Attualità: aperto l’archivio segreto di Pio XII
Era il 4 marzo 2019 quando Papa Francesco, durante l’udienza agli Officiali dell’Archivio Segreto, tenuta nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, annunciò il suo proponimento di aprire l’archivio di Papa Pio XII. “Ho deciso, affermò il Santo Padre, che l’apertura degli archivi vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di distanza dall’ottantesimo anniversario dell’elezione al Soglio di Pietro di Eugenio Pacelli”.
Nel dare l’annuncio, Papa Francesco faceva un chiaro riferimento alle polemiche aperte sulla figura di Pio XII, già indagata e studiata in tanti suoi aspetti, a volte discussa e perfino criticata con qualche pregiudizio o esagerazione. La decisione, spiegava inoltre Papa Francesco, era assunta con animo sereno e fiducioso, nella certezza che la seria e obiettiva ricerca storica avrebbe saputo valutare, nella sua giusta luce, i momenti di esaltazione di Pio XII e, senza dubbio, anche i momenti di difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a molti poterono apparire come reticenza, ma che, invece, furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori. Questo perché, affermava sempre Papa Francesco, la Chiesa non ha paura della storia, ma anzi la ama come la ama Dio.
L’annuncio, accolto con commenti molto positivi in Italia e nel mondo, si riferisce all’arco di tempo che riguarda, in particolare, la cosiddetta questione del “silenzio di Papa Pacelli”, da molti sollevata per l’atteggiamento del Pontefice tenuto, nell’ultimo conflitto mondiale, nei confronti degli ebrei e dei campi di sterminio.
Il lavoro svolto in questi ultimi anni per mettere ordine all’archivio segreto di Papa Pacelli è stato straordinario e certosino. Un lavoro al quale si sono dedicati archivisti specializzati per selezionare, inventariare e catalogare milioni di fogli, che serviranno a chiarire i tragici mesi dell’occupazione nazista di Roma e la posizione di Pio XII di fronte alla immane tragedia della Shoah.
Come riportato nell’edizione del 2 marzo del quotidiano “La Stampa”, le prenotazioni di ricercatori si moltiplicano ed è già tutto pieno fino a giugno, considerato che ogni giorno potrà accedere all’Archivio, considerati gli spazi, un minimo contingentato di studiosi e che tra le carte della “Sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato” spiccano 170 fascicoli sugli Ebrei con circa 4mila nomi.
Ci vorrà, quindi, ancora molto tempo per una lettura attenta e profonda di questa così copiosa documentazione, che potrà essere utile a ricostruire, in maniera storiograficamente attendibile, un periodo di storia così travagliato. Tante testimonianze e lettere da studiare ed esaminare, dalle quali si potrà finalmente ricavare l’azione della Santa Sede e di Papa Pacelli in quel tormentato periodo storico, i rapporti diplomatici tra Stati e Chiesa, le opere umanitarie e di assistenza messe in atto, le relazioni politiche e religiose che si susseguirono nell’arco del Pontificato.
Il Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, Mons. Sergio Pagano, che le carte le ha viste e lette, ha scritto sull’Osservatore Romano che “in quel triste, anzi terribile scenario, sia prima dell’ultima guerra, sia durante il suo tragico svolgimento, sia dopo di essa, spicca con connotati propri, la grande figura di Pio XII, troppo superficialmente giudicato e criticato per alcuni aspetti del suo Pontificato”.
Anche S. Emin.za, il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto Emerito della Congregazione delle Cause dei Santi e Consulente Episcopale del Serra International Italia dal 2002 al 2018, da sempre sostenitore convinto di Pio XII, intervistato, il 3 marzo scorso, dal giornale “Il Fatto Quotidiano”, così si è espresso: “Io ho dovuto lottare molto contro la tesi di Pio XII filonazista. L’ho portato fino alla proclamazione eroica della virtù, che è l’unica cosa indispensabile per la beatificazione perché dal miracolo può essere dispensato come avvenuto con San Giovanni XXIII. Volendo si potrebbe beatificare anche domani”.
Le prime impressioni, diffuse dalla Santa Sede, tendono a confermare, carte alla mano, l’infondatezza delle accuse e a chiarire il perché di certi comportamenti di Pio XII che, contrariamente a quanto da molti sostenuto, si prodigò, invece, in aiuti concreti e nascosti verso i perseguitati ebrei, tali da riabilitare in pieno la sua eminente figura di Vicario della Chiesa cattolica.
A questo punto non resta, quindi, che passare la parola agli studiosi delle più varie discipline e attendere risultati tangibili affinché sia riportato alla luce tutto quanto possa essere d’aiuto per interpretare, nella giusta dimensione, questo delicato periodo della nostra storia recente e possa contribuire a perpetuare nelle nuove generazioni la figura di un grande Papa, quale è stato Pio XII, uomo oltre che Pontefice radicato di una autentica fede in Cristo in difesa dell’umanità.
Una figura che, riprendendo le parole di Papa Francesco, va rivalutata e anzi posta nella sua giusta luce per le sue poliedriche qualità: pastorali, anzitutto, ma poi teologiche, ascetiche, diplomatiche.
Cosimo Lasorsa