Fondazione Beato Junipero Serra a Catania
Al Serra Club Catania è stata solennemente celebrata la giornata della Fondazione “Beato Junipero Serra”, presente il Past Governatore del Distretto 77 Serra Italia dott. Salvatore la Spina, numerosi soci e simpatizzanti. Il Presidente del Serra Club prof. Giuseppe Burrafato nel presentare la manifestazione ha puntualizzato che la Fondazione ha gli stessi fini del club; la fondazione è lo strumento finanziario del Serra Club, e i fini di entrambi sono identici: aiutare i giovani seminaristi, i sacerdoti in difficoltà.
Quindi l’avv. Michele Montalto, Consigliere di Amm.ne della Fondazione J. Serra ha tenuto una relazione illustrando lo scopo e le finalità della istituzione. «La fondazione – ha dichiarato – mira all’aiuto dei seminaristi e dei sacerdoti in difficoltà. L’amore per i sacerdoti è determinato dal fatto che sono gli eletti alla santificazione del mondo, quelli che ci accompagnano verso il Signore e ci conducono alla vita eterna». Il Beato Serra, nella sua vita dedicata interamente alle missioni nel Sud America, ha vissuto intensamente le sette virtù cristiane: le quattro cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) e le tre teologali (fede, speranza e carità).
Montalto ricorda ancora che Papa Francesco suggerisce ai cristiani e in particolare ai serrani “di vivere in modo concreto la fede attraverso l’amore, la concordia, la gioia, la sofferenza perché questo suscita delle domande; di essere testimoni credibili con la vita e anche con la parola per rendere visibile il Vangelo risvegliando l’attrazione per Cristo e per la bellezza di Dio”.
La Fondazione serve ad aiutare i giovani a maturare i loro progetti adatti alla chiamata del Signore, elargendo borse di studio ai seminaristi più meritevoli e bisognosi. Nello stesso tempo l’istituzione dà sostegno e aiuto ai sacerdoti e ai religiosi in difficoltà.
È seguita la testimonianza di un giovane seminarista Maurizio Pagliaro di Belpasso: «Ero un ragazzo come tutti gli altri: studiavo, mi divertivo cd avevo tanti amici. Frequentando la parrocchia sentivo che qualcosa di particolare era dentro di me. Dopo la scuola ho fatto il rappresentante di commercio e il mio lavoro mi dava soddisfazioni. Ma sentivo alcunché di sovraumano che mi legava alla Chiesa e a Dio.
Ne parlai col parroco e poi con l’arcivescovo; infine la decisione irrevocabile: lasciai la mia famiglia e il mio lavoro e sono diventato seminarista. Sentivo Dio che mi chiamava a seguirlo. Oggi sono al sesto anno di formazione e attendo con ansia e trepidazione la mia ordinazione a sacerdote per potere servire nel modo migliore il Signore e la Chiesa.
Antonio Di Paola
Fonte La Sicilia