Giovanni Paolo II, eroe della Chiesa
Il 18 maggio scorso, nella ricorrenza del centenario della sua nascita, la Chiesa ha voluto ricordare Giovanni Paolo II con una Santa Messa presieduta da Papa Francesco nella Cappella dove è ubicata la tomba con le spoglie del Santo. Una celebrazione eucaristica che Papa Francesco avrebbe preferito svolgere in Piazza San Pietro, con la partecipazione del popolo cristiano, e di quello polacco in particolare, per rendere un atto di devozione a un grande Pontefice che ha lasciato un ricordo indelebile nella storia della Chiesa, ma che non è stato possibile realizzare per le limitazioni imposte dalla pandemia.
Un Pontificato contrassegnato da primati e da record: primo Papa non italiano dopo 455 anni e terzo per durata con oltre 26 anni di attività come Vicario di Cristo e Pastore in terra della Chiesa universale. Un Papa rivoluzionario, un gigante della fede, chiamato a introdurre la Chiesa nel terzo millennio, che ha caratterizzato il suo cammino pastorale con una intensa attività apostolica. Un Papa pellegrino e missionario che ha precorso strade e campagne, con 146 viaggi in Italia e 104 nel mondo, senza mai mettere in discussione il contenuto escatologico del messaggio cristiano, ma affrontando, a viso aperto e senza timori reverenziali, anche le situazioni più difficili e ostili, come in Germania con lo storico discorso nel 1996 alla Porta di Brandeburgo e quello, ancora più arduo, a Cuba nel 1998 con l’incontro con Fidel Castro.
Immensa l’attività spirituale di Papa Wojtila: Giovanni Paolo II è stato il Papa del Rosario, il Papa dell’Eucarestia, il Papa di Nostra Signora di Fatima, il Papa della consacrazione a Maria, il Papa della preghiera. Un Papa che, come ci ricordava Benedetto XVI “continua a essere presente nella nostra mente e nel nostro cuore, continua a comunicarci il suo amore per Dio e il suo amore per l’uomo, continua a suscitare in tutti, specie nei giovani, l’entusiasmo del bene e il coraggio di seguire Gesù e i suoi insegnamenti”. Ecco, i giovani! Sono proprio loro i prediletti di Papa Giovanni Paolo II, ai quali si rivolge con semplicità dicendo: “Prendete la vostra vita e fatene un capolavoro”. Ed è proprio a loro che si rivolge ancora chiamandoli a raccolta con l’istituzione, nel 1985, della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) quella che, a detta di molti, è stata la più bella invenzione di questo Papa, da celebrare ogni anno nella Domenica delle Palme. GMG che sono vero segno efficace della comunione ecclesiale, vero pellegrinaggio spirituale, modello di pastorale giovanile, ai quali i giovani rispondono sempre con entusiasmo e presenza cristiana. Indimenticabili, ancora oggi, le immagini e suoni delle chitarre dei tanti ragazzi che, negli ultimi giorni di marzo 2005, hanno accompagnato con veglie di preghiera il Papa morente.
Nella sua omelia della celebrazione eucaristica del 18 maggio, Papa Francesco indica tre tracce del Buon Pastore che sono in San Giovanni Paolo II: la preghiera, la vicinanza al popolo e l’amore alla giustizia. La preghiera, perché “sapeva bene che il primo compito del Vescovo è pregare”. La vicinanza perché “un pastore è vicino al popolo, vicino ai grandi e ai piccoli, ma sempre vicino”. L’amore per la giustizia, non disgiunto dalla misericordia, perché “giustizia e misericordia vanno insieme, e l’una senza l’altra non si trova”.
Cosimo Lasorsa