Tema dell’anno sociale 2021/2022
/in Tema dell'anno/da Serra Club Italia
Il discorso della montagna di Carl Heinrich Bloch (1877)
“VIVERE LE BEATITUDINI E’ RENDERE ETERNO QUELLO CHE PASSA. E’ PORTARE IL CIELO IN TERRA”
Lettera ai Serrani di Sua Ecc. Mons. Patron Wong, consulente Episcopale di Serra Italia
/in News, Tema dell'anno/da Serra Club ItaliaPubblichiamo la Lettera che Sua Ecc.Mons. Jorge Carlos Patron Wong, consulente Episcopale di Serra Italia, rivolge a tutti i soci dei Serra Club d’Italia e della Svizzera Italiana nella quale ci introduce al Tema nazionale per l’anno sociale ‘La fede non è un’idea: è un incontro con Gesù”. Il testo della lettera che è anche disponibile sul Bellringers recentemente distribuito.
Cari amici serrani,
nell’ultimo Documento del Magistero, che Papa Francesco ci ha offerto a margine del Sinodo sui Giovani, viene messa a fuoco la necessità e l’importanza di non procedere all’annuncio della fede con formule e risposte pre-confezionate, bensì seguendo la logica del Vangelo, che fa leva sulla bellezza di una chiamata e di un’amicizia personale che Gesù stesso stabilisce con coloro che invita a partecipare alla missione del Regno di Dio. ... Continua a leggere
L’Esortazione Apostolica Christus Vivit, infatti, afferma che, “I discepoli hanno ascoltato la chiamata di Gesù all’amicizia con Lui. È stato un invito che non li ha costretti, ma si è proposto delicatamente alla loro libertà: «Venite e vedrete», disse loro, ed essi «andarono e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui» (Gv 1,39). Dopo quell’incontro, intimo e inaspettato, lasciarono tutto e andarono con Lui” (Papa Francesco, Christus vivit, n. 153).
Proprio questa prospettiva evangelica viene a fondare e motivare la scelta di introdurre l’uscita di questo nuovo “Bellringers”, riprendendo quanto Papa Francesco ha affermato durante un colloquio con un gruppo di giovani francesi, provenienti dalla diocesi di Grenoble-Vienne: “La fede non è un’idea: è un incontro con Gesù”. (Papa Francesco, Colloquio con i giovani della diocesi di Grenoble-Vienne, 17 settembre 2018).
All’origine della fede cristiana, infatti, c’è la vicinanza e la prossimità che Dio, nel Suo amore, ha voluto stabilire con l’umanità per mezzo di Suo Figlio; Egli si è fatto prossimo alla nostra vita e, come buon samaritano, si è accostato alla nostra carne e alle nostre ferite, esercitando per noi l’arte della condivisione e della compassione. Credere, allora, non è primariamente aderire a verità astratte o idee religiose, ma lasciarsi incontrare dal Signore e iniziare l’avventura di un’amicizia con Lui, nell’ascolto della Sua Parola, nel dialogo, nella preghiera, e in un continuo movimento che ci conduce fuori da noi stessi e ci apre all’amore.
In fondo, questa è la verità che emerge soprattutto dall’incarnazione: Dio non ci ha consegnato delle leggi dall’alto o delle belle idee a cui aderire, ma si è fatto carne per venirci incontro e offrirci un’amicizia che moltiplica la gioia.
Questo orizzonte è di fondamentale importanza per il servizio offerto dal Serra Club nel campo della Pastorale vocazione. Infatti, lungi dall’essere una semplice ripetizione di slogan o di progetti e schemi abituali, la Pastorale vocazionale è chiamata a una costante evoluzione, soprattutto rintracciando quelli che Papa Francesco definisce “nuovi stili e nuove strategie”, dal momento che – specialmente considerando i cambiamenti di vita dei ragazzi di oggi – “la maggior parte dei giovani si sente poco attratta da questi schemi pastorali. La pastorale giovanile ha bisogno di acquisire un’altra flessibilità e invitare i giovani ad avvenimenti che ogni tanto offrano loro un luogo dove non solo ricevano una formazione, ma che permetta loro anche di condividere la vita, festeggiare, cantare, ascoltare testimonianze concrete e sperimentare l’incontro comunitario con il Dio vivente” (Papa Francesco, Christus vivit, n. 204).
Per l’importante missione che portate avanti, tale orizzonte può essere di aiuto e di stimolo. Siete chiamati, in questo tempo complesso ma anche inedito, ad accompagnare i Sacerdoti perché possano crescere nell’amicizia con il Signore, così da essere capaci di annunciare ai giovani la gioia del Vangelo attraverso lo stile dell’incontro; al contempo, i giovani che vengono a contatto con la vostra realtà hanno bisogno di trovare proprio quell’ambiente di vicinanza e di prossimità di cui spesso ha parlato anche Papa Francesco, che faccia sperimentare loro che la fede è un incontro speciale con la persona di Cristo e con la gioia del Vangelo, capace di rinnovare la vita e di darle senso e significato.
Nell’accompagnare il vostro impegno pastorale e vocazionale, desidero assicurarvi la vicinanza della Congregazione per il Clero e porgervi i saluti del Prefetto, il Card. Beniamino Stella. Vi giunga, inoltre, l’assicurazione della preghiera perché possiate continuare con frutto la vostra opera.
La Carità: incontro con Cristo
/in Tema dell'anno, Vita della Chiesa/da Serra Club ItaliaCarità, sviluppo integrale e comunione. Sono queste le parole-chiave che Papa Francesco ha declinato nell’udienza concessa ai 450 partecipanti della Caritas Internationalis nella sala Clementina, presso la Santa Sede, il 27 maggio 2019.
La carità è sempre stata sempre il cuore pulsante di Papa Francesco, che l’ha più volte evocata nel corso del suo Pontificato. ... Continua a leggere
Anche il tema dello sviluppo integrale era stato oggetto di attenzione di Papa Francesco in circostanze precedenti. quando nella conferenza per celebrare il 50° anniversario della Populorum Progressio lo aveva definito “la strada del bene”. Una riflessione ripresa dal Papa quando afferma che “dobbiamo puntare alla promozione, premessa indispensabile per una effettiva integrazione”. Questa volta il riferimento è ai poveri che “sono anzitutto persone” nei cui volti si nasconde quello di Cristo perché “sono sua carne, segni del suo corpo crocifisso”. E’ evidente come questo richiamo di attenzione ai poveri non possiamo che intenderlo se non come vero e proprio concetto di sviluppo umano integrale, che ha profonde radici antropologiche e teologiche e che permettono alla Chiesa di andare loro incontro come antitdoto alla cultura dello scarto e dell’indifferenza. “La peggiore discriminazione dei poveri, ha sottolineato Papa Francesco, è la mancanza di attenzione spirituale” e, pertanto, come ci insegna l’esempio dei Santi e della Sante della carità “l’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente un un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria”. La comunione, infine, intesa come “essenza stessa della Chiesa” perché la comunione ecclesiale “è la comunione in Cristo e nella Chiesa che anima, accompagna, sostiene il servizio della carità”. Questa comunione ecclesiale nasce dall’incontro con il figlio di Dio, Gesù Cristo, che mediante l’annuncio della Chiesa raggiunge gli uomini e crea comunione con noi stessi. Per questo, ricorda il Papa, come Confederazione la Caritas è accompagnata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ed esorta tutti a vivere la carità, lo sviluppo integrale e la comunione “con stile di povertà, di gratuità e di umiltà”.
Cosimo Lasorsa
Tema dell’anno sociale 2019/2020. La fede non è un’idea ma un incontro
/in Tema dell'anno/da Serra Club ItaliaAmici serrani, questo è il tema che vi propongo per il prossimo anno sociale.
Faccio mie le parole del Papa Emerito Benedetto XVI usate a sua volta da Papa Francesco:
«La fede non è una teoria, una filosofia, un’idea ma un incontro. Un incontro con Gesù. Se così non avviene, se non ci si imbatte nella sua misericordia, si può pure recitare il Credo a memoria, ma non avere fede».
Ma che cosa significa avere fede?
Tema anno sociale 2018/2019. I giovani: una sfida per la Chiesa. La Chiesa: una sfida per i giovani
/in Tema dell'anno/da Serra Club ItaliaQuesto è il tema che farà da filo conduttore per il prossimo anno sociale 2018/2019.
I giovani sono il nostro futuro per questo dobbiamo metterci in ascolto di quanto ci vogliono dire, cioè fare nostre “hic et nunc” (qui e adesso) le loro voci, i loro pensieri, le loro idee: ma come? Attraverso:
l’ascolto e la comprensione
l’approfondimento e l’applicazione
la risposta e il dialogo
lo stupore e l’adesione
la condivisione e la compartecipazione
Nel documento finale Pre-Sinodale dei giovani sono apparse chiare le loro richieste alla Chiesa, non vogliono sentirsi esclusi perché troppo piccoli e inesperti per prendere decisioni, ma vogliono partecipare attivamente ed assumersi delle responsabilità, essere ascoltati, essere testimoni credibili soprattutto verso i loro coetanei della Fede in Gesù Cristo.
Dobbiamo focalizzarci su services che siano attrattivi per “loro” e non per “noi”; mi spiego meglio con un esempio: un film in prima visione, magari vincitore dell’Oscar, e per noi un capolavoro non sempre è interessante per i giovani, vuoi perchè non c’è l’attore/attrice da loro conosciuto, vuoi per la trama della storia che racconta: dobbiamo quindi capire quale film vince l’Oscar per loro.
Dobbiamo confrontarci e proprio per questo “SFIDA” è la parola chiave del tema proposto.
“SFIDA” perché non possiamo lasciare nulla di intentato per riportare la Chiesa, quella fatta di preghiera, di ascolto, di umiltà, di misericordia, alla sua origine: affidandoci a Colui che Era, che E’, che Viene.
“SFIDA” perché i giovani non possono e non devono lasciarsi intimorire dai “saggi” ma anzi devono “gridare per farsi sentire” queste sono le parole usate da Papa Francesco nella giornata conclusiva del Pre-Sinodo.
“SFIDA” verso il vero senso del discernimento vocazionale e qui ci dobbiamo mettere in gioco noi adulti attraverso l’esempio in prima persona, non a parole ma con i fatti e con l’impegno quotidiano.
“SFIDA” perché dobbiamo coinvolgere i giovani nelle nostre decisioni, offrendo loro ruoli di leadership e non di semplici comparse, formandoli e programmando con loro uno sviluppo continuo. E’ indispendabile il rinnovo costante partendo dai nostri Club per poi proseguire nei Distretti e nel Consiglio Nazionale della classe dirigente, questo per evitare che siano sempre i soliti, di certo validissimi ma magari un po’ “stanchi” ed “appagati”, a ricoprire gli incarichi istituzionali previsti, tarpando le ali a potenziali risorse che abbiamo il dovere di ricercare tra i nostri giovani. Questo non vuole dire che si deve per forza rottamare tutti, ma che chi ha più esperienza la deve mettere a disposizione dei nuovi arrivati per integrarli e far si che la “squadra” funzioni al meglio.
“SFIDA” perché la Chiesa e tutti noi dobbiamo uniformarsi al mondo attuale dei social media, del virtuale, processo ineludibile per restare in contatto e al passo con i giovani.
“DUC IN ALTUM” (Lc 5,4) “Prendete il largo” dice Gesù, oggi a noi.
E’ l’invito ad avventurarci con entusiasmo e fiducia nell’esperienza della sequela, dell’ascolto, della preghiera, della comunione e della missione.
Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre.
Enrico Mori
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