Il passaggio della croce per la Giornata Mondiale della Gioventù
Al termine della celebrazione della Santa Messa di domenica 22 novembre sull’altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, trasmessa in diretta televisiva, Papa Francesco ha proceduto al passaggio dei simboli della Croce e della copia dell’Icona della Madre di Dio “Salus Populi Romani” dalla rappresentanza dei giovani panamensi a quelli del Portogallo. Simboli che sono significativi per la ricorrenza della Giornata Mondiale della Gioventù, il cui fine è quello di conoscere sempre più profondamente Gesù nel mistero della redenzione e di affidare le proprie vite alla protezione della Madonna.
Istituita nel 1985 da Papa Giovanni Paolo II, in occasione della celebrazione dell’Anno Santo della Redenzione, la Giornata Mondiale della Gioventù, definita la più bella invenzione di questo Santo Pontefice, aveva come scopo quello di manifestare l’attenzione della Chiesa verso le nuove generazioni. Un’iniziativa che riscosse un’immediata e grande adesione di giovani di ogni parte del mondo, che potevano, in tal modo, rispondere al desiderio represso di ritrovarsi insieme, di condividere le loro esperienze, di ascoltare una parola di fede, di guardare a un futuro migliore e di confermare il loro impegno spirituale e culturale al servizio della Chiesa. Incontri da tenersi ogni anno a livello diocesano nella Domenica delle Palme, e ogni due o tre anni a livello internazionale, con la prima edizione che si svolse a Roma il 23 marzo 1986, in cui Papa Giovanni Paolo II si rivolse ai giovani di ogni nazione e fede con la lettera “Sempre pronti a testimoniare la speranza che è in voi”. L’ultima manifestazione, a livello internazionale, si è svolta a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019 e la prossima, inizialmente prevista per il 2022, avrà luogo, invece, a Lisbona nell’agosto 2023, con spostamento di un anno a causa dell’epidemia del coronavirus. Da qui la cerimonia del passaggio dei simboli dai giovani panamensi a quelli portoghesi svoltasi al termine della celebrazione dell’Eucarestia di Papa Francesco.
Queste le parole di esortazione con cui Papa Francesco si è rivolto ai giovani: “Io sono là, dice Gesù, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non è interessato. Io sono là, dice Gesù anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita”. Non rinunciare ai sogni, quindi, ma non stare “parcheggiati” ai lati della vita. Perché per vivere e operare occorre andare oltre il pensiero dominante che riduce la felicità a divertimento e l’esistenza alla febbre dei consumi. Un’esortazione che richiama l’invito del Papa rivolto ai giovani, in occasione dell’incontro a Roma, nell’agosto 2018 al Circo Massimo, a non abbandonare i sogni perché i sogni sono importanti, aiutano ad abbracciare l’orizzonte e a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato che non potrà capire la vita e la forza della vita. Ma i grandi sogni hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza. Ma con Dio non avere paura: vai avanti e sogna in grande.
Cosimo Lasorsa