Concorso Scolastico Nazionale
Bando di Concorso – XXI Edizione 2025-26
Marc Chagall, The painter and the posies, 1984.
Il Serra International Italia, associazione laicale che si impegna nel favorire e sostenere le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, bandisce da 21 anni un concorso scolastico a livello nazionale per stimolare i giovani a riflettere e a discutere sui valori importanti per l’uomo e per la società, promovendo la cultura della vita intesa come vocazione al servizio. Gli elaborati presentati al concorso costituiscono uno spaccato interessante che mette in luce le dinamiche relazionali dei giovani, la loro affettività, il loro pensiero sui modelli educativi ed in particolare quello scolastico, la condizione della famiglia e della società contemporanea, le difficoltà dipendenti dall’attuale momento storico.
Quest’anno propone di riflettere, attraverso il concorso scolastico, sul desiderio della felicità che è nel cuore di ogni uomo, sulla ricerca di quella felicità che si riconosce nell’appagamento pur nelle difficoltà della vita, sull’importanza in tutto ciò delle relazioni interpersonali, sul rischio di cercare la felicità per vie che non portano ad una soluzione anzi la compromettono. In ogni caso, vi è sempre la possibilità di riprendere la via, per una serena costruzione di sé, e si vuole offrire l’opportunità di riflettere per riorientare, eventualmente, le proprie scelte nel segno della speranza che apre a grandi orizzonti.
Il TEMA dell’anno è:
Chiedimi se sono felice.
Felicità: una parola impegnativa, apparentemente un miraggio, eppure ogni uomo desidera essere felice. Alla ricerca della felicità, consapevolmente o no, si rivolge tutto l’agire dell’uomo. Ma cosa consente di sperimentare e comprendere cosa sia la felicità? Ci poniamo alla ricerca della felicità, consapevoli che sia possibile, guardando a vie che possono condurre a trovarla.
Vogliamo scoprire:
- cosa ci rende felici;
- perché a volte proviamo delusione rispetto a ciò che abbiamo tanto desiderato;
- quanto pesano le relazioni familiari, amicali e occasionali;
- ricordi dei momenti felici;
- la possibilità di costruire la felicità propria e degli altri.
Spesso ci si sente costretti a portare una maschera, per apparire così come vorremmo essere, ed essere considerati. Ma nel cuore ci possono essere insicurezza, un dolore, una preoccupazione. Gli altri non sanno cosa portiamo nel cuore. Si può sembrare felici, e non esserlo. Un film con Aldo, Giovanni e Giacomo ha per titolo Chiedimi se sono felice, e fa riflettere sull’impossibilità di vivere felici se si è frantumata una amicizia. Ce lo potrebbero chiedere altri, ma siamo noi stessi oggi a chiederci se siamo felici, e cosa è per noi la felicità. La felicità è possibile?
Si vive in modo frenetico, si corre tanto e sembra che la cosa più importante sia apparire felici, e mostrare tramite i social le immagini di ogni singolo momento vissuto, anche se non di particolare rilievo. Eppure, ci sono motivi, custoditi nel profondo del cuore, che tengono in agitazione: incomprensioni in famiglia, non sentirsi accettati a scuola o da gruppi che si frequentano, poca autostima, sfiducia nella possibilità di costruirsi un futuro. Inoltre, vi sono dei motivi di dolore che si celano, ma che si portano sempre con sé. Mentre si è in gruppo si vuole apparire felici, ma quando ci si ritrova soli tutto cambia. La felicità sembra un miraggio e si può cercare di anestetizzare il proprio dolore con mezzi che non portano soluzioni, che fanno evadere, che coprono con il frastuono quanto si ha nel cuore.
Ogni uomo è chiamato ad essere felice. Ma cosa è la felicità? Vi sono spesso felicità illusorie.
Sant’Ignazio di Loyola nel tempo della sua convalescenza, che prepara alla sua piena conversione e al cambiamento della sua vita, comincia a riflettere sulla gioia che provava ripensando alla sua vita di cavaliere e al tipo di gioia che avvertiva pensando di imitare le vite dei santi: scoprì una gioia che lascia vuoti e una gioia che invece si diffonde e permane. Scelse poi quella gioia che non delude, e insegnò come distinguere quanto si prova nel cuore e come, attraverso scelte coerenti, vi siano dei frutti nella vita.
Spesso si cerca la felicità accumulando cose, ma è una ricerca senza fine: nulla può bastare. Nessuna cosa può colmare il desiderio di infinito. Scrive sant’Agostino che il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Dio.
A volte si cerca l’approvazione degli altri, anche a costo di scelte che mettono a rischio la propria incolumità, o anche la stessa vita: pensiamo in particolare all’uso spesso deviante delle comunicazioni attraverso i social.
Indubbiamente le relazioni sono importanti per essere felici: da quelle familiari, per quanto spesso difficili, all’amicizia. A volte, ripensando alla propria storia familiare, si riflette su quali siano le relazioni importanti per ciascuno e come si possano affrontare e superare le difficoltà che le incrinano.
Non si può essere felici da soli o camminando accanto a chi soffre e volgendo lo sguardo altrove: condividiamo la natura umana e ciascuno dovrebbe starci a cuore.
Per ciascuno, le relazioni sono sempre fondamentali. Scriveva Thomas Merton che nessun uomo è un’isola. Al di là della profondità della sua riflessione, sottolineiamo come spesso si pensi di poter o dover fare a meno degli altri. Invece l’umanità è strutturata perché ciascuno sia unico, irripetibile ed importante, per contribuire a comporre la totalità: ciascuno ha un dono necessario agli altri. Nel racconto della creazione si dice che non è bene che l’uomo sia solo, e ciò rimanda alla complementarità degli esseri umani.
Ogni comunità è ricca di doni, distribuiti ai vari componenti di quella realtà, per il bene di tutti. San Paolo lo applica ad una comunità ecclesiale, quella di Corinto (cf. 1 Cor 1,4-5), ma vale per ogni realtà comunitaria. La ricerca del bene comune richiede la partecipazione attiva e responsabile, i talenti di tutti; questo è compito della politica: agire per il benessere di ciascuno, in particolare di chi vive in maggiori difficoltà.
L’amicizia, infine, è un dono. Al contrario, molto amara è la delusione davanti al tradimento da parte di un amico (cf. Sal 41,10). Gesù si rivolge a chi lo tradisce chiamandolo: “amico”, e pensiamo con quanto dolore nel cuore (cf. Mt 26,50). L’amicizia vera non è manifestata solo dallo stare insieme, ma da una condivisione profonda e da una sincera sintonia di scelte, anche impegnative, e passa dall’accettazione dell’altro così come è. Non si è amici perché si fa chiasso insieme: nel momento della difficoltà e del dolore si svela l’amicizia vera (cf. Sir 6,8-12). Inoltre, il vero amico gioisce per il bene dell’altro, non è invidioso. L’amicizia ed anche l’amore richiedono cura e attenzione: non sono infatuazioni di un momento.
Si può anche essere costruttori di felicità.
Che scelte possiamo fare per realizzare la nostra felicità e quella altrui? Siamo capaci di risanare relazioni incrinate? Sappiamo rallentare i nostri ritmi, per dedicare il nostro tempo alla cura delle relazioni?
Possiamo agire per la felicità altrui e, forse così, scoprire il segreto della felicità. Nel Vangelo è detto felice chi è povero, afflitto, mite, capace di perdonare e accogliere, operatore di pace: forse è questa una via da scoprire per una felicità piantata su solide basi?
Scuola primaria
Costruiamo la felicità!
Per cosa mi rallegro ogni giorno? Come posso superare le difficoltà e scoprire sempre che la vita è un dono? Come potrei donare felicità a chi mi è vicino?
Scuola secondaria di 1° e di 2° grado:
La felicità è possibile!
Cerchiamo tutti di essere felici, ma cosa è per me la felicità?
Cosa cerco? Quali sono i maggiori ostacoli per una vita felice? Come posso vivere ogni giorno un frammento di felicità? So godere di tutto quanto mi è donato: la natura, l’incontro con un amico, una giornata di svago, un incontro in famiglia, un’opera d’arte, un libro, la musica? Come posso essere operatore della felicità degli altri?
CIASCUNO PUO’ SCOPRIRE O RISCOPRIRE COSA SIA LA FELICITA’ E QUALI SCELTE POSSONO COSTRUIRLA O ALLONTANARLA. PROVA A RACCONTARE TE STESSO, LE TUE ATTESE E LE TUE GIOIE; LE TUE ESPERIENZE, I TUOI IMPEGNI PER COSTRUIRE LA FELICITA’ TUA E ALTRUI. PROVA ARACCONTARE TE STESSO, LE TUE ATTESE E LE TUE GIOIE; LE TUE ESPERIENZE, I TUOI IMPEGNI PER COSTRUIRE LA FELICITA’ TUA E ALTRUI. CIASCUNO PUO’ SUPERARE IL NATURALE PESSIMISMO DETTATO DALLE CIRCOSTANZE O DALLA CRONACA CHE RIPORTA MOTIVI DI AFFLIZIONE ED ORIENTARSI AL RAGGIUNGIMENTO DELLA FELICITÀ PROPRIA CONTRIBUENDO ALLA REALIZZAZIONE DI QUELLA ALTRUI, A PARTIRE DA COLORO CHE SONO PIÙ VICINI.
Si suggeriscono alcuni spunti di riflessione, ma tanti altri se ne possono individuare.
- «Isaia profetizza un “camminare senza stancarsi”. Riflettiamo allora su questi due aspetti: il camminare e la stanchezza. La nostra vita è un pellegrinaggio, un viaggio che ci spinge oltre noi stessi, un cammino alla ricerca della felicità; e la vita cristiana, in particolare, è un pellegrinaggio verso Dio, nostra salvezza e pienezza di ogni I traguardi, le conquiste e i successi lungo il percorso, se rimangono solo materiali, dopo un primo momento di soddisfazione ci lasciano ancora affamati, desiderosi di un senso più profondo; infatti non appagano del tutto la nostra anima, perché siamo stati creati da Colui che è infinito e, perciò, in noi abita il desiderio di trascendenza, la continua inquietudine verso il compimento delle aspirazioni più grandi, verso un “di più”. Per questo, come vi ho detto tante volte, “guardare la vita dal balcone” a voi giovani non può bastare» Papa Francesco, Messaggio per la XXXIX GMG, 24 novembre 2024.
- Nella fiaba Quel che babbo fa è sempre ben fatto, di Hans Christian Andersen, si nota il paradosso della felicità nell’affidamento: anche quando tutto sembra sbagliato vi è un risvolto di bene.
- Il giovane Carlo Acutis (Londra 3 maggio 1991 – Monza 12 ottobre 2006) afferma che una vita felice non è necessariamente una vita lunga, ma è fare della propria vita un capolavoro (canonizzazione 7 novembre 2025).
- Il Vangelo propone un criterio di felicità contro corrente: si tratta delle beatitudini presentate in Matteo e Luca (cf. Mt 5,1-12 e Lc 6,17-26).
- Alessandro D’Avenia in L’arte di essere fragili, guardando a Giacomo Leopardi, prospetta un metodo per approdare ad una felicità che si radica nella ricerca del senso della vita.
- San Paolo ricorda una affermazione di Gesù, per cui si è felici donando più che ricevendo: «In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”» (cf. At 20,35).
- San Francesco d’Assisi, nella sua preghiera, descrive una ricerca della felicità, segno di grande libertà: Oh Signore, fa di me uno strumento della tua Pace/Dove è odio fa che io porti l’Amore,/dove è offesa, ch’io porti il perdono,/dove è discordia, ch’io porti la fede,/dove è l’errore, ch’io porti la Verità,/dove è la disperazione, ch’io porti la speranza./Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,/dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. Oh Signore fa che io/non cerchi tanto di essere consolato/quanto di consolare;/di essere compreso, quanto di comprendere;/di essere amato, quanto di amare./Poiché donando, si riceve;/perdonando, si è perdonati;/morendo, si resuscita alla vita eterna./Amen
- Ne Il canto di Natale di Charles Dickens, si avverte come la generosità e l’apertura agli altri rendano felici.
- Ne L’amico ritrovato di Fred Uhlman, il protagonista si muove per risanare una frattura con l’amico, nel timore che sia insanabile. Nel Siracide si dice: «Un amico fedele è rifugio sicuro: chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele non c’è prezzo, non c’è misura per il suo Un amico fedele è medicina che dà vita: lo troveranno quelli che temono il Signore. Chi teme il Signore sa scegliere gli amici: come è lui, tali saranno i suoi amici» (Sir 6,14-17). Quale conforto, in un amico!
- Nella fiaba Momo di Michael Ende, da cui sono stati realizzati anche un cartone animato Momo alla conquista del tempo (2001) e un film (1986), si palesa un inganno in cui si può cadere: vi è chi ruba il tempo alle persone, lo sottrae alle relazioni e si finisce per vivere infelici, nel grigiore; mentre una bambina, Momo, che è capace di ascoltare gli altri e vi dedica del tempo, con questo solo strumento conduce alla pacificazione delle relazioni.
- Vi sono ricordi da risanare o da custodire, ricordi da rileggere, ricordi belli: tanti gli spunti che arricchiscono l’esistenza. Natalia Ginzburg, in Lessico famigliare, sa rileggere in modo ironico certi ricordi familiari, quali ad esempio gli usi del babbo per organizzarsi ed andare in montagna. Elias Canetti ne La lingua salvata narra della relazione con la madre e della condivisione delle letture: ed in questo percorso vi è una crescita.
- Per i più piccoli: I 10 segreti della felicità di Alberto Pellai, un libro-gioco. Per i ragazzi, per affrontare i momenti di passaggio che sembrano solo pieni di incognite: Pronti per il grande salto, di Alberto Pellai e Barbara Tamborini.