Club di Viterbo. Le reti sociali, i giovani e la comunicazione digitale

Lunedì 25 febbraio 2019 nella cornice di pregio dell’aula del Seminario Vescovile di Viterbo, oltre ai soci del Club, tante le persone che hanno partecipato con grande interesse e interagito col relatore, Professor Juan Narbona, docente presso la Pontificia Università della Santa Croce, su una tematica che è parte della realtà quotidiana e coinvolge diverse generazioni.

L’ambiente totalmente digitalizzato cambia il modo di rapportarsi con la cultura, con il sé e con l’altro, con il noi all’interno di relazioni che vivono o muoiono sulle parole criptiche dei messaggini preconfezionati e si ricordano attraverso video e fermo immagini.

Con reti sociali come Whatsapp, Instagram, Twitter, Facebook, Snapchat e Youtube, emergono generazioni sempre connesse, multitasking e portatrici di nuovi linguaggi speciali che utilizzano la velocità dell’Inglese tecnico, caratterizzato dall’assemblaggio dei termini o dalle contrazioni dell’uso scientifico della lingua, causa dei misunderstanding con gli adulti ancora poco aperti alla contaminazione dell’Information Technology.

L’ambiente digitale mai puramente virtuale né mondo meramente parallelo rappresenta una sfida per i meno giovani, per genitori, insegnanti e anche per la Chiesa che si interroga sulla portata del fenomeno dal punto di vista antropologico e etico come risulta dal documento finale del Sinodo dei Giovani.

Chi sono? Chi pensano che io sia? Che cosa sarà di me? Ci sarà un posto per me nel mondo?  Queste le domande che si pongono i giovani.

Stesse domande, stesse inquietudini ma in un contesto diverso: Teknè – Ethos sono gli ambiti gestionali delle generazioni non tecnologiche, gli strumenti per creare contesti e occasioni di conversazione, per lottare contro le paure dei giovani e proiettarli in modo solido verso il domani.

Aspettare, non giudicare, essere validi riferimenti, questo li farà sentire amati, accettati e parte di una comunità che ha bisogno di loro e della quale hanno bisogno, perché a volte connessione e solitudine, fragilità e mancanza di autostima, bullismo e culto dell’immagine finiscono con l’annientare le personalità reali filtrate dagli schermi della rete.

Millennial di viaggiatori su tablet e iphone, curiosi sperimentatori di mondi più piccoli e spesso orientati, pieni di desideri e grandi vuoti, che per costruire un’identità personale, per aprirsi e raggiungere possibilità mai sognate prima, hanno ancora bisogno d’aiuto.

In conclusione: responsabilità, amore, impegno, comunione, profondità e ascolto come rete sicura e grammatica della carità.

Beatrice Valiserra

Vice Presidente alle Comunicazioni