A Foggia la cerimonia di riapertura del Serra Club n. 771
Oggi, 28 aprile 2024, in una calda giornata di primavera, nella sede del Seminario Diocesano Minore “Sacro Cuore” di Foggia si è svolta la Cerimonia di ripartenza del Serra Club di Foggia n. 771 sotto la presidenza di Maria Giampalmo.
Al termine della Santa Messa, officiata dal Rettore del Seminario don Francesco Gioia, si è aperta la sessione dei lavori finalizzata alla costituzione del Club Serra della nostra città sotto lo sguardo paterno del Past President Franco La Cava.
Dopo i saluti di benvenuto di don Francesco Gioia, di Filly Franchino, Vice-Presidente nazionale alle comunicazioni, Marcello Bonotto, Vice-Presidente alle estensioni e del Presidente nazionale Giuliano Faralli, al tocco della campana, ha preso la parola Milena Caldara, Governatrice del Distretto n. 73 Puglia –Basilicata per introdurre i lavori e presentare la Presidente del Serra club cittadino, Maria Giampalmo.
Un momento di particolare emozione si è creato allorquando la Presidente del Serra – club di Foggia nel suo discorso di insediamento – dopo aver salutato tutti i presenti e presentato il direttivo – ha disegnato il profilo della futura azione del gruppo con il seguente discorso”…. il nuovo club si riapre con l’entusiasmo e la voglia che anima chi esplora nuove vie, ma anche con la consapevolezza e l’esperienza che contraddistingue chi ha già un bagaglio che gli deriva dall’esempio dello splendido passato rappresentato da Franco La Cava che ha guidato il club per tanti anni” e ancora con le seguenti precisazioni “… Con questo spirito nasce questo club, con l’intento di camminare insieme, partecipando ai service del Serra Club Nazionale, organizzando iniziative con il Seminario ed i seminaristi, ascoltando i giovani, quelli che possiamo considerare i nostri figli, il nostro futuro ed accompagnandoli nella ricerca della loro vocazione”.
In conclusione di discorso, Maria Giampalmo si è compiaciuta di condividere con l’assemblea una riflessione sulla vocazione tratta dalla raccolta “Le piccole virtù” di Natalia Ginzburg che si trascrive di seguito a beneficio di quanti non hanno potuto essere presenti oggi.
“…..Quello che deve starci a cuore, nell’educazione, è che nei nostri figli non venga mai meno l’amore alla vita. Esso può prendere diverse forme, e a volte un ragazzo svogliato, solitario e schivo non è senza amore per la vita, né oppresso dalla paura di vivere, ma semplicemente in stato di attesa, intento a preparare se stesso alla propria vocazione. E che cos’è la vocazione d’un essere umano, se non la più alta espressione del suo amore per la vita? Noi dobbiamo allora aspettare, accanto a lui, che la sua vocazione si svegli, e prenda corpo.
Accanto a lui, ma in silenzio e un poco in disparte, noi dobbiamo aspettare lo scatto del suo spirito. Non dobbiamo pretendere nulla: non dobbiamo chiedere o sperare che sia un genio, un artista, un eroe o un santo; eppure dobbiamo essere disposti a tutto; la nostra attesa e la nostra pazienza deve contenere la possibilità del più alto e del più modesto destino.
Una vocazione, una passione ardente ed esclusiva, la consapevolezza di poter fare una cosa meglio degli altri, e amare questa cosa al di sopra di tutto […].
La nascita e lo sviluppo di una vocazione richiede spazio: spazio e silenzio: il libero silenzio dello spazio. Il rapporto che intercorre fra noi e i nostri figli dev’essere uno scambio vivo di pensieri e di sentimenti, e tuttavia deve comprendere anche profonde zone di silenzio; dev’essere un rapporto intimo, e tuttavia non mescolarsi violentemente alla loro intimità; dev’essere un giusto equilibrio fra silenzi e parole. Noi dobbiamo essere importanti, per i nostri figli, eppure non troppo importanti; dobbiamo piacergli un poco, e tuttavia non piacergli troppo perché non gli salti in testa di diventare identici a noi, di copiarci nel mestiere che facciamo, di cercare, nei compagni che si scelgono per la vita, la nostra immagine.
[.] Ma se abbiamo noi stessi una vocazione, se non l’abbiamo rinnegata e tradita, allora possiamo lasciarli germogliare quietamente fuori di noi, circondati dell’ombra e dello spazio che richiede il germoglio d’una vocazione, il germoglio d’un essere”.
A seguire, vi è stato un momento altrettanto emozionante, rappresentato dalla consegna al Presidente della Charter, la carta costitutiva del club con la lettura degli scopi e della finalità del Serra Club e della spilla distintiva al nuovo Presidente del Serra club 771 e ai singoli soci.
Dopodichè il Presidente nazionale del Club, Giuliano Faralli, ha ripercorso le fasi salienti del cammino che ha portato alla nascita del Club in Italia e ha auspicato in futuro un rapporto sinergico di collaborazione e confronto con il club locale.
Di seguito, non senza emozione, il nuovo Vescovo della Città, Arcivescovo Metropolita di Foggia e Bovino, Mons. Giorgio Ferretti, ha proceduto con la benedizione del neonato Serra club di Foggia.
La cerimonia si è svolta con la viva partecipazione di tutti i presenti, concludendosi con una cerimonia di premiazione della clerihìkettus cup 2024 con tanto di attribuzione di coppe e gagliardetti alle squadre vincenti (Roma e Foggia) i tornei disputati nel campetto del seminario minore e con un momento di gioiosa convivialità con un ricchissimo e gustosissimo brunch graziosamente offerto dal Rettore del Seminario, Don Francesco Gioia.
Non appare inutile in conclusione di questa relazione sulla giornata odierna ricordare a tutti e con tutti che il movimento internazionale laicale al servizio della Chiesa SERRA è sorto in America, e prende il nome di un frate minore francescano, Junipero Serra, che nel ‘700 fu evangelizzatore di vaste aree del “nuovo mondo”. Tra gli scopi dei Club, c’è quello di aiutare il Seminario nell’occuparsi degli aspetti che riguardano il rapporto della Chiesa con i giovani, riunendoli insieme alle famiglie, per creare momenti di riflessione alla ricerca della possibilità che in ognuno di essi si riveli, se esiste, la vocazione al sacerdozio e non solo.
Uno dei momenti fondamentali dell’attività dei “serrani”, dopo l’amicizia e la disponibilità, è dato dalla preghiera, che precede ogni incontro di lavoro e l’azione di testimonianza in cui volontari si prodigano per
diffondere l’idea che la Chiesa, il Seminario e le vocazioni, si possano aiutare anche con una forma di missionariato laico che impegna uomini e donne anche attraverso la divulgazione della cultura, della solidarietà e la promozione di quei valori etici che sono alla base della civile convivenza tra gli uomini.
In linea con queste direttrici anche il Cappellano del Seminario Minore, che nel suo intervento si è soffermato sull’importanza dell’unione dei serrani con i pastori della chiesa, ha sottolineato l’importanza del momento fondativo e del momento operativo del club.
Quindi, ricordando un importante insegnamento di Don Milani: “…finchè c’è fatica c’è speranza”, il Cappellano del Seminario Minore ha chiuso la cerimonia invitando tutti i soci del nuovo Serra Club di Foggia a impegnarsi affinchè il nostro club diventi un vero cenacolo di preghiera e un autentico laboratorio di cultura a servizio dei giovani.
Nadia Parisi