L’invito di papa Francesco: leggere il Vangelo!
La domanda è: cosa è il Vangelo? Se rimando ai miei ricordi di catechismo nella mia infanzia, il Vangelo, o meglio i Vangeli, erano definiti come testi che raccontano la vita, la predicazione, i miracoli e gli insegnamenti di Gesù, tramandati per farlo conoscere come uomo e come figura storica del Cristianesimo. Volendo risalire al significato originario, Il termine Vangelo, che è di origine greca, è formato di due parti: “eu”, che significa “bene” e “anghélion”, che significa “annunzio”, e ha, quindi, il senso etimologico di “buon annunzio”. Anche in ebraico vi corrisponde il termine “besorah”, che significa “buona novella”. Nel Nuovo Testamento, infine, il Vangelo, dal latino “Evangelium”, designa la “buona novella per eccellenza” cioè l’annuncio della redenzione umana per mezzo di Gesù Cristo, nonché la sua dottrina.
I Vangeli sono, quindi, “memoria e annuncio” di ciò che Gesù ha fatto e insegnato della sua vita, morte e resurrezione. In quanto ”memoria”, si rifanno al passato e parlano di Lui e dei suoi primi seguaci. In quanto “annuncio” sono speranza e appello per la nostra vita. Il Concilio Vaticano II definisce i Vangeli “testimonianza perenne e divina del mistero di salvezza rivelato e attuato dal Verbo fatto carne” e giustamente la Chiesa riconosce ai Vangeli un posto di eminenza: sono il cuore di tutte le Sacre Scritture perché più di tutte testimoniano Cristo, il Verbo incarnato.
E per questo vanno letti, attentamente, in raccoglimento e meditazione!
Un invito che Papa Francesco ci ha rivolto nell’Angelus della seconda domenica di Quaresima come esortazione a una lettura quotidiana del Vangelo. “E’ importante! Voi leggete il Vangelo? E’ cosa buona: è una cosa buona avere un piccolo Vangelo, piccolo, e portarlo con noi, in tasca, nella borsa, e leggere un piccolo passo in qualsiasi momento della giornata. In qualsiasi momento della giornata io prendo dalla tasca il Vangelo e leggo qualcosina, un piccolo passo. Lì è Gesù che parla, nel Vangelo”. Un invito e una esortazione che non possiamo respingere, perché la lettura quotidiana di un passo del Vangelo ci porta a coltivare e incontrare la ricchezza e la forza della parola di Dio. Ma perché questo sia possibile necessita che riconosciamo che il Vangelo, oltre che un testo di eccezionale levatura spirituale e morale, è anche la nostra massima guida religiosa.
Leggere il Vangelo, perché ci porta ad avvicinarci a Dio e a contemplare e guardare a Cristo per lasciarci raggiungere dal suo mistero e accogliere dalla sua misericordia e dal suo amore.
Leggere il Vangelo, perché ci porta alla riflessione e alla preghiera per potere partecipare, come discepoli di Cristo, più attivamente all’unità e all’universalità della Chiesa.
Leggere il Vangelo, perché ci porta a conoscere e difendere la fede sapendo che Cristo è con noi tutti i giorni e per annunciarlo agli altri, come ci chiede Papa Francesco.
Cosimo Lasorsa