Fondazione Beato J. Serra e Anno della Fede

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Cari Amici,

come ben sapete il prossimo 11 ottobre prenderà avvio l’Anno della Fede: tutta la Chiesa è coinvolta in quello che lo stesso Benedetto XVI ha definito “un invito ad una autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo”.

Se tutta la Chiesa è coinvolta, lo è, lo deve essere, anche la nostra Fondazione, che potremmo considerare come una Fondazione a sostegno della diffusione e del consolidamento della Fede attraverso il ministero dei sacerdoti e dei religiosi a cui prestiamo il nostro aiuto.

L’Anno della Fede ci aiuti a riscoprire il senso ultimo della nostra opera, al servizio della nuova evangelizzazione.

Il nostro contributo potrà sembrare piccola cosa rispetto ai bisogni, ma, come più volte ho detto, ciò che dà significato e, lasciatemi dire, dignità alla nostra attività è il suo valore di testimonianza pubblica, di attestazione, per così dire, di stima concreta nei confronti del sacerdozio cattolico e della vita religiosa, per i quali, poche o tante che siano, ricerchiamo ed impieghiamo, secondo i nostri scopi statutari, tutte le nostre risorse.

Questa testimonianza di amore alla Chiesa è quanto mai preziosa oggi, nel momento in cui i limiti umani della stessa, senza dubbio oggettivamente emersi nei comportamenti di taluni, ma anche molto amplificati da mezzi di comunicazione e da forze pregiudizialmente ostili, tendono a raffreddare, se non a spegnere, la gioia dell’appartenenza ad essa.

Mi piace qui ricordare l’esortazione di Papa Paolo VI in occasione del precedente Anno della Fede (1967-1968): “Abbiate fiducia nella Chiesa. Amatela assai. È il termine diretto dell’amore di Cristo: dilexit Ecclesiam (Ef. 5,25). Amatela anche nei suoi limiti e con i suoi difetti. Non certo per ragione dei limiti e dei difetti, e forse anche delle sue colpe; ma perché solo amandola potremo guarirla e far risplendere la sua bellezza di Sposa di Cristo. È la Chiesa che salverà il mondo, la Chiesa che è la stessa oggi come lo era ieri, come lo sarà domani, ma che trova sempre, guidata dallo Spirito e con la collaborazione di tutti i suoi figli, la forza di rinnovarsi, di ringiovanire, di dare una risposta nuova ai bisogni sempre nuovi” (Messaggio a tutti i sacerdoti a conclusione dell’Anno della fede, 30 giugno 1968).
“È la Chiesa che salverà il mondo”: non dimentichiamolo mai, soprattutto quando siamo presi dalla stanchezza o dallo sconforto. Amiamola Chiesa, mettiamoci a servizio di essa, per dare “una risposta nuova ai bisogni sempre nuovi”.

Benedetto XVI ci ricorda come non sia sufficiente, anche se è essenziale, conoscere le verità di Fede, come ancora non sia sufficiente conservarle in un cuore aperto alla grazia, occorrendo arrivare a professarle con la bocca, ossia ad una testimonianza e ad un impegno pubblici: “il cristiano non può mai pensare che credere sia un fatto privato….. La Fede, proprio perché è un atto della libertà, esige anche la responsabilità sociale di ciò che si crede. La Chiesa, nel giorno di Pentecoste mostra con tutta evidenza questa dimensione pubblica del credere e dell’annunciare senza timore la propria fede ad ogni persona” (M. P. Porta Fidei, n. 10).

Appartenere ad una Associazione come il Serra Club, gestire una Fondazione che la affianca e ne è strumento finanziario, significa partecipare a questa dimensione pubblica della Fede, significa assumersi la responsabilità di ciò che si crede di fronte al mondo ed alle istituzioni civili, significa rendersi “visibili”, con la conseguente necessità di essere “credibili”.

La nostra credibilità di testimoni dell’amore a Cristo ed alla Chiesa nei suoi sacerdoti e nei suoi consacrati dipende dalla nostra concreta carità: parafrasando l’Apostolo Giacomo, citato dal Santo Padre, a che servirebbe dire ad un sacerdote, ad un religioso o ad una religiosa, ad un seminarista in difficoltà: “ti voglio tanto bene”, “ti stimo tanto”, “ti apprezzo”, “ti riverisco” e poi, potendo, non dare loro il necessario, o almeno dimostrare fattivo interessamento?

“La Fede senza carità – insegna ancora Benedetto XVI – non porta frutto e la carità senza la Fede sarebbe un sentimento in balìa costante del dubbio” (ibidem, n.14).

Chi intende lavorare per la nostra Fondazione, ma lo stesso vale per il Serra come Associazione, sappia che rende una testimonianza pubblica di fede e di amore alla Chiesa e che è chiamato ad esercitare, nei modi propri, la carità, sia direttamente nei confronti dei sacerdoti e dei religiosi, sia indirettamente verso tanti che da questi sacerdoti e da questi religiosi ricevono e riceveranno, insieme al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha fine, la grazia della salvezza.

Ora, cari amici, lasciatemi concludere con alcune indicazioni pratiche.

Ci stiamo avviando verso le ultime settimane utili per la distribuzione dei biglietti della lotteria: è uno strumento umile, ma efficace per incrementare le risorse della nostra Fondazione, quelle che potranno essere impiegate per venire incontro alle diverse richieste di aiuto che ci giungono e ci giungeranno da tutta Italia.

Mi auguro che a tutti stia a cuore il successo della iniziativa.

Quest’anno, dopo un lungo periodo di “blocco” dovuto alle ben note vicende, abbiamo avuto la gioia di erogare significativi contributi sia a seminaristi, sia a Sacerdoti anziani ed ammalati, sia per la promozione di attività vocazionali.

Impegniamoci a far crescere le possibilità economiche della nostra Fondazione, dico nostra nel senso di noi serrani, attraverso tutti gli strumenti che riterremo utili ed adeguati.

Oltre alla lotteria, un’altra occasione ci è fornita dalla Giornata della Fondazione, che è il 24 novembre, data della nascita del Beato Junipero Serra.

Celebriamo questa giornata nei Club, nei Distretti, raccogliamo fondi che serviranno al bene, dimostriamo che ci occupiamo e ci preoccupiamo dei nostri Sacerdoti, soprattutto di quelli ammalati o in difficoltà, dei giovani che si preparano al sacerdozio e che possono incontrare ostacoli sul loro cammino, dimostriamo che non ci vergogniamo della Chiesa, Nostra Madre, che non può esistere senza il sacerdozio ministeriale. Sarà anche questa una testimonianza di Fede e di carità operosa.

La Vergine Santa, Madre delle vocazioni, san Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia e Patrono della Chiesa, il beato Junipero Serra, che consumò la vita per diffondere la Fede, custodiscano i nostri buoni propositi.

Emilio Artiglieri