Fine vita: tra fede e libertà

E’ del 25 settembre 2019 il comunicato dell’Ufficio Stampa della Corte Costituzionale che, in attesa del deposito della sentenza, informa che la Corte ritiene non punibile, ai sensi dell’art. 580 del codice penale e a determinate condizioni, “chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”. Una sentenza storica che, di fatto, consente a un soggetto, nel pieno delle sue facoltà di intendere e di volere, di decidere cosa fare della sua vita, ... Continua a leggere