Il sorriso di Peppino ci accompagnerà per sempre

Non si è mai pronti ad accettare che un carissimo amico, un fratello, all’improvviso arresti il passo e debba abbandonare questa vita terrena, soprattutto quando un lungo tratto di cammino è stato percorso insieme;  si resta sgomenti e si avverte un grande vuoto, quello che il nostro amato Peppino Savino ha lasciato in tutti noi con la sua improvvisa, prematura scomparsa.

Tuttavia, il silenzio rispettoso del momento del dolore, del lutto, deve oggi lasciare spazio alla memoria del viaggio intrapreso da Peppino tanti anni addietro, quando la fede forte e salda che ha orientato tutta la sua esistenza lo ha portato a donarsi al Serra, accrescendolo di un nuovo club, Altamura, che oggi ha compiuto 26 anni di vita, e servendolo con dedizione e rigorosa serietà nell’impegnativo ruolo di tesoriere del Consiglio nazionale di Serra International Italia.

In ciascuno di noi albergano ricordi da accudire perché vivo e acceso resti il suo sorriso, quell’offerta di un’amicizia leale, gentile, incancellabile.

A questo portale, invece, affidiamo alcune immagini del nostro amico fratello Peppino, in attesa di poterne onorare la memoria il 19 novembre a Roma, a chiusura dei lavori del CNIS, insieme con la sua amata famiglia che potremo stringere in un affettuoso, consolatorio abbraccio, e alla quale rivolgiamo le nostre preghiere.

Paola Poli, Presidente Nazionale.

Ci hanno lasciato attoniti i meravigliosi pensieri dispensati al nostro caro da tutti voi !!iSapevamo della grande famiglia SERRANA ma non pensavamo quanto avesse avuto modo di mostrarsi a tutti voi . Serberemo un ricordo indelebile dei bellissimi pensieri e delle commoventi manifestazioni con le quali ciascuno di voi ha raccontato a proprio modo chi fosse Peppino!!! Vi Ringraziamo di vero cuore per l’affetto mostratoci e la presenza da ogni dove.

La famiglia

 

 

Il Distretto 73 inizia i lavori in concomitanza con l’apertura dell’anno sociale del Club di Matera

I soci del Serra Club International Italia si sono ritrovati sabato 22 ottobre, nel salone degli Stemmi del Palazzo Arcivescovile, per il convegno distrettuale del Distretto 73 di Puglia e Basilicata sul tema “Col sangue versato sulla croce pacifico” il cielo e la terra. Il perdono e la pace a partire dall’uomo” e  per l’apertura dell’anno sociale del club di Matera.

Sono intervenuti Monsignor Pino Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina, la Presidente del Serra del Club di Matera, Margherita Lopergolo e la Governatrice del distretto 73 di Puglia e Basilicata, Milena Caldara Mastroserio.

Al termine del Convegno si è svolta la celebrazione eucaristica presieduta da Monsignor Pino Caiazzo nella Cattedrale della Madonna della Bruna e Sant’Eustachio di Matera.

 

A Taranto conversazione sul pensiero trinitario quale fonte di nuove relazioni

Scegliere “Il pensiero trinitario” come argomento per una conversazione non è né semplice né scontato anche se la platea è costituita da un pubblico preparato come è quello del Serra Club. La provocazione iniziale nasce dalla presentazione del “Manifesto” del teologo Piero Coda che apre un cantiere di ricerca sull’ontologia trinitaria. La riflessione offerta dalla relazione del prof. Luigi Ricciardi, docente di filosofia e teologo, ha mostrato come un’esperienza autentica di fede ritrova nel Mistero infinito dell’Amore trinitario un impatto culturale e sociale che consente di “ripensare il pensiero”. Si tratta di ripercorrere l’esperienza di camminare insieme ascoltandosi, svuotandosi dal sé per far posto all’altro ed accoglierlo nella sua interezza.

Ricciardi ci ha coinvolto in una rilettura della tradizione di pensiero maturata nella patristica, rinnovata dal Concilio Vaticano II, che ci ha consentito di approfondire il significato decisivo e generativo della Relazione. Se dal Medioevo ai giorni nostri i mistici sono stati i testimoni dell’insondabile discernimento della Verità dell’E/essere, non possiamo sottrarci all’urgenza dettata dalla complessità del reale, che ci chiede di cogliere i legami, le interazioni reciproche, i fenomeni multidimensionali , affinchè sia una visione circolare a reggere la Storia. Sostituire al rapporto dialogico che si confronta nei termini di aut…aut, un’apertura autentica in cui le parole costruiscano una trama di relazione profonda e generativa di comprensione e reciproca disponibilità è la base su cui filosofia e teologia ritrovano una sintonia dispersa nel XX secolo e capace di una nuova chiave di lettura e prospettiva metodologica.

Grande è stato l’interesse suscitato da un racconto punteggiato da episodi di storia, di poesia, di espressioni pittoriche, tutte al servizio del Mistero che si realizza nel sovrabbondante, cosmico, Amore Trinitario. Molti ed interessanti gli interventi che hanno accolto l’invito a trarre dal “Manifesto” un itinerario da vivere e condividere nella ricerca del bene comune. Un grande grazie al relatore e alla presidente Maria Cristina Scapati per l’incontro davvero speciale che ci ha coinvolti in questo mese di ottobre.

Maria Silvestrini

 

Club di Oppido Mamertina-Palmi. Presentato a Gioia Tauro il saggio di Antonio Leonardo Montuoro sulla Profezia del Santo Graal

La Profezia del Santo Graal di Antonio Leonardo Montuoro è un saggio di grande interesse ed estremamente intrigante.

L’opera è divisa in due parti.

Nella prima parte l’autore racconta la ricerca del Santo Graal, documentando il ritrovamento del Sacro Calice, reso possibile grazie all’intervento di papa Giovanni XXIII che, nel 1963, esortò l’archeologo Antonio Ambrosini a recarsi in Egitto presso un monastero copto, per farsi consegnare il Santo Graal, una opalina di vetro, insieme alla boccetta, sempre in opalina di vetro, che Giuseppe d’Arimatea usò sul Golgota per raccogliere il sangue di Cristo, morto sulla croce e trafitto dalla lancia di Longino.

Anche papa Giovanni Paolo II volle nelle sue mani il Santo Graal, inviando l’amico devoto, Don Luigi Verzè, presidente della fondazione San Raffaele, a ritirarlo presso l’Ordine dei Cavalieri Templari. Il papa volle il Calice nell’anno 2000, per celebrare una prova divina durante una Santa Eucaristia, in occasione del suo viaggio a Gerusalemme.

L’identico Calice è raffigurato nella più antica basilica cristiana di Roma, ulteriore segno che il calice è quello originale. Molti e convergenti fatti e circostanze, avvalorano l’autenticità del Calice. Ma la parte ancor sorprendente è l’aver intervistato l’ultimo dei Cavalieri crociati, attuale custode del Santo Graal. Un Cavaliere che risponde a domande pertinenti ed attuali, rivelando il mistero del Santo Graal e la storia di fede che attraversa il mistero del calice che rappresenta l’alleanza tra il cielo e la terra, tra Cristo e il suo popolo.

Si ricostruisce la custodia nei secoli del Santo Graal, analizzando cosa accade nell’ultima cena. Tra le leggende del Graal si racconta quella di Pietra Cappa, una storia intrigante e fantasmagorica.

Questa prima parte della Profezia del Santo Graal si conclude con l’intervista al Custode che annuncia, a breve, una esposizione universale del sacro Calice, affermando che, questi che stiamo vivendo, sono gli ultimi tempi annunciati nelle Sacre Scritture.

Nella seconda parte dell’opera, l’autore analizza , con la tecnica della Teo Intelligence, materia oggetto di tesi presso il Master di II livello in Intelligence all’Università della Calabria ,il percorso della Fine dei Tempi descritto nelle sacre scritture. La figura centrale dell’Anticristo viene analizzata in tutte le sue odiose sfaccettature.

Dalla storia della Chiesa del dopo Concilio vaticano II, si ripercorre la vita degli ultimi pontefici, attraversata da crisi e abomini, dentro e fuori le sacre mura vaticane, fino a giungere ai mea culpa degli ultimi papi. Gli scandali della chiesa nel mondo, vengono analizzati nei dettagli. Dalla denuncia del Fumo di Satana di Paolo VI alle Forze Oscure combattute dal papa Wojtyla, arrivando ad analizzare e svelare fatti e misteri ancora sconosciuti sulla morte di papa Luciani, ricostruendo, in un filo logico e documentato, le vicende che si intrecciano nella vita della Santa Sede e che si ripercuotono, inesorabilmente, nelle trame del mondo. La Mafia di San Gallo, l’olocausto dei bambini nativi canadesi, la mancata visita a Roma della regina Elisabetta II ed il ruolo di Barak Obama e Hillary Clinton sono alcune delle vicende affrontate nel libro. Tutte rientrano nelle trame vaticane, subdolamente studiate, per portare allo sfinimento fisico papa Benedetto XVI, sfociate nelle sue conseguenti dimissioni per “ingravescente Aetate”. Inoltre vengono analizzati anche, i comportamenti dei filantropi mondiali, tra questi il più discusso e discutibile, Geroge Soros, convinto sostenitore della teoria filosofica dell’Open Society Globalizzata, da lui alimentata con ingenti donazioni elargite a varie fondazioni sparse per il mondo.

Il Terrorismo, le mafie e le sette sataniche, vengono analizzate con la tecnica della Teo Intelligence per comprendere il vero e occulto disegno del Nuovo Ordine Mondiale satanico e anticristiano, conteso tra più organismi occulti, ognuno con interessi diversi, ma tutti convergenti al vertice.

La scuola magica egizia e la scuola esoterica cabalistica, sfociate nelle sette a sfondo satanico, portano sulle tracce della Piramide rovesciata del Louvre, al mistero nascosto nelle sue viscere, alimentate da un percorso monumentale, esoterico, che, da dentro Parigi si snoda fino al mastodontico complesso di Cergy-Pontoise. Un’analisi che mette in risalto i particolari ed i dettagli delle geometrie mistiche e segrete usate e mai svelate prima.

Tre sono le domande che il mondo della Teo Intelligence risponde:

“Siamo alla fine dei tempi biblicamente descritti? Non siamo alla fine? Siamo in una artificiosa e pilotata fine?”

Un Armageddon che non è Megiddo, il luogo fisico che domina la valle di Jezreel in Israele, per lo scontro biblico tra le nazioni contro Dio, ma è, verosimilmente, la situazione mondiale che vede quelle nazioni corrotte, radunate per l’ultimo attacco contro la sovranità di Dio, per raggiungere il loro potere dittatoriale nel progetto malsano di un Nuovo Ordine Mondiale Anticristico.

Ma, la battaglia finale sarà a lieto fine, e il vincitore sarà solo ed esclusivamente Gesù Cristo.

L’intrigante saggio è stato presentato sabato pomeriggio a Gioia Tauro presso la casa Del Laicato.

L’evento è stato fortemente voluto e organizzato dal Serra Club Oppido Mamertina- Palmi e si è aperto con l’intervento della presidente Antonietta Bonarrigo, la quale dopo i saluti iniziali, ha sottolineato l’importanza dell’evento per la particolarità della tematica affrontata

La dott.ssa Bonarrigo si è poi soffermata sul Serra, “Movimento laicale cattolico impegnato a promuovere la cultura cristiana e la formazione dei giovani, ma soprattutto a sostenere le vocazioni religiose, di quanti cioè hanno scelto di fare della propria vita un dono agli altri; il Serra realizza questi obiettivi attraverso un vasto programma di azioni e progetti che vengono sviluppati nel corso di ciascun anno sociale”.

Subito dopo la dott.ssa Caterina Sorbara ha tracciato il profilo dell’autore: giornalista, vaticanista, ma anche un Cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e un Ministro dell’Ordine Francescano Secolare. Un esperto e conoscitore delle alte sfere vaticane, dove ha potuto attingere alle conoscenze riservate e dirette, accedendo a documenti riservati che gli hanno consentito la stesura del saggio.

A seguire il dott. Maurizio Di Profio Commendatore Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha dialogato con l’autore, soffermandosi sulle principali tematiche del saggio.

L’evento è stato intervallato dall’esecuzione di celebri brani musicali dei maestri Fedele e Serena Accurso e dalle letture di alcune pagine dell’opera, da parte delle socie del club Maria Di Giacco e RosaMaria Buda.

Numeroso il pubblico presente tra cui il vice sindaco di Gioia Tauro Carmen Moliterno, autorità dei Club Lions e Rotary presenti sul territorio, la Presidente della Fidapa di Palmi Anna Pizzimenti e rappresentanti del mondo dell’associazionismo.

Caterina Sorbara

IL SERRA CLUB MONTEPULCIANO 770 HA COMPIUTO 30 ANNI!!

Emozione e riconoscimento, sabato 15 ottobre 2022, si sono uniti ai ringraziamenti per la cerimonia del 30° anniversario della Charter del Serra Club Montepulciano 770.
Tutti i partecipanti, sono stati ricevuti ed accolti alle ore 17:30, presso lo splendido tempio di San Biagio, in Montepulciano, dalla Presidente del Club di Montepulciano Angela Barbetti che ha salutato e ringraziato con affetto tutti gli intervenuti.
Erano presenti a questo gioioso appuntamento, in modo amichevole e fraterno, la Presidente del Serra International Italia Paola Poli, il Presidente Nazionale Eletto Giuliano Faralli, il Past Presidente e Coordinatore della Commissione Nomine Enrico Mori, Il Trustee
e Coordinatore per la Programmazione a lungo termine Emanuel Costa, il Coordinatore Nazionale Commissione Formazione Antonio Giovanni Ciacci, il Presidente della Fondazione Italiana Beato Junipero Serra Marco Crovara, il Governatore del Distretto 171 Luciano Neri, il Governatore Eletto del Distretto 171 Giovanni Di Maggio e diversi amici Serrani.
Si sono uniti a noi il Cappellano del Serra Club di Montepulciano Don Manlio Sodi, il Parroco Don Domenico Zafarana che, con la consueta disponibilità, ci ha ospitato presso la Canonica. Padre Raffaele Mennitti, Past Rettore del Seminario di Arezzo, ha presenziato, alle ore 18.00, la Santa Messa, concelebrando con Don Domenico e Don Kishore.
Più tardi, presso la bella Canonica di San Biagio, il Governatore del Distretto 171 Luciano Neri, dopo i saluti, ha condiviso, con tutti i presenti ed ha messo in risalto, la funzione “obbligatoria” della preghiera vocazionale, che ci interpella tutti, perché le vocazioni sono
“cosa” di tutti e soprattutto nascono dalla testimonianza concreta, dal vissuto quotidiano e che poi la Provvidenza ci mette accanto quali compagni di viaggio.


Ha fatto poi seguito il saluto di un Assessore Rappresentante il Comune di Montepulciano ed una breve introduzione del Cappellano del Club Don Manlio Sodi. Ha preso poi la parola Don Alessandro Andreini, della Comunità di San Leolino, che ci ha interessato con una
stimolante conferenza su “Le vocazioni ieri ed oggi”.
Successivamente si è tenuta una bella Conviviale presso la Canonica di San Biagio con la partecipazione di tutti i presenti che hanno apprezzato la convivialità, il buon cibo, il buon vino, ma soprattutto la vera amicizia tra i soci.
La serata si è conclusa con l’augurio che tutti i Serrani proseguano con fermezza il cammino avviato, seguendo l’incoraggiamento di San Junipero Serra, “siempre adelante” sempre avanti!!

22 ottobre, la festività di san Giovanni Paolo II

Il 22 ottobre 2022, la Chiesa festeggia san Giovanni Paolo II. L’occasione è propizia per divulgare il testo che il Santo Padre diramò in occasione della Convention di Genova del 6 luglio 1995.

Cari Fratelli e Sorelle in Cristo,

1. – È un grande piacere per me salutarvi come membri del Serra International, e darvi il benvenuto a Roma a conclusione della vostra annuale Convention, che si è tenuta quest’anno a Genova. Sono particolarmente lieto di avere quest’occasione per esprimervi il mio apprezzamento ed incoraggiamento per l’importante lavoro che fate promuovendo vocazioni per la Chiesa.

2. – Una Vocazione è un dono di Dio, un dono per la persona che la riceve ed anche per l’intera Chiesa (cfr. «Pastores dabo vobis n. 41»). Può essere paragonata ad un seme piantato nella parte più profonda dell’essere di una persona. Questo seme ha bisogno di essere innaffiato e coltivato in modo che possa svilupparsi e crescere. Se riceverà le attenzioni appropriate potrà giungere a piena maturità e portare molti frutti alla Chiesa ed al mondo.

Il dono proviene da Dio; è Lui che pianta il seme. Ma la Chiesa ha la responsabilità di farlo crescere e di soddisfare alle sue necessità. Il Concilio Vaticano II ci ricorda molto chiaramente che «il dovere di sostenere le vocazioni incombe sull’intera Comunità cristiana» («Optatam totius n. 2») ed io ho sottolineato questo punto importante nella Esortazione post-sinodale «Pastores dabo vohis». Riferendomi alle vocazioni sacerdotali, ho scritto che «c’è un urgente bisogno, soprattutto oggi, di una diffusa e radicata convinzione per la quale tutti i membri della Chiesa, senza eccezione alcuna, hanno la grazia e la responsabilità di occuparsi di vocazioni» (n. 41). So che voi serrani condividete questa convinzione molto profondamente e che avete preso a cuore questa responsabilità con grande impegno.

Per mezzo di varie attività e programmi, con il vostro aiuto morale e materiale, e soprattutto con la vostra preghiera, date un importante contributo alla promozione delle vocazioni sacerdotali nella Chiesa. Vi chiedo di continuare a svolgere questo prezioso servizio e di informare gli altri di questo vitale compito!

3. – Cari amici: nelle vostre Chiese locali, sotto la direzione dei vostri Vescovi, voi lavorate a creare un ambiente che veramente incoraggia le vocazioni. Questo ambiente può essere inteso come una parte necessaria di quella «cultura della vita» della quale ho parlato nell’Enciclica «Evangelium vitae», in quanto presuppone e comprende una essenziale dimensione supernaturale… Perché «la vita che il Figlio di Dio è venuto a dare agli esseri umani non si può ridurre alla mera esistenza nel tempo» in quanto essa ci offre «una prospettiva che va oltre il tempo» perché essa è «vita eterna» (n. 37). Certamente il sacerdozio e la promozione delle vocazioni sacerdotali sono intimamente connessi con quella vita eterna, che è «la vita di Dio stesso» (ibid., n. 38). Questa verità circa la vita ci riempie di meraviglia e gratitudine e ci svela il nostro destino che è quello «dell’amicizia con Dio nella conoscenza e nell’amore» (ibid.).

Di conseguenza, questa cultura della vita mette l’umanità in contatto con il suo Creatore e con se stessa; aiuta la gente a riscoprire il grande valore della Fede, della preghiera e della contemplazione; rende gli uomini e le donne capaci di riconoscere e sperimentare di nuovo il sublime operare dello Spirito Santo. Questa cultura rafforza la famiglia cristiana, «Chiesa domestica» che offre grandi prospettive per la nascita delle nuove vocazioni. Essa aiuta le scuole e le comunità educative in generale a comprendere in modo corretto le dimensioni umana e divina delle vocazioni.

Questa cultura ispirerà ogni fedele laico, ciascuno in accordo con la sua particolare condizione, ad inculcare in tutti – e specialmente nella gioventù – apprezzamento per la Vocazione e la missione nella Chiesa.

4. – Come è nei vostri voti e come richiede il vostro apostolato, vi do assicurazione delle mie preghiere per voi e del vostro affidamento alle cure materne di Maria, Regina degli Apostoli, che rimane per sempre il modello perfetto per coloro che vogliono essere uniti al Suo Figlio nel Suo salvifico lavoro per tutta l’umanità.

Nell’amore di Cristo Redentore, vi impartisco la mia Benedizione Apostolica, che volentieri estendo ai vostri familiari ed a tutte le persone care a casa.

 

 

Club di Prato: Donne e Chiesa ieri, oggi e domani. Storia e attualità della Santa Maria Maddalena De Pazzi.

Martedì 18 ottobre 2022, il Serra Club di Prato si è incontrato presso il Seminario Vescovile con Valentina Brachi che ha trattato il tema: “Donne e Chiesa ieri, oggi e domani. Storia e attualità della Santa Maria Maddalena De Pazzi”.
L’incontro ha avuto il suo inizio col momento di preghiera nella recita del vespro guidato dal Cappellano, Monsignor Daniele Scaccini, durante il quale ha illustrato brevemente sulla figura di Santa Maria Maddalena De Pazzi che ha avuto una vita breve ma ha fatto grandi cose per la comunità carmelitana nel periodo successivo al Concilio di Trento.
Dopo aver pregato ci siamo spostati nel refettorio per la cena e poi la conferenza tenuta da Valentina Brachi che ha iniziato parlando della biografia di Santa Maria Maddalena che nacque il 2 Aprile 1566 quarta di tre fratelli. Veniva da una famiglia importante. Già dalla tenera età maturava la fede nel Signore a quando aveva 12 anni nel 1578 venne rapita in estasi dal Signore mentre da Firenze si recava nella Villa a Montemurlo a piedi perché gli dava noia salire in carrozza. La mamma si preoccupò e pensava che non stesse bene visto che digiunava spesso. Una volta terminato questo momento raccontò quello che gli era successo e così decise di consacrare la sua vita al Signore dopo le lotte contrarie della famiglia e dei vicini perché intraprendesse altre strade. Alla fine tutti acconsentirono affinché lei fosse felice e decise di riportarsi in clausura nel Monastero di Santa Maria degli Angeli a soli 16 anni (era il 1582). La sua vita monastica era dedicata alla preghiera contemplando il Signore e tante volte veniva rapita in estasi vivendo attimi della vita di Gesù e a volte suonava le campane in cui invitava il popolo a venire ad amare l’Amore di Gesù. Successivamente scrisse alcune lettere a Papa Sisto V, alla Venerabile Veronica Laparelli e a Santa Caterina De Ricci perché la chiesa aveva vissuto il Concilio di Trento e si preparava ad un forte rinnovamento. Morì il 25 Maggio 1607 a soli 41 anni per problemi di salute che si portava avanti da tempo. Fu beatificata nel 1626 da Papa Urbano VIII e venne canonizzata da Papa Clemente IX . In seguito le suore si spostarono dal Convento di Oltarno per andare a quello di Borgo Pinti e grande fu la gioia quando videro dal vivo la bella Firenze illuminata che non avevano rivisto per via della vita di clausura. Da lei tanto c’è da imparare soprattutto nel rinnovare l’evangelizzazione così da cercare di lasciare un segno come è stato nella figura di tanti santi e personaggio importanti e di spicco
Marco Giraldi-Vicepresidente delle Rispettive Comunicazioni Sociali del Serra Club di Prato 534 appartenente al Distretto 71 della Toscana Nord e Sardegna

Club di Roma: un appello al perdono ed alla pace in Cristo a partire da noi stessi

Mercoledì 19 ottobre 2022 si è svolta la prima conviviale del nuovo anno sociale 2022-2023 del Serra Club di Roma, nel Circolo Funzionari Polizia di Stato, nella suggestiva cornice della Capitale, a pochi passi dal Ponte della Musica. Eleganza ma anche sobrietà e raccoglimento, in questo momento così delicato dell’umanità, hanno caratterizzato la serata, con autorità, soci e sacerdoti, dedicata ai seminaristi della Diocesi di Roma ed organizzata dal Presidente Dott. Roberto Razzano con il Direttivo, che ha avuto il privilegio, dopo la Santa Messa, di vedere come relatore la guida dei serrani romani e non solo, il Cappellano del Club e del Distretto 72 Lazio Campania Mons. Vittorio Formenti, sul tema “Il perdono e la pace a partire dal cuore dell’uomo”.

“Cari amici Serrani – ha dichiarato mons. Vittorio Formenti – mi è gradito rivolgere un cordiale saluto di benvenuto a tutti voi e ai vostri familiari. Il mio tributo di ossequio va altresì ai graditi ospiti che ci onorano della loro presenza, in quanto rappresentano un prezioso supporto ad uno degli scopi del nostro Sodalizio, rendendo più consistente il valore della borsa di studio che annualmente il Club offre ad un seminarista della Diocesi di Roma. Siamo una minuscola monade nel panorama dell’associazionismo cattolico riconosciuto dalla Santa Sede, ma siamo altresì fieri di vivere con entusiasmo gli scopi che gli storici fondatori del Serra ci hanno lasciato, quale supporto alla crescita delle vocazioni sacerdotali nel mondo. E chiedo venia se approfitto dello spazio di tempo che mi viene concesso per un ricordo. Non essendo sicuro della data di aggregazione al Club di Roma, sono andato a verificarla nelle mie vecchie agende. Era il lontano ottobre dell’anno 1992, invitato, ma per quanti l’anno conosciuta, sarebbe meglio dire obbligato, dall’indimenticabile e dinamica Dott.ssa Vincenzina Pastore. Entrai nel Serra come supporto al compianto Mons. Piero Pennacchini. Sono dunque trascorsi trent’anni. Vi devo una montagna di gratitudine per gli esempi di straordinaria caratura umana e cristiana ricevuta dai Serrani di ieri e di oggi che hanno alimentato in me la necessità di rendere grazie al Signore per il dono incommensurabile del sacerdozio, arrivato al suo 54° anniversario di ordinazione. Al vertice dei numerosi Serrani nel frattempo passati a miglior vita, rammento un nome per tutti: il Dott. Ugo La Cava. Prima di entrare nel cuore del tema dell’anno, “il perdono e la pace a partire dal cuore dell’uomo”, consentitemi alcune premesse. Siamo oggi tutti più che preoccupati per alcune notizie di cronaca che rendono difficile la nostra quotidianità, a partire da un termine che non avremmo mai più voluto sentire, la guerra, combattuta con migliaia di morti e immani rovine, tra due popoli che radicano nel cristianesimo la loro religiosità. Si aggiungano i disastri climatici, le conseguenze delle migrazioni incontrollate dei popoli, il crepuscolo di una politica finalizzata al bene dei cittadini, l’incapacità a costruire seri percorsi di dialogo, l’inverno demografico dell’Italia e dell’intera Europa e, ultimo arrivato, il forzoso rincaro dell’energia necessaria a ricchi e poveri. Questo solo per citare alcune tematiche di valenza macroscopica. In tale contesto di situazioni nazionali e mondiali potremmo tutti essere presi da un sentimento di sconforto e di incapacità personale per un contributo al miglioramento. La domanda: che cosa possiamo fare noi per invertire questi scenari apocalittici? Credo che, come cittadini, ma anche e soprattutto come credenti, siamo chiamati ad un pensiero ‘alto’,  e ad un pensiero ‘altro’. Alto, in quanto orientato a finalità transgenerazionali e per la salvaguardia dell’ambiente nel quale viviamo. Tutti dovremmo sentirci coinvolti in scelte coraggiose che determineranno azioni politiche non di corto periodo, bensì di medio e lungo orizzonte. Lo affermo nell’ottica del più assoluto, profondo e scontato rispetto per le scelte individuali di schieramento politico di ognuno di noi, ma tenendo conto che oggi si mettono in discussione valori fondanti come la famiglia, e tale con un papà e una mamma, il diritto alla vita di quello che dal termine latino viene semplicemente chiamato feto, e che invece dovrebbe essere chiamato “nascituro”. E ancora i diritti dell’infanzia ad una condizione educativa aliena da condizionamenti ideologici. A tale proposito rammento con dolente sgomento un recente incontro di dissacrante protervia e le urla sguaiate delle cosiddette femministe per proclamare il diritto all’aborto senza condizioni, in un raduno proprio all’ombra della Basilica di Santa Maria Maggiore, dove viene venerata la Theotokos, la Madre di Dio, colei che ha accettato il progetto di una difficile maternità corredentrice, intrisa di dolore fino alla presenza sul Golgota per la morte del Figlio. Altro: in quanto disincagliato dalle secche del particolarismo partitico che favorisce interessi egoistici, a inevitabile danno soprattutto dei più poveri e indifesi, oltre che foriero di una politica mondiale dove sono ancora i prepotenti a dettare la legge. ‘Argumenta non numerantur, sed ponderantur’, sentenziava il Diritto romano. Le proposte politiche andrebbero pesate con il bilancino dell’oro, e non contate con la logica dei prepotenti, sovente detentori di un potere non delegato dai cittadini votanti. Il Magistero e l’azione pastorale di Papa Francesco ci possono essere d’aiuto per non essere sopraffatti da un pessimismo cosmico o di disfattismo. Alla luce di queste considerazioni ha quasi il sapore di un’utopia disquisire di shalom, di perdono, di cuore che ama. Ma noi lo facciamo nell’ottica della Parola di Dio, ricordando la più bella delle parabole del Vangelo, quella di un padre che, con un gesto liberatorio, abbraccia il figlio prodigo che lo aveva lasciato per una vita gaudente e spensierata. Il perdono e la pace necessitano per tutti di nutrirsi di tanta preghiera, tenendo conto che il termine pace, onorato a parole da tutti, riveste significati poliedrici diversi. La shalom della quale parla la Scrittura è la componente prima dell’agape, l’essenza stessa di Dio. La concezione mondana più diffusa e rimarcata intende per pace l’assenza di ogni conflitto armato. La concezione cristiana richiama invece con questo termine pregnante qualcosa di ben più profondo e sostanziale. La pace, scriveva Benedetto XVI, “va perseguita sui sentieri del perdono”. Ed è ben difficile mettersi nella prospettiva del perdono accordato semplicemente, senza condizioni unilaterali e ideologiche, nel rispetto della verità storica e della giustizia, tenendo costantemente davanti agli occhi la misericordia che tutti abbiamo gratuitamente ottenuto in virtù della missione redentiva di Cristo. Per impedire le guerre a volte non basta l’equilibrio della prepotenza e della paura. Un esempio: le Nazioni Unite, sono nate nel 1945 anche sulle macerie di un’abbazia millenaria come Montecassino, centro di preghiera e spiritualità, scrigno di storia e di arte, o peggio su quanto è rimasto dopo le bombe su Hiroshima e Nagasaki, dopo la distruzione di Dresda in Germania, di Coventry nel Regno Unito. Ma soprattutto sui sessantacinque milioni di vittime della seconda guerra mondiale. E, tuttavia, quante sono le guerre che hanno continuato fino ai nostri giorni a mietere vittime innocenti e a fare altre macerie dopo la nascita dell’ONU? ‘Quante persone dovranno morir, finché siano troppe a morir’, cantava nei passati anni sessanta Luigi Tenco, su testo di Bob Dylan. L’ONU è un organismo elefantiaco che non ha mai risolto alcun conflitto, e nel quale peraltro tutte le nazioni sono uguali, ma qualcuna è più uguale delle altre, per usare un’espressione di George Orwell. Suonano pertanto come una beffa le parole di Isaia scolpite nel monumento prospiciente la sede: “Forgeranno le loro spade in vomeri, e le loro lance in falci”. Troppe sono ancora – e Francesco lo ha ripetutamente richiamato- le voracità fameliche delle potenti lobby delle armi. Ecco perché lo spazio lasciato dalla pace è infido, malsano, provvisorio. La vera e duratura pace non può crescere sulle radici della scaltrezza politica, degli interessi selvaggiamente inseguiti dalle contrapposte paure. Per dire sostanzialmente sì alla pace necessita che tutti ci sforziamo di ritrovare una forma comune di pensare e, soprattutto di perdonare e di amare. Il perdono rappresenta un’arte e un esercizio difficile, ma è il solo che può spezzare la spirale dell’odio, eliminando ostilità sempre rinascenti. E la palestra più immediata, pur non scontata, per l’esercizio del perdono è rappresentata dai rapporti interpersonali nella famiglia: perdono tra moglie e marito, perdono tra genitori e figli. Questo messaggio dunque non è solo per i politici, per i reggitori di popoli, ma è per ognuno di noi, in quanto ognuno porta in sé i germi dell’anelito alla pace, ma anche quelli della propensione alla belligeranza. Non si nasce santi o delinquenti ma, crescendo tocca liberamente a noi scegliere quale delle due strade percorrere. Ognuno quindi è chiamato ad una verifica leale e coraggiosa della realtà aggrovigliata e ambigua del proprio mondo interiore. Sentiamoci tutti chiamati a ricercare e ad amare la verità che sgorga dal messaggio evangelico, a conservare una coscienza intemerata, senza mai violentare la coscienza altrui, affermando con rinnovato impegno le nostre convinzioni di credenti in un mondo secolarizzato, ma nel contempo ad ascoltare, valutare e rispettare quelle degli altri, sintonizzandoci con le corde dei loro cuori. Siamo chiamati ad allenarci al perdono, che non è mai una cosa scontata, rompendo la logica satanica della vendetta. Sforziamoci di temere il male che potremmo fare al prossimo molto di più di quello che dal prossimo potremmo subire. Chiudo con le parole di speranza di Gesù pronunciate prima dell’ultima cena: ‘Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo la do a voi. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!’”.Un appello di responsabilità elevatosi dalla città di Roma, a noi stessi in primis, ai politici, a tutti, nel perdono e nella pace autentica, nel sodalizio tra il mondo laico e sacerdotale, in Cristo e in Maria Madre di tutte le Vocazioni e in S. Junipero Serra.

Viviana Normando.

Festa per i 40 anni del Serra Club di Siena

Festeggiare il compleanno dei 40 anni di vita ha significato per il Serra club di Siena celebrare un lungo e ricco passato, ricordare i soci fondatori molti dei quali nelle mani della misericordia di Dio, salutare i soci attivi e le loro famiglie, fare il bilancio delle attività  svolte in questi quattro decenni e soprattutto ricaricare le pile per affrontare il futuro. Per il credente – come dice il cardinale Zuppi – la prospettiva è il futuro perché con la nostra esistenza quotidianamente gettiamo il seme, come fa il contadino, con la speranza che domani arrivino i frutti.

Poi, come in tutte le feste, ci sono le formalità, nel nostro mondo sempre abbondanti, che fanno parte di antiche tradizioni e di solidali incontri tra amici, programmati  dal nuovo Presidente del Club dr. Alberto Papi e dal suo comitato direttivo nella sala San Ansano del complesso museale del Santa Maria della Scala. Qui hanno portato i loro saluti la Presidente Nazionale dr. Paola Poli, il Vice-presidente del Serra International dr. Manuel Costa e il Presidente del Distretto 171 dr. Luciano Neri.

A seguire le relazioni di Marco Crovara, Presidente della Fondazione Junipero Serra e di don Michele Gianola, segretario dell’Ufficio Nazionale della Pastorale per le Vocazioni. Il Cardinale Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino e Vescovo di Montepulciano, Chiusi e Pienza ha infine celebrato la Santa messa nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, funzione alla quale hanno assistito anche numerosi giovani dell’Agesci.

Infine, come tutti i salmi che finiscono in gloria,il Club ha organizzato un ricco e ottimo pranzo consumato nei locali della Contrada della Selva e un’apprezzata visita alla mostra delle opere della banca Monte dei Paschi di Siena, esposte nel Museo del Santa Maria della Scala.

E.M.

Il Serra in Vaticano

Il Comitato Esecutivo di Serra International si è riunito a Roma la scorsa settimana per un incontro formale con il Prefetto del Dicastero per il Clero, Sua Eminenza Lazarus Cardinale You Heung-sik e con il Prefetto del Dicastero per i Vescovi, Sua Eminenza Marc Cardinale Ouellet, per discutere di come Serra possa servire meglio la Chiesa a livello globale. Il Comitato Esecutivo ha anche tenuto una riunione presso il Pontificio Collegio Nordamericano, dove Serra è stato accolto dal Rettore appena insediato, il Molto Rev. Thomas Power, e dai suoi 99 seminaristi Dopo questi incontri, alcuni membri del Comitato esecutivo si sono trattenuti a Roma per incontrare i leader del Consiglio nazionale di Serra per l’Italia. Oltre agli incontri programmati, i leader di Serra hanno avuto diverse riunioni improvvisate con vescovi tedeschi e canadesi e altri funzionari del Vaticano. Tutti questi incontri hanno contribuito a mantenere il ruolo di Serra come apostolato laico globale per le vocazioni nella Chiesa. (Foto, da sinistra a destra: Bob Campney, Rose Campney, Emmanuel Costa, MaryLynn Schwietz, il Presidente di SI Greg Schwietz, il Molto Rev. Thomas Power, il Past President di SI Michael Bragg, il Presidente eletto di SI Kurt Metyko, John Liston, Moira McQueen, Sharon Bragg, Margo Geddie).