75ª Assemblea della CEI. Il papa parla delle beatitudini del vescovo
Riportiamo un estratto dell’articolo di don Daniele Pinton, pubblicato dal quotidiano online laquilablog.it (per leggerlo tutto clicca qui), sul discorso del papa l’apertura della 75a Assemblea generale straordinaria della CEI. Papa Francesco ha focalizzato la sua attenzione sui temi della sinodalità e sulle “Beatitudini del Vescovo”.
Nell’anno del tema nazionale del Serra Italia dedicato proprio alle beatitudini, sembra più che mai opportuno condividere insieme con tutti voi questi spunti di riflessione.
[…] “Papa Francesco si è messo in dialogo e in ascolto dei vescovi, non solo parlando del cammino sinodale delle Chiese in Italia, come era previsto nei temi da trattare, ma aprendo la sua riflessione in forma privata, con un dono significativo ed efficace, per far comprendere la meta del cammino da compiere, che parte dall’interno: un cartoncino raffigurante il Buon Pastore e il testo delle ‘Beatitudini del vescovo’, tratto da una recente omelia dell’Arcivescovo di Napoli, Mons. Domenico Battaglia, tenuta durante l’ordinazione episcopale di tre nuovi ausiliari della sua chiesa particolare, il 31 ottobre 2021. […]
Attraverso il cartoncino consegnato ai Vescovi italiani, il Papa ha ricordato che per un vescovo, la beatitudine passa dalla povertà, come testimonianza del Regno di Dio, dal condividere i dolori della gente, trovando nell’abbraccio con chi soffre la consolazione di Dio, dal considerare il ministero episcopale come un servizio e non un potere, facendo della mitezza la sua forza, dal non chiudersi nei palazzi del governo, cercando di lottare a fianco dell’uomo per il sogno di giustizia di Dio, dall’avere a cuore la miseria del mondo, non temendo di sporcarsi le mani con il fango dell’animo umano per trovarvi l’oro di Dio, non scandalizzandosi del peccato e della fragilità altrui perché consapevole della propria miseria, allontanando la doppiezza del cuore, sognando il bene anche in mezzo al male, operando la pace, che accompagna i cammini di riconciliazione, che semina nel cuore del presbiterio il germe della comunione, che accompagna una società divisa sul sentiero della riconciliazione, che prende per mano ogni uomo e ogni donna di buona volontà per costruire fraternità e che per il Vangelo non teme di andare controcorrente.
Ecco il testo delle otto beatitudini del vescovo:
Beato il Vescovo che fa della povertà e della condivisione il suo stile di vita, perché con la sua testimonianza sta costruendo il regno dei cieli.
Beato il Vescovo che non teme di rigare il suo volto con le lacrime, affinché in esse possano specchiarsi i dolori della gente, le fatiche dei presbiteri, trovando nell’abbraccio con chi soffre la consolazione di Dio.
Beato il Vescovo che considera il suo ministero un servizio e non un potere, facendo della mitezza la sua forza, dando a tutti diritto di cittadinanza nel proprio cuore, per abitare la terra promessa ai miti.
Beato il Vescovo che non si chiude nei palazzi del governo, che non diventa un burocrate attento più alle statistiche che ai volti, alle procedure che alle storie, cercando di lottare a fianco dell’uomo per il sogno di giustizia di Dio perché il Signore, incontrato nel silenzio della preghiera quotidiana, sarà il suo nutrimento.
Beato il Vescovo che ha cuore per la miseria del mondo, che non teme di sporcarsi le mani con il fango dell’animo umano per trovarvi l’oro di Dio, che non si scandalizza del peccato e della fragilità altrui perché consapevole della propria miseria, perché lo sguardo del Crocifisso Risorto sarà per lui sigillo di infinito perdono.
Beato il Vescovo che allontana la doppiezza del cuore, che evita ogni dinamica ambigua, che sogna il bene anche in mezzo al male, perché sarà capace di gioire del volto di Dio, scovandone il riflesso in ogni pozzanghera della città degli uomini.
Beato il Vescovo che opera la pace, che accompagna i cammini di riconciliazione, che semina nel cuore del presbiterio il germe della comunione, che accompagna una società divisa sul sentiero della riconciliazione, che prende per mano ogni uomo e ogni donna di buona volontà per costruire fraternità: Dio lo riconoscerà come suo figlio.
Beato il Vescovo che per il Vangelo non teme di andare controcorrente, rendendo la sua faccia “dura” come quella del Cristo diretto a Gerusalemme, senza lasciarsi frenare dalle incomprensioni e dagli ostacoli perché sa che il Regno di Dio avanza nella contraddizione del mondo.