Online il numero della rivista Vocazioni
IN QUESTO NUMERO
Giuseppe De Virgilio
«Ciò che le nostre mani hanno toccato» (1Gv 1,1)
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/cio-che-le-nostre-mani-hanno-toccato-1gv-11/
Federico De Rosa
Polvere e cielo
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/polvere-e-cielo/
Michele Gianola
Asperità
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/asperita/
Isabella Guanzini
Fra sapere assoluto e divinizzazione dell’uomo
Paolo Tomatis
Dove la fede prende corpo
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/dove-la-fede-prende-corpo/
Luca Peyron
Corpi digitali, vocazione di carne
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/corpi-digitali-vocazioni-di-carne/
Catherine Aubin
Àlzati!
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/alzati/
Emanuela Vinai
Carne e mistica: perché non possiamo dirci divisi
News UNPV – Chiara Orefice
Come un mosaico
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/come-un-mosaico/
Massimo Pampaloni
Sotto la tutela del tuo nome
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/sotto-la-tutela-del-tuo-nome/
Donato Ogliari
Il mistero della croce
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/il-mistero-della-croce/
Giraldi – S. Perugini
Dal buio alla luce
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/dal-buio-alla-luce-2/
Lodovica M. Zanet
Attilio Giordani
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/attilio-giordani/
Bencivenga – D. Wlderk
Futuro presente
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/futuro-presente/
M.G. Vergari – R. Bencivenga – D. Wlderk
Futuro presente – Attività laboratoriali
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/futuro-presente-attivita-laboratoriali/
Sergio Tettamanti
Quel Dio che dobbiamo cercare
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/quel-dio-che-dobbiamo-cercare/
Benoit Standaert
Le tre colonne del mondo
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/le-tre-colonne-del-mondo/
David Maria Turoldo
Ancora tempo di monaci?
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/ancora-tempo-di-monaci/
Silvio Grasselli
Tecnologia
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/tecnologia/
S.Grasselli – M. Mascheretti
Tecnologia (approfondimenti online)
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/tecnologia-approfondimenti/
Emanuela Vinai
La messe e gli operai, perché le vocazioni sono preziose
G.M. Ferrara – G. De Marco
I cammini di Leuca – La Via Sallentina
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/i-cammini-di-leuca/
Sorelle Clarisse di Bergamo
Adorazione: Percorsi di fraternità
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/09-percorsi-di-fraternita/
Sorelle Clarisse di Bergamo
Adorazione: Missionari coraggiosi
https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2020/10/08/10-missionari-coraggiosi/
Asperità
di don Michele Gianola
Quando Galileo Galilei alzò lo sguardo verso il cielo notturno e iniziò ad osservare la Luna attraverso il cannocchiale, avanzò la teoria che la sua superficie non fosse né perfettamente liscia, né perfettamente lucia – come allora si credeva – ma rugosa come quella terrestre, fatta di rilievi, avvallamenti, monti e crateri. Di questo si accorse notando che il margine che definisce il lato illuminato da quello in ombra della Luna, non appariva come una curva perfetta – come accadrebbe in una sfera levigata – ma frastagliato a causa del disegno delle ombre delle asperità del terreno lunare proiettate sulla sua superficie.
La parola ‘asperità’ porta il sapore acido della frutta acerba, quella rugosità al tatto che può apparire fastidiosa perché distante da un’idea di armonia o di ordine che tutto ingloba. La vita – come la vocazione – non è perfettamente liscia, non lo è la nostra né quella delle persone con le quali camminiamo, la loro persona e la nostra non è fatta di un’idea, ma di carne che vive, soffre, spera, abita nelle asperità della vita.
Astrarre, allontanare, tirare via tutto quello che non risponde ad una idea di perfezione è una tentazione da cui deve guardarsi chi desidera camminare nella santità (cf. Francesco, Gaudete et exsultate, 37-42) e si illude di poter tendere ad una perfezione che ha immaginato come una sfera liscia nella quale tutto torna secondo il disegno di un equilibrio formale che inganna, mostrando le cose da un’altezza tale da farne scomparire la bellezza, la carne, la realtà, anche quella di Dio.
Dio, non rientra nei nostri schemi: «Ci supera infinitamente, è sempre una sorpresa e non siamo noi a determinare in quale circostanza storica trovarlo, dal momento che non dipendono da noi il tempo e il luogo e la modalità dell’incontro. Chi vuole tutto chiaro e sicuro pretende di dominare la trascendenza di Dio» (Francesco, Gaudete et exsultate, 41). Con che forza risuonano queste espressioni se accostate alla parola ‘vocazione’ e con quanta energia ne fanno esplodere una delle sue caratteristiche più affascinanti: la sorpresa. Nessuna vocazione è frutto di calcolo, nessuna è l’esito di un progetto scritto a tavolino, ma ogni incontro vero con il Risorto ha il gusto dell’irruzione, dell’improvvisata che genera meraviglia, fin dal primo mattino di Pasqua.
Si tratta, così, di non temere le asperità del terreno, di liberarsi delle astrazioni che ingessano la mente e raffreddano il cuore per imparare a toccare la carne rugosa dei cuori degli altri nella stessa maniera in cui la mano di Dio, senza stancarsi, tocca la nostra. Lì soltanto sapremo riconoscere quell’ombra di terra illuminata dalla luce del Sole nella cui asperità si nasconde l’invito per il quale vale la pena decidere di spendere la vita.