Un’ondata di simpatia per la Fondazione Beato Junipero Serra

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Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Italiana Beato Junipero Serra, il 10 Marzo 2015, si è riunito a Pisa con un nutrito ordine del giorno fra cui una relazione del Presidente, avv. Emilio Artiglieri, di cui riportiamo alcuni stralci. Il Presidente Artiglieri fra l’altro ha sottolineato l’alto valore non solo economico per il sostegno delle vocazioni ma anche il profondo legame fra i serrani italiani e la loro Fondazione che è l’espressione della sensibilità serrana nella mission statutaria.

Sono lieto di porgere a tutti gli intervenuti il mio più cordiale saluto in occasione di questo appuntamento istituzionale della nostra Fondazione.

Dico “nostra” non per indicare un possesso, ma un termine di impegno, di fedeltà, di servizio, un rapporto affettivo, per cui questa Fondazione ci è particolarmente cara, le siamo affezionati, perché ci ricorda la generosità e la disponibilità di tanti amici che ci hanno preceduto in questo gravoso compito.

Dico “nostra” però – e voglio ribadirlo – anche come serrani, membri – se c’è consentito dirlo – autorevoli di Serra Italia: non dimentichiamo mai che la Fondazione è del Serra Italiano, di tutto il Serra Italiano e per il Serra Italiano, per tutto il Serra Italiano.

Quest’oggi, tra l’altro, prenderemo in esame la questione della destinazione delle elargizioni della Fondazione, secondo le richieste che provengono appunto da Club di diverse parti dell’Italia, dal Nord al Sud.
Come noi sentiamo questo legame nei confronti del Serra – Associazione, auspichiamo che l’Associazione avverta, a sua volta, il legame verso la Fondazione, mettendo a disposizione risorse o attivando iniziative volte a incrementare il patrimonio della stessa.

In concreto, che quanto dichiarato e promesso, ad esempio in occasione di recenti CNIS, diventi presto realtà.

I Consiglieri di Amministrazione che siedono attorno a questo tavolo sono espressione dei diversi Distretti in cui si articola Serra Italia: mi permetto di evidenziare che la loro opera a favore della Fondazione si deve svolgere non solo in questa sede, non solo, direttamente o indirettamente attraverso i Governatori nell’ambito del Consiglio Nazionale, ma anche nei rispettivi Distretti di riferimento, attraverso una sempre più incisiva campagna di sensibilizzazione che giunga ad ogni Club, ad ogni serrano.

Affinché la Fondazione non sia considerata come una istituzione lontana, estranea alla vita del Serra, sotto certi aspetti di difficile comprensione, o quasi come un soggetto “esattore” di tasse e contributi, è necessario che proprio voi, Consiglieri di Amministrazione, riusciate a comunicare con la base, a trasmettere, come dicevo, ad ogni Club del vostro Distretto, ad ogni serrano il senso dell’importanza e dell’attualità di questa realtà, forse ancora troppo sconosciuta o mal conosciuta.

Ci auguriamo che anche l’iniziativa nazionale di cui andremo oggi ancora a discutere, possa portare non solo nuove risorse, ma soprattutto – e forse è questo che più conta – un’ondata di simpatia nei confronti della Fondazione.

È vero che la “crisi” economica generale potrebbe attenuare la generosità delle offerte, ma sappiamo che nel popolo cristiano e in particolare nell’ambiente serrano, non manca mai lo spazio per la generosità: l’importante è far comprendere che questa generosità è ben finalizzata, ben indirizzata, in poche parole che non sono soldi buttati al vento, ma destinati ad un nobile scopo.

In questi mesi saremo altresì chiamati ad esprimerci sulla destinazione del 5×1000: ancora una volta tutti i singoli componenti del Consiglio di Amministrazione devono sentirsi impegnati a promuovere una campagna sempre più ampia e convincente, volta a far apprezzare, tra le diverse possibili opzioni (anche tra quelle di matrice cattolica), quella a favore di una Fondazione come la nostra, a servizio dei sacerdoti e delle vocazioni.

Tra l’altro è questo un modo che “non costa nulla”, ma indica la considerazione di cui la Fondazione gode e può essere per la stessa, una grande, se non la principale, risorsa, pur nella distinzione formale del ramo ONLUS.

Per una felice coincidenza oggi, 10 marzo, inizia la novena in vista della festa di San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale, colui al quale, come leggiamo nei documenti della Chiesa, Dio “affidò la custodia dei suoi tesori più preziosi” (Esort. Redemptoris Custos, n. 1).

Sarebbe bello, e per questo chiedo il Vostro consenso, affidare allo speciale patrocinio di San Giuseppe, attraverso anche un atto formale, la nostra Fondazione: come Egli provvide a nutrire e a mantenere la Sacra Famiglia, in particolare ad “allevare, cioè a nutrire, vestire, istruire Gesù nella legge e in un mestiere, in conformità ai doveri assegnati al padre” (Redemptoris Custos, n. 16), così ci aiuti nel nostro impegno a sostenere paternamente quanti continuano nella storia la missione salvifica del Divin Redentore.

Il 19 marzo dovrebbe quindi diventare per la Fondazione un giorno di particolare festa, da affiancare al 24 novembre, già definita giornata della Fondazione.

Anzi, proprio nel nome e sull’esempio di San Giuseppe, custode della crescita umana di Gesù, dovremmo ancor più essere stimolati a provvedere ai bisogni di quanti sono chiamati al sacerdozio e dei sacerdoti stessi in difficoltà: non solo San Giuseppe ci deve essere di modello per il servizio che egli rese a Gesù e alla sua Santissima Madre, al mistero della Incarnazione, ma anche per come questo servizio svolse, con dedizione, fedeltà, umiltà e discrezione, proprio quelle caratteristiche che, come ho detto, il Papa raccomanda in questi tempi a chi ha responsabilità nella Chiesa.

San Giuseppe benedica i nostri sforzi, le nostre persone, le nostre famiglie, la nostra Fondazione, il nostro Serra, perché sempre più possiamo essere conformi all’ideale di umile e fattivo servizio che ci propone.

Emilio Artiglieri