione iniziale che prosegue, poi, per tutta la vita del sacerdote nella seconda fase, ossia la formazione permanente.

In tale prospettiva è sorto il trasferimento di competenza nel 2013, seguito, nel 2016, dalla nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis. Di conseguenza, i quattro Uffici della Congregazione, distinti per esigenze di lavoro, operano insieme a favore del clero. In modo particolare, le istanze che emergono dalla vita concreta dei presbiteri contribuiscono a strutturare cammini di formazione più aderenti alla realtà e rispondenti alle esperienze del tempo presente. Nella pratica, il Dicastero accompagna le Conferenze Episcopali nella redazione di una Ratio Nationalis, ossia degli orientamenti per la formazione sacerdotale che, sulla base delle indicazioni per la Chiesa Universale, contenute nella Ratio Fundamentalis, rispecchino più adeguatamente la storia, la cultura e le sfide di ogni singolo Paese. Inoltre, la Congregazione è competente per i Seminari interdiocesani, per quanto riguarda la loro erezione, soppressione e accorpamento, nonché per l’approvazione degli statuti e la nomina del rettore, su proposta dell’episcopato locale.

Un ambito di particolare importanza in questo senso è quello delle Visite Apostoliche ordinarie ai Seminari, necessarie a mantenere costante il dialogo e lo scambio tra le Chiese particolari e la Chiesa Universale. Per garantire tale spirito, l’Ufficio Seminari promuove il dialogo con le apposite Commissioni Episcopali, nonché con le Associazioni Nazionali di Seminari. Oltre a questo stretto contatto con le Chiese locali, il Dicastero promuove regolarmente corsi di formazione per i formatori nei Seminari, solitamente per aree linguistiche, organizza un Corso di Prassi Amministrativa Canonica per quei sacerdoti studenti a Roma che saranno chiamati a essere operatori del diritto nelle diocesi di origine, nonché un Corso di Prassi Formativa, per quelli che si dedicheranno invece ad attività educative, specialmente nei Seminari. L’idea di fondo è quella di “pensare” e realizzare Seminari che preparino Sacerdoti secondo il Cuore di Cristo, adatti alle esigenze del mondo contemporaneo.

L’ambito di attività della Congregazione comprende anche il diaconato permanente. Qual è oggi la realtà di questo ministero nella Chiesa? E quale spazio specifico va riconosciuto ai diaconi per evitare il rischio che il loro ruolo resti sospeso a metà tra quello del prete e quello del laico?

Papa Francesco l’ha detto apertamente: “Dobbiamo stare attenti a non vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici”. E ha individuato la loro caratteristica principale: essi sono “i custodi del servizio nella Chiesa”. L’ordinazione diaconale è, per alcuni, detti diaconi transeunti, una tappa verso il sacerdozio ministeriale, nella quale si assume, per tutta la vita, l’atteggiamento di Cristo Servo, imitando il Signore Gesù anche nel celibato. Il Concilio Vaticano II, poi, nel solco della Tradizione della Chiesa, ha ristabilito la possibilità del diaconato permanente, ossia di uomini, anche sposati, ordinati non per il sacerdozio, ma proprio per il servizio nella Chiesa. Essi, infatti, esercitano il loro ministero nelle celebrazioni e nella predicazione, nelle opere di carità, nell’attenzione ai poveri e nella collaborazione competente all’amministrazione dei beni della Chiesa.

La Congregazione per il Clero, nella recente Istruzione sul rinnovamento della comunità parrocchia (nn. 79-82), presentando una visione ministeriale della Chiesa, e nel solco dell’insegnamento conciliare e dei Pontefici, ha sottolineato il compito dei diaconi permanenti quali profeti del servizio. Il loro ministero, inoltre, deve sorpassare i confini della comunità ecclesiale, essi, infatti, sono inviati nelle “periferie” e sono connotati da un carisma missionario, specialmente per il “primo annuncio” del Vangelo nei luoghi di frontiera e negli ambienti della vita ordinaria delle persone. Penso ai diaconi permanenti impegnati negli ospedali, nelle carceri, nell’accoglienza dei migranti, nel mondo dell’educazione e nei centri di ascolto delle Caritas: essi continuano oggi, a nome di tutta la Chiesa, l’opera del buon samaritano.

Per realizzare questa specifica vocazione, è necessaria una formazione che non riguardi soltanto la dimensione intellettuale, ma anche la maturazione umana e spirituale, in vista dell’evangelizzazione. Per questo, il Dicastero accompagna le Conferenze Episcopali nella redazione di una Ratio per la formazione dei diaconi permanenti, al fine di realizzare pienamente le potenzialità insite nella loro vocazione. Inoltre, la Congregazione è in dialogo con gli episcopati locali perché in tutto il mondo si istituisca l’ordine dei diaconi permanenti, che in alcune Chiese locali non sono ancora stati ripristinati. È, infatti, responsabilità delle Conferenze Episcopali provvedere alla promozione del diaconato permanente nei singoli Paesi.

Un aspetto singolare del diaconato permanente, inoltre, è costituto da fatto che a tale ministero possono essere ammessi anche uomini sposati. Questa opzione li distingue chiaramente dai presbiteri, sempre celibi nella Chiesa latina. Inoltre, il diacono permanente che ha famiglia ed esercita una professione è un testimone privilegiato della chiamata universale alla santità nella vita ordinaria. Tuttavia, esistono, anche se in minor numero, diaconi permanenti celibi, che testimoniano il valore della verginità per il Regno dei Cieli, assumendo l’impegno del celibato al momento dell’ordinazione, per dedicarsi con maggiore libertà alle esigenze del ministero.

La Congregazione per il Clero è impegnata a promuovere il diaconato permanente in tutta la sua ricchezza e attualità: questi uomini, infatti, non sono “chierichetti con la stola”, ma sono cristiani che si impegnano a manifestare – in comunione con il Vescovo e il presbiterio diocesano – il volto di Gesù, che non è venuto per essere servito ma per servire e donare la sua vita, sull’esempio di San Francesco d’Assisi, il quale era un diacono permanente e che, motivando il servizio con la fraternità, ci insegna a rivolgerci agli altri chiamandoli “Fratelli tutti”.

Tigullio. Pubblicazione del periodico del Club

A nome del Presidente del Serra Club Tigullio e del Socio Fondatore Francesco Baratta ho il piacere comunicare la pubblicazione del numero di maggio 2021 del periodico del club Tigullio il cui direttore è il Comm. Francesco Baratta.

La rivista è disponibile sul sito del Club: http://www.serratigullio.it/index.htm

 

Club di Palermo. Impegni di fine anno sociale.

Carissime amiche e carissimi amici del Serra Club di Palermo,

l’anno Serrano 2020-2021 volge ormai al termine. E’ stato un anno fortemente condizionato dall’emergenza sanitaria che ci ha costretti a rinunziare alle riunioni in presenza ed ai momenti conviviali. Ma non ci siamo fermati: abbiamo continuato a incontrarci con gioia in occasione delle Celebrazioni Eucaristiche che il nostro Arcivescovo ed il Rettore del Seminario hanno presieduto per noi ed inoltre abbiamo organizzato in videoconferenza diversi incontri di arricchimento culturale e spirituale e tutto questo ci ha consentito di rimanere uniti tra di noi e vicini alla Comunità del Seminario alla quale, pure nei momenti più difficili, abbiamo cercato di non fare mai mancare il nostro affetto ed il nostro concreto sostegno. ... Continua a leggere

 

 

26 Giugno 2021. Congresso Nazionale del Serra International Italia ONLINE

Come definito in Consiglio Nazionale, il Presidente ha indetto in modalità on line il Congresso Nazionale di fine mandato, che nel 2020 era stato rinviato a causa della pandemia, per sabato 26 giugno p. v. con inizio dei lavori alle ore 10,00. Il Congresso avrà come tema:

L’Uomo del 3° millennio si chiede ancora chi sia e cosa sia Dio per lui?

Tramite il serranews sarà diramato tempestivamente il link di accesso ai lavori congressuali, durante i quali si svolgerà anche l’Assemblea Nazionale dei Delegati.

Secondo il programma di massima i lavori congressuali si articoleranno in due fasi:

  • una mattutina, con inizio alle ore 10,00, a carattere prevalentemente istituzionale, nella quale sono previsti gli interventi del Consulente Episcopale di Serra Italia Mons. Patron Wong, dei Governatori e lo svolgimento dell’Assemblea Nazionale dei Delegati dei Club che avrà come oggetto l’elezione dei quattro Vice Presidenti Nazionali, del Segretario e del Tesoriere, nonché l’esame ed approvazione del rendiconto consuntivo dell’anno 2020 e dello stato di previsione dell’anno 2021;
  • una pomeridiana, con inizio alle ore 15,00, con lo svolgimento di due relazioni sul tema congressuale, nonché la relazione del Presidente uscente e l’intervento della Presidente subentrante.

Alleghiamo qui di seguito anche la comunicazione della Segreteria Nazionale con le ulteriori istruzioni relative, in particolare, all’Assemblea dei delegati convocata online per la stessa data. unitamente, nonché la comunicazione del Presidente di convocazione dell’Assemblea dei Delegati dei Club ed il modulo “Credenziale per Assemblea dei Delegati” (da compilare e reinviare per posta elettronica alla Segreteria Nazionale entro e non oltre il 16 giugno 2021).

 

Comunicazione della Segreteria Nazionale Click me Click me

Lettera di S.E. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, sugli ultimi eventi in Terra Santa

Caro amico/a,

Purtroppo non è la prima volta e temo nemmeno l’ultima in cui dovremo fare i conti con queste fiammate di violenza e di guerra in Terra Santa. Queste esplosioni di violenza lasceranno solo più macerie, morti, rancore e sentimenti di odio, ma non porteranno alcuna soluzione. Assisteremo alle accuse reciproche sull’uso della forza, probabilmente si ricorrerà ai tribunali internazionali, accusandosi a vicenda, ma alla fine tutto tornerà come prima, fino alla prossima crisi.... Continua a leggere

La settimana del Laudato si’.

Si è conclusa il 24 maggio 2021 la Settimana del Laudato si’ nella ricorrenza del VI anniversario dell’Enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune. Era stato lo stesso Santo Padre ad annunciarne l’apertura dalla finestra che affaccia su Piazza San Pietro, al termine della preghiera del Regina Coeli, nell’Angelus di mezzogiorno del 16 maggio 2021: “Oggi inizia la Settimana Laudato Sì per educarci sempre più ad ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri. Invito tutti a partecipare”. Tema della Settimana: “Poiché sappiamo che le cose possono cambiare” (Laudato Sì 13).

Istituita nel 2016, la Settimana Laudato Si’ si rapporta all’Enciclica Laudato Si’ del 24 maggio 2015, che ha come scopo quello di richiamare l’umanità a un senso di maggiore responsabilità per pervenire a una “conversione ecologica” della nostra terra attraverso il dialogo e un impegno concreto per la sua protezione. Impegno che include anche lo sradicamento della miseria, l’attenzione per i poveri, l’accesso equo e universale alle risorse del pianeta ai fini di un miglioramento della vita. Coinvolge le comunità cattoliche di tutto il mondo e rappresenta un modo concreto proposto a parrocchie, diocesi, congregazioni religiose, realtà associative, scuole ed altre istituzioni per riflettere sul tema e approfondire il proprio impegno per la salvaguardia del Creato e la promozione di una ecologia integrale.  La circostanza che questo sesto anniversario si è svolto in un momento particolarmente difficile per l’umanità intera a causa del coronavirus è stato anche un momento per riflettere su ciò che la pandemia ci ha insegnato e per prepararci con speranza per un futuro migliore.

Sono stati tanti i temi oggetto di riflessione e discussione nel corso della Settimana del Laudato Si’ 2021, che in effetti si è svolta nell’arco di nove giorni dal 16 al 24 maggio: dalle opportunità politiche per creare il cambiamento, al ruolo delle Università e delle Istituzioni con i loro programmi formativi, all’economia e alle linee guida per il disinvestimento dei combustibili fossili, all’organizzazione delle operazioni per la salvaguardia del pianeta.

Una Tavola rotonda imperniata sull’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari di base nelle strutture sanitarie cattoliche e il lancio della Piattaforma di iniziative Laudato Si’ hanno posto fine a questa interessante e proficua iniziativa che, attraverso dialoghi e conversazioni dal vivo, ha messo in luce i progressi compiuti dai cattolici per una ecologia sostenibile e per la pianificazione delle prossime Conferenze delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP 15) e sui Cambiamenti Climatici (COP 26).

Queste le parole di Papa Francesco, in diretta televisiva, al termine dell’Angelus di domenica 23 maggio: “Domani si conclude l’Anno Laudato Si’. Ringrazio quanti hanno partecipato con numerose iniziative in tutto il mondo. E’ un cammino che dobbiamo continuare insieme, ascoltando il grido della terra e dei poveri. Per questo partirà subito la “Piattaforma Laudato Si’ “, un percorso operativo di sette anni che guiderà le famiglie, le comunità parrocchiali e diocesane, le scuole e le università, gli ospedali, le imprese, i gruppi, i movimenti, le organizzazioni, gli istituti religiosi ad assumere uno stile di vita sostenibile”.

Cosimo Lasorsa

Lapide attentato al papa.

Sono trascorsi quarant’anni da quel 13 maggio 1981, quando in Piazza San Pietro avvenne l’attentato a Papa Giovanni Paolo II. I vari notiziari hanno ricordato questa ricorrenza e alla televisione è stata mostrata anche la piccola lapide posta nel luogo esatto dell’attentato e nella infermeria interna alla Città del Vaticano dove fu adagiato il Pontefice ferito, in attesa di trasportarlo al Policlinico  Gemelli.

Nel 2006, ricorrendo il XXV anniversario dell’attentato, il Consiglio Nazionale del Serra Italia, da me presieduto, chiese all’allora Sostituto alla Segreteria di Stato del Vaticano, mons. Leonardo Sandri, di poter ricordare l’evento, ponendo sul lastricato della piazza, una lapide nel luogo dove fu ferito il Santo Padre e stessa cosa all’interno dell’ infermeria vaticana.

Mons. Sandri accolse la nostra proposta e, se pur modificata nel testo, furono realizzate due semplici lapidi e collocate nel luogo dove avvenne l’attentato e sul pavimento della infermeria.

Anche se il nome del Serra Italia non viene ricordato, è giusto che tra i serrani non venga dimenticata questa loro  partecipazione ad un evento storico così  importante.

Prato, 13 maggio 2021                                               Vittorio Dabizzi

Giovanni Paolo II nel ricordo di papa Francesco

Il 13 maggio 2021 è stato il 40° anniversario dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II. Ce l’ha ricordato Papa Francesco nell’incontro con i pellegrini polacchi al termine dell’’udienza generale del 12 maggio 2021, ripresa, a distanza di mesi, con la presenza dei fedeli, dopo l’allentamento delle misure restrittive imposte dall’emergenza della pandemia.

Era il 13 maggio 1981 quando Karol Jozef Wojtila, eletto Sommo Pontefice della Chiesa universale il 16 ottobre 1978, entrato da pochi minuti in Piazza San Pietro a bordo della sua Papamobile scoperta per un’udienza generale, subito dopo avere abbracciato una bambina era ferito gravemente da due colpi di pistola sparati dal killer professionista turco Alì Agca a tre metri di distanza. Trasportato d’urgenza al Policlinico Gemelli, privo di conoscenza, veniva sottoposto a un immediato intervento chirurgico, durato circa sei ore, per arrestare la massiccia perdita di sangue e per le gravi lesioni riportate da uno dei due colpi all’addome, con conseguente perforazione del colon e dell’intestino tenue. Dimesso il 3 giugno, era nuovamente ricoverato il 20 dello stesso mese a seguito di un’infezione, conseguenza del precedente intervento. Sottoposto a un successivo intervento il 5 agosto, veniva definitivamente dimesso e trasferito a Castel Gandolfo per trascorrere un lungo periodo di convalescenza dal 14 agosto al 30 settembre.

Dopo la sua definitiva guarigione Papa Giovanni Paolo II ritenne di essere stato miracolato dalla Madonna di Fatima per lo strano percorso del proiettile che, zigzagando all’interno dell’addome, aveva evitato tutti gli organi vitali fino a uscire dal bacino. L’attentato era avvenuto, infatti, nella ricorrenza della prima apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima e Giovanni Paolo II, convinto che fu la mano della Madonna a guidare la traiettoria del proiettile per salvargli la vita, volle che il bossolo del proiettile stesso fosse incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima. Papa Giovanni Paolo II andrà varie volte a Fatima e accoglierà varie volte l’immagine della Madonna pellegrina di Fatima a Roma in Piazza San Pietro.

La bontà di questo indimenticabile Pontefice, canonizzato da Papa Francesco il 27 aprile 2014, lo condusse a incontrare in prigione il suo attentatore Ali Agca due anni dopo, in prossimità del Natale 1983, per rivolgergli il suo perdono. “Ci siamo incontrati, disse in quella circostanza Papa Giovanni Paolo II, da uomini e da fratelli perché tutti siamo fratelli e tutte le vicende della nostra vita devono confermare quella fratellanza che proviene dal fatto che Dio è nostro Padre”.

A seguito della grazia concessa dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, Ali Agca, già condannato all’ergastolo, fu definitivamente estradato in Turchia nel 2000.

Queste le parole pronunciate da Papa Francesco per ricordare Giovanni Paolo II dopo l’udienza generale del 12 maggio: “Domani ricorre la memoria liturgica della Beata Vergine di Fatima e il 40.mo anniversario dell’attentato a San Giovanni Paolo II. Egli stesso sottolineava con convinzione che doveva la vita alla Signora di Fatima. Questo evento ci rende consapevoli che la nostra vita e la nostra storia nel mondo sono nelle mani di Dio. Al Cuore Immacolato di Maria affidiamo la Chiesa, noi stessi e tutto il mondo. Chiediamo nella preghiera la fine della pandemia, lo spirito di penitenza e la nostra conversione”.

Cosimo Lasorsa

Omelia di Papa Francesco alla S.Messa con Ordinazioni Presbiteriali, 25 aprile 2021.

Una omelia da leggere tutta con attenzione, anche noi serrani impegnati a sostenere i nostri cari sacerdoti.

Papa Francesco ricorda che il sacerdozio non è una “carriera”, è un servizio, da dare con uno stile di vicinanza, di compassione, e di tenerezza. Vicinanza con Dio nella preghiera, nei Sacramenti e nella Messa. Vicinanza al Vescovo, perché nel Vescovo voi avrete l’unità. Vicinanza tra voi…. “mai sparlare di un fratello sacerdote!”. Vicinanza al popolo di Dio… “Non dimenticatevi da dove siete venuti: dalla vostra famiglia, dal vostro popolo… Siate sacerdoti di popolo, non chierici di Stato!”.

Buona lettura

Fratelli carissimi, questi nostri figli sono stati chiamati all’ordine del presbiterato. Riflettiamo attentamente a quale ministero saranno elevati nella Chiesa.

Come voi sapete, fratelli, il Signore Gesù è il solo sommo sacerdote del Nuovo Testamento; ma in lui anche tutto il popolo santo di Dio è stato costituito popolo sacerdotale. Nondimeno, tra tutti i suoi discepoli, il Signore Gesù volle sceglierne alcuni in particolare, perché esercitando pubblicamente nella Chiesa in suo nome l’ufficio sacerdotale a favore di tutti gli uomini, continuassero la sua personale missione di maestro, sacerdote e pastore. ... Continua a leggere

Club di Palermo. Impegni per maggio 2021.

Carissime amiche e carissimi amici del Serra Club di Palermo,

anche in questi tempi segnati dalla pandemia, l’annuncio della Resurrezione ha vivificato la nostra Fede e riempito di gioia i nostri cuori.

In occasione di questa Santa Pasqua una gioia in più l’ha donata a noi Serrani palermitani una affettuosa lettera con la quale Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo emerito di Palermo, ha voluto farci sapere che “accompagna con il pensiero e con la preghiera le varie lodevoli iniziative” del nostro Club e che augura a tutti noi “che la luce che si sprigiona dal costato squarciato del Cristo Risorto sia sorgente di nuova vita e fonte di ogni grazia”. Siamo particolarmente lieti e profondamente grati di questo affettuoso pensiero di Sua Eminenza Reverendissima il Cardinale Paolo Romeo che, con la stessa paterna benevolenza con la quale è stato costantemente vicino al nostro Club negli anni del Suo Alto Ministero palermitano, continua sempre a sostenerci con la Sua autorevole attenzione per le nostre attività.

In prossimità della Santa Pasqua abbiamo ricevuto un’affettuosa lettera anche da parte della Comunità del Seminario e ne ho dato lettura a quelli di Voi che erano presenti alla Celebrazione Eucaristica del 26 marzo. E’ una lettera molto bella che prende spunto dalla nostra recente donazione dei libri necessari alla formazione dei Seminaristi per ringraziare calorosamente tutti i Serrani della “generosità e vicinanza e del continuo sostegno” nei confronti del Seminario. La lettera, che inizia con il versetto dell’Evangelista Matteo “il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,3), prosegue sottolineando l’importanza della presenza e dell’attività del Serra Club di Palermo perché è “particolarmente necessario che tutto il Popolo Santo di Dio si renda protagonista in prima persona della formazione e della crescita dei futuri pastori” ed in conclusione esprime “una riconoscenza che si trasforma in preghiera per ciascuno di noi, per le nostre famiglie e per le nostre comunità”.

Peraltro in questo tempo di Pasqua numerosi sono stati i segni della Grazia perché tanti giovani del nostro Seminario sono andati avanti nel loro cammino vocazionale: a Castelvetrano il 10 aprile Daniele La Porta ha ricevuto il Ministero del Lettorato e l’11 aprile Erasmo Barresi è stato ammesso tra i candidati all’Ordine Sacro; ed ancora a Trapani il 25 aprile Antonino Castelli e Matteo Peralta hanno ricevuto, rispettivamente, il Ministero del Lettorato ed il Ministero dell’Accolitato. Come sempre abbiamo accompagnato con le nostre preghiere tutte queste importanti tappe del percorso di Fede dei nostri Seminaristi, anche se, purtroppo, le limitazioni imposte dalla perdurante emergenza sanitaria ci hanno impedito di essere presenti alle Celebrazioni.

Un’altra bella notizia è che la nostra Socia e past-Presidente, nonché attuale Governatrice del Distretto Serra 77, la prof.ssa Mariuccia Lo Presti, ci ha dato la sua affettuosa disponibilità a parlarci sul tema “Giuseppe uomo giusto (Mt. 1-2)”. Siamo particolarmente grati alla nostra Mariuccia, della quale tutti conosciamo ed apprezziamo le qualità personali ed accademiche, perché ci offrirà l’interessante opportunità di riflettere sulla figura di San Giuseppe proprio nell’anno che Sua Santità Papa Francesco ha voluto dedicare a questo grande Santo che è modello di rettitudine, di modestia e di accoglienza con fiducia e coraggio della volontà di Dio. A causa del protrarsi delle limitazioni e delle incertezze causate dalla pandemia, dovremo ascoltare questa bella relazione in videoconferenza e quindi ci incontreremo “virtualmente” venerdì 14 maggio alle ore 18,30 collegandoci ciascuno da casa propria con il proprio computer: in prossimità del momento dell’incontro riceverete per E-mail e per WhatsApp le indicazioni per il collegamento alla videoconferenza.

Con l’occasione mi fa piacere richiamare ancora una volta la Vostra attenzione sulla Fondazione Serra e sull’importante funzione di sostegno alle vocazioni che svolge in tutta Italia mediante, tra l’altro, l’erogazione di Borse di Studio a favore di Seminaristi che necessitano di sostegno. La Fondazione opera avvalendosi dei fondi del “5×1000” e quindi, in questo periodo di adempimenti fiscali, esorto tutti ad inserire nella prossima dichiarazione dei redditi nello spazio dedicato alla destinazione del “5×1000” il codice fiscale della Fondazione Italiana di Religione Beato Junipero Serra: codice fiscale 95018870105.

E’ una scelta che non ci costa nulla e che ci consente di contribuire concretamente al sostegno che la Fondazione offre ai Seminaristi ed ai Seminari come quello di Palermo.

OMISSIS

Con i più affettuosi saluti

Roberto Tristano