Renato Vadalà è tornato alla Casa del Padre

La famiglia Serrana, addolorata per la scomparsa del carissimo e insostituibile Renato Vadalà, con sincera riconoscenza si stringe affettuosamente intorno ai suoi familiari.
Pubblichiamo i ricordi scritti di Antonio Ciacci, Mariuccia Lo Presti e Viviana Normando, che ben rappresentano e rispecchiano i sentimenti di tutti i Serrani

Il 29 luglio è venuto a mancare all’affetto dei suoi e a tutto il Serra Renato Vadalà. Per il club di Palermo un punto di riferimento e storico tesoriere. Già governatore del Distretto 77, ha curato la nascita e la crescita di vari club. Per il Serra Italia ha dato un contributo sempre concreto ed entusiasta, in particolare curando le pubblicazioni del club e il portale fin dal suo sorgere.

Una grande forza veniva a Renato dalla sua bella e numerosa famiglia, ed in particolare dalla cara Mimma, la cui perdita improvvisa ha avuto un peso per Renato, con una situazione di salute già compromessa.

Ricordiamo Renato nel suo essere in modo semplice sempre presente e fattivo, specie per il seminario. Pronto a cogliere le esigenze dei rettori, per provvedere: e pensiamo dal biliardino per i ragazzi ad ogni forma di collaborazione. Un’immagine della sua dinamica attività: Renato in motorino pronto ad essere lì dove era necessario. Un’espressione del suo amore al Serra: la sua presenza al CNIS a Palermo nel febbraio del 2019, pur se in serie difficoltà.

A Renato il grazie da tutti noi.

Maria Lo Presti

Renato era dinamico: bastava vederlo per ricavare l’impressione di una persona attiva, concreta.

Il Suo passo veloce, la sua schiena dritta, la sua espressione seria ma non accigliata, le sue parole nette, il tono tagliente della sua voce, tutto rendeva l’idea di una persona diretta e seria, ma che non si prendeva mai troppo sul serio qualità, quest’ultima, poco diffusa e invece preziosa.

Non stava mai fermo: anche durante le riunioni non si manteneva al proprio posticino, fosse fra il pubblico o fra i relatori, si alzava, aveva sempre qualcosa da fare per consentire che tutto andasse bene, un organizzatore fantastico. Nemmeno a tavola si manteneva seduto per l’intero convivio, sgusciava tra i tavoli con passo veloce, deciso, pronto a rimediare a tutto ciò che non andava bene od anche solo a scambiare una battuta con qualcuno.

Sì, era uno che le battute le amava, ironico, sarcastico, a volte tagliente, fantastico narratore di barzellette, con quel suo accento palermitano che le rendeva ancora più accattivanti.

Parlava chiaro, non era affatto mieloso o buonista, ma la sua era una chiarezza critica mai assertiva o addirittura arrogante, ma diretta a migliorare le cose e le persone.

Esprimeva giudizi, non pregiudizi, mai sulle perone in quanto tali, ma sulle cose che si dovevano fare o non fare, indicando sempre una soluzione.

Era quello che, nel linguaggio manageriale, viene chiamato un problem solver: sapeva risolvere i problemi, quelli legati alle persone come quelli determinati da circostanze imprevedibili.

Con il suo tono fermo e la sua chiarezza di idee, la sua capacità di rapportarsi con tutti senza mai rinunziare ad essere sé stesso, riusciva a farsi ascoltare, a convincere e, parimenti, si convinceva facilmente delle ragioni altrui se le riteneva più fondate delle sue, con l’onestà intellettuale che sempre lo contraddistingueva.

E lavorava, tanto, non si limitava mai a lanciare un’idea senza preoccuparsi di attuarla, a promuovere un’iniziativa senza curare che venisse realizzata, più che indicare cosa si dovesse fare, faceva. E non si fermava mai, avvalendosi del suo solido pragmatismo non si scoraggiava né si faceva intimorire dalle difficoltà.

Per il Serra ha fatto tanto, ma tanto, più di quanto si possa immaginare.

Il settore nel quale si è maggiormente speso, la comunicazione, era per lui una positiva ossessione e non si indignava, pur lamentandosene, dell’ignavia con la quale venivano stancamente raccolti i suoi inviti a scrivere, a riferire, a collaborare; se proprio nessuno lo aiutava, lui andava avanti lo stesso, il Serra doveva essere sempre e comunque servito, con entusiasmo.

La radicata Fede cattolica, la sua meravigliosa e numerosa famiglia, l’adorata moglie Mimma, tutto questo lo rendeva tanto instancabile quanto felice di non  stancarsi e destinava spesso anche a se stesso le battute taglienti che non provocavano mai malumori, ma spesso altro non erano che piccoli colpi di frusta perché chi le riceveva si migliorasse e comprendesse che la testimonianza di vita vale più di qualsiasi altro insegnamento

Essere per fare, il modo in cui si deve vivere il Serra.

Fare non per apparire, per ottenere, ma per servire: Renato non era mai autoreferenziale, mosso dall’ambizione, intento a raccogliere consensi, operava per il bene di tutti, guardava a quello che lui poteva fare per il Serra non a quello che dal Serra poteva ricevere.

L’ultima volta che l’ho visto, a Palermo durante un Consiglio Nazionale, era su una sedia a rotelle; per lui che era sempre in movimento una sorta di paradosso doloroso, un calvario, al quale si era aggiunta la morte dell’amatissima Mimma, compagna di una vita.

Ma il cuore ed il cervello erano sempre gli stessi e non mancò di riservare a tutti quelli che lo salutavano, una parola opportuna, buona, simpatica, perché la sofferenza fisica non gli aveva tolto la voglia di sorridere, anzi di ridere, dimostrava che la vita resta sempre un meraviglioso dono.

Gli amici del Club di Palermo, un grande Club, lo vezzeggiavano con tenerezza, rendendo a Renato, nel momento della sofferenza, quello che Renato, in parole ed opere, aveva dato loro.

Imitarlo sarà impossibile, ispirarsi a lui doveroso.

Grazie Renato, ti sia lieve la terra.

Antonio Ciacci

Cari amici, non ci sono parole per descrivere il dolore per la perdita di un così caro amico, persona e serrano di spessore unico. L’ho conosciuto a Roma, abbiamo lavorato insieme per il Serra, per il Serrano on line e per il Serrano, sentendoci a tutte le ore del giorno e della notte per anni, annullando le distanze tra Roma e Palermo ma soprattutto ho avuto modo di apprezzare tutto ciò che ha fatto per il Serra Italia in particolare nella comunicazione e al di là dei ruoli, da vice presidente alle comunicazioni a redazione del serrano e persino del portale che tanto successo ha avuto, soprattutto istituzionale, superando pure quelle comprensibili diffidenze iniziali ed avvicinandosi più che mai alla tecnologia odierna. Ha realizzato un manuale per la comunicazione serrana che vi invito a recuperare e ad aggiornare, un piccolo libricino gioiello, spunto di tante riflessioni e magari a farne un articolo. Accanto a lui per far uscire i numeri de il serrano poi divenuto persino digitale, in pdf etc sempre la moglie, di cui ha sofferto la perdita e che quest’oggi ha raggiunto tra le braccia del Padre, unico nostro conforto. Il dott. Renato Vadala’ e’ stato un grandissimo professionista, innamoratissimo della sua famiglia, della moglie e dei figli ai quali siamo vicini e che ha tutelato in ogni modo, ed un serrano dire esemplare e’ dir poco, con autentica vocazione serrana perché essere serrano e’ anch’essa una vocazione. Tra le miriadi di telefonate ricordo de visu il Cnis a Palermo, a Bologna, a Napoli e a Roma dove lo vidi affaticato ma sempre tenace per l’ultima volta. Persona umile, riservata, di lui ci sono poche immagini, che invito a cercare nei nostri ricordi più belli. Io ho trovato stasera alcune del Cnis di Bologna, che intanto invio così. Lo ricordo durante le giornate serrane a controllare i menabo’ de il Serrano con riunioni ad personam con gli autori ed il puntuale incontro con i responsabili, presidenti, direttori, sempre con efficacia e grande riservatezza e rispetto per non parlare delle lettere ricevute, i serrani spediti, le email e tanto altro a voi prima di tutto ma a tutti noi. Non ho avuto l’onore di poterlo salutare, per me grande cruccio. Perche’ la vita serrana e’ anche insieme e di fronte agli impegni, agli imprevisti, alle evoluzioni, doloroso e’ perdere momenti di condivisione, di amicizia, di confronto, di risorsa tra noi, accanto ai nostri sacerdoti. Auspico l’intitolazione a Renato di una delle iniziative serrane ricorrenti inerenti la comunicazione, un gesto, un pensiero. Renato ci avrebbe detto non vi disturbate, state sereni ed e’ in questa serenità sia pure nella grave perdita serrana e di amicizia che sarà bello dimostrare la gratitudine. Un pensiero spontaneo ed affettuoso nel rispetto di tutti, con un caro saluto ed un abbraccio di vicinanza a tutti voi.

A presto Viviana