Vocazione è Bellezza!
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, News /da serraclubProponiamo il videomessaggio di Mons. Patron Wong in occasione dell’incontro con il Gruppo di Animazione Vocazionale del Seminario Arcivescovile di Napoli, con un commento di Maria Luisa Coppola.
Grazie Ecc. Patron Wong, il suo messaggio sulla Bellezza della vocazione ci consola! Ci dà il tempo per riflettere sulla gioiosa donazione di sé dei giovani seminaristi che, sia pure in questi tempi difficili, proseguono il cammino di formazione consapevoli delle loro scelte. E’ vero che nel silenzio assordante la voce di Dio diventa prepotente, che nella nudità della Parola evangelica si coglie la semplicità dell’Amore assoluto, bene donato da donare e trasformare in gesti concreti di carità. E mentre siamo oscurati e preoccupati per un futuro incerto, si aprono squarci di luce provenienti da testimonianze di vita spirituale feconda che si fa prossima nella condivisione di un progetto a lungo termine, affidato alla volontà di Gesù Maestro. “Gratis accepistis, gratis date”!
Maria Luisa Coppola
Sospensione delle Messe nelle Chiese: il messaggio di un Vescovo
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, News, Vita della Chiesa, Vocazioni /da serraclubTra i tanti messaggi che i nostri Vescovi ci hanno inviati, proponiamo il messaggio ai fedeli del vescovo di Lugano Mons. Valerio Lazzeri, di eccezionale completezza e profondità.
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Carissimi,
Quello che da alcuni giorni temevamo è diventato un’ineludibile realtà. Allo scopo di arginare il più possibile la diffusione del coronavirus, e considerata l’oggettiva difficoltà di garantire, nelle diverse situazioni celebrative, l’osservanza di tutte le precauzioni richieste, sentite le competenti Autorità civili, mi vedo obbligato a sospendere già dalla mezzanotte di oggi, ogni forma di raduno in ambito ecclesiale.
È una situazione del tutto inedita, che comporterà la rinuncia a ogni manifestazione comunitaria della fede. Non si tratta soltanto di adeguarsi a disposizioni civili imposte, ma di prendere coscienza del rischio grave di favorire, sia pure involontariamente, la diffusione di un’epidemia di cui nessuno è in grado oggi di misurare fino in fondo le conseguenze ultime per la vita di tutti.... Continua a leggere
Sentimenti contrastanti
Come cristiani, certo, ci sottomettiamo a questa necessità con sentimenti contrastanti. Da un lato, infatti, siamo consapevoli e convinti di dover dare il nostro contributo al bene della collettività. Dall’altro, però, non possiamo nascondere il nostro dolore e il nostro interiore combattimento di fronte a una simile decisione. Essa, infatti, tocca nel vivo la modalità ordinaria di attuare, nel tempo e nello spazio, la nostra appartenenza al corpo di Cristo che è la Chiesa. La partecipazione comunitaria all’Eucaristia è, ogni domenica, l’espressione visibile del nostro essere una cosa sola nel Signore Gesù, vincitore del peccato e della morte. Ci permette di nutrirci del cibo sostanziale che sostiene il nostro cammino su questa terra. Ci sentiamo giustamente smarriti e orfani senza questo nutrimento vitale del nostro essere cristiani.
Sofferenza per un’assenza
Da parte mia, vi confesso che non avrei mai pensato di dovermi trovare in un simile frangente. Come vescovo, soffro nel vedere i fedeli che non potranno celebrare, in maniera piena, ovvero riuniti in assemblea, il giorno del Signore. Dobbiamo umilmente riconoscerlo: non è mai capitato nella storia della Chiesa di dover chiedere ai battezzati un simile sacrificio! Certo, non sono mancate le persecuzioni che hanno resa clandestina ogni attività pubblica o privata dei cristiani. Ci sono state situazioni in cui la scarsità o l’ assenza di ministri ordinati hanno lasciato senza Eucaristia larghe parti del popolo cristiano. E questo tuttora avviene in molte parti del mondo. Tuttavia, la realtà a cui siamo confrontati attualmente è diversa.
Dobbiamo imitare il passato? Qualcuno pensa che dovremmo semplicemente seguire gli esempi del passato. Vi sono pur stati santi pastori — come san Carlo Borromeo a Milano in tempo di peste — che al momento di epidemie e di grandi calamità si sono comportati in maniera assai dissimile da quella che ci vediamo costretti ad adottare. Hanno convocato assemblee, innalzato pubbliche preghiere, promosso processioni e cammini penitenziali da fare insieme. Perché non imitarli anche noi oggi?
Discernere alla luce della Parola nell’oggi della storia
La domanda è tutt’altro che futile e vi assicuro che non mi è facile neutralizzarla con una battuta. Quello però che mi sento di dirvi è che in nessuna epoca di fronte al dramma della storia i cristiani sono riusciti a cavarsela solo facendo riferimento a comportamenti già confezionati e pronti solo da indossare. Rimanendo a contatto con la realtà di quello che accade, la Chiesa sempre cerca di tendere l’orecchio alla Parola attestata dalle Scritture, tenendo i piedi ben piantati nel presente. Essa esercita un discernimento guidato dallo Spirito e non deduce il proprio comportamento da principi ideologici.
Confidenza in Dio e condivisione con le autorità
Ecco perché ci troviamo a condividere come cristiani le scelte sofferte che oggi si impongono a tutti. Certo, noi confidiamo anzitutto in Dio e imploriamo da Lui il dono di essere presto liberati dal male invisibile e insidioso che sta sconvolgendo le nostre vite. Questo però non ci esime dal tenere conto con intelligenza di ciò che possiamo concretamente e ragionevolmente fare per contrastarlo, pronti a cogliere anche nelle circostanze più oscure, difficili e contraddittorie, la mano fedele del Signore. Dobbiamo essere certi che Egli non ci abbandona e sempre ci dà la luce e la forza sufficienti per dare un senso anche alle privazioni più inaspettate.
Dalla mancanza al desiderio
Qui c’è un punto che mi sembra di dover sottolineare: non viviamo con rassegnazione e fatalismo quanto ci sta capitando! «Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Romani 8,28). Certo, niente può di per sé sostituire quanto temporaneamente ci è tolto, ma possiamo imparare dal Signore a trasformare la nostra esperienza di mancanza in desiderio più vivo di tornare presto a celebrare insieme i Santi Misteri. Per questo mi permetto di indicarvi alcuni elementi che potranno portarci a trarre frutto anche da questo periodo di singolare digiuno che ci tocca vivere.
La preghiera personale
Penso, in primo luogo, alla preghiera personale. Per noi cristiani è l’ora in cui a ciascuno è dato di riscoprire la serietà del suo inderogabile e insostituibile impegno di cercare il Signore nella sua vita o, meglio, di lasciarsi trovare da Lui in tempi e luoghi precisi della giornata. La Quaresima che stiamo vivendo è cominciata, nel rito romano, con un chiaro invito di Gesù: «Entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto» (Mt 6,6). Dover forzatamente interrompere la nostra abitudine a riunirci in assemblea mette in evidenza l’urgenza, generalmente assai poco avvertita, di questo aspetto della pratica della fede.
La preghiera in famiglia
Penso, inoltre, a ciò che può accadere nelle nostre case. La preghiera fra gli sposi, dei genitori con i figli, sta purtroppo sparendo dalla coscienza dei fedeli. Non ci è forse data l’occasione per riscoprire nell’ambiente familiare dei tempi e degli spazi capaci di significare l’orientamento al Signore, la tensione verso di Lui che ci porta a sollevare lo sguardo, nella fatica come nella gioia, nella supplica come nel rendimento di grazie? Non potendo uscire di casa per andare in chiesa, individuiamo un angolo della nostra abitazione in cui porre un segno: una Bibbia, un’icona, una croce, una candela … Questo costituirà un richiamo alla preghiera, alla Parola di Dio che sempre risuona e all’Eucaristia che stiamo aspettando di tornare a celebrare insieme. Non mancheranno, in questo senso, gli aiuti, anche da parte del nostro Ufficio liturgico diocesano. Incoraggio poi a seguire le Celebrazioni attraverso la televisione, la radio e i social media.
Il richiamo delle campane
Ci sono poi altri aspetti che potranno essere valorizzati in questo tempo di rinuncia obbligata alle celebrazioni comunitarie. Le campane suoneranno per ricordare che l’ Eucaristia continuerà a essere celebrata da ogni presbitero per tutto il santo popolo di Dio e ciascuno, pur rimanendo a casa, vi si potrà unire spiritualmente. L’attenzione a questo umile richiamo sarà l’occasione per ricordare che stiamo attendendo di poter tornare a sederci come invitati alle nozze al banchetto della vera vita. Potrà nascere l’invocazione, l’intercessione per i fratelli e le sorelle, soprattutto per chi sta soffrendo, lavorando e spendendo le proprie energie per gli altri. Si potrà verificare così l’intensità e l’autenticità del nostro desiderio del Signore.
Chiese aperte per la preghiera individuale
Le chiese, inoltre, almeno là dove è normalmente possibile, rimarranno aperte. In tal modo, sarà sempre possibile compiere una visita e sostare in solitudine davanti al luogo dove è custodita l’ Eucaristia, per il conforto dei malati e dei morenti e per il sostegno e la consolazione di tutti noi pellegrini. Ricordiamoci della sapienza di quel contadino incontrato in chiesa dal Santo curato d’Ars! Il modo disarmante di spiegare perché rimane ogni giorno a lungo in chiesa davanti al tabernacolo ci può ispirare: «Lui mi guarda e io lo guardo». Non è forse un suggerimento prezioso per questo tempo «sospeso» che stiamo vivendo?
Docili allo Spirito per vivere la carità
Infine, ma non certo come ultima cosa, vorrei sottolineare l’importanza, in questa ora particolarmente grave, di rimanere docili alla creatività dello Spirito Santo soprattutto per quanto riguarda l’esercizio della carità. Con l’aiuto delle nostre realtà, impegnate a testimoniare sul territorio la prossimità della Chiesa a tutte le situazione di disagio nella società, bisognerà trovare forme adeguate di presenza alle persone a cui questo momento di crisi porterà un acuirsi delle difficoltà per l’isolamento e l’impossibilità di uscire di casa. Auspico che si possa creare una rete di solidarietà, in maniera da poter venire incontro a chi è nel bisogno e rischia di essere lasciato a se stesso.
Cambiamenti esterni che possono rinnovare il cuore
Insomma, le conseguenze del diffondersi dell’epidemia di coronavirus ci impongono molti cambiamenti nelle nostre abitudini esterne, ma possono anche portarci a rinnovare modi di pensare, atteggiamenti e priorità. Per noi cristiani, questo momento è sicuramente un banco di prova della nostra fede eucaristica, della nostra coscienza del legame indissolubile che c’è tra ciò che celebriamo e ciò che effettivamente viviamo. Ci è data l’occasione di scoprire che l’ Eucaristia non ci è semplicemente dovuta come un servizio religioso regolarmente erogato dall’apposita istituzione, ma la riceviamo sempre e solo come un dono gratuito e immeritato, da imparare ad attendere e desiderare, da accogliere ogni volta come grazia insperata, che dilata i cuori e suscita novità nella vita di ciascuno e nella storia.
Fiducia, senso di umanità, consolazione
Affidiamoci all’intercessione della Beata Vergine Maria, invocata nei nostri santuari ticinesi, dei nostri santi patroni San Carlo, Sant’Ambrogio, Sant’Abbondio, San Nicolao della Flüe e di tutti i santi. L’isolamento necessario per combattere il virus ci faccia crescere nella comunione che nessuna misura precauzionale potrà mai spezzare. Il Signore tenga viva in ciascuno di noi la fiducia. Rafforzi il senso di umanità e la benevolenza verso tutti, consoli i malati, doni forza a medici e infermieri, dia luce, saldezza e serenità a chi ha responsabilità verso gli altri.
Non dimentichiamoci che niente e nessuno potrà mai impedirci di vivere il Vangelo fino in fondo.
Con affetto, Vi saluto e Vi benedico!
Valerio Lazzeri, Vescovo di Lugano
Newsletter dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni
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Cristo ci vuole vivi!
Cari fratelli e sorelle,
saluto tutti voi partecipanti a questo Convegno, che vuole favorire l’attuazione del Sinodo dei Vescovi dedicato ai giovani. Vi ringrazio per il lavoro che portate avanti nei rispettivi campi di servizio, e anche per lo sforzo di confrontarvi e condividere le esperienze. Da parte mia, vorrei indicarvi alcune linee che mi stanno particolarmente a cuore.
Convegno Nazionale Vocazioni
«Datevi al meglio della vita» (ChV 143)
E’ questo il tema del prossimo Convegno Nazionale Vocazioni, che si terrà come di consueto a Roma dal 3 al 5 Gennaio 2020. Quest’anno cambia la sede: Ergife Palace Hotel, Via Aurelia 916 – 00165 Roma.
E’ possibile iscriversi online o inviando via mail la scheda in allegato.
“Scegli la vita”
Accompagnare la vocazione tra vizi e virtù
Tra vizi e virtù è un semplice strumento che vuole aiutare – in particolare i giovani e gli adolescenti – a coltivare il buon grano che c’è nella loro vita, per non occuparsi della zizzania (cf. Francesco, Evangelii gaudium, 24). «Formare la coscienza è il cammino di tutta la vita in cui si impara a nutrire gli stessi sentimenti di Gesù Cristo assumendo i criteri delle sue scelte e le intenzioni del suo agire (cfr Fil 2,5)». (cf. XV Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Documento finale, 108). Perché la vocazione è un sentiero lungo tutta la vita, che sempre si snoda tra vizi e virtù.
Disponibile su: vocazioni.store
Cari giovani, Gesù Cristo è più che mai Vivo
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, Testimonianze, Vocazioni /da serraclubRiportiamo la lettera che don Vincenzo Bracci rivolge ai giovani invitandoli a sperimentare, attraverso l’ascolto della Sua parola, l’incontro e l’amicizia con Gesù Cristo.
Don Vincenzo Bracci è Priore del Monastero San Silvestro, di Fabriano, dal 2015. La sua vita sacerdotale ha sempre avuto una speciale predilezione e vicinanza verso il mondo giovanile, essendo stato per 32 anni docente di religione presso il Liceo Scientifico di Fabriano e l’Istituto Commerciale di Matelica. Contemporaneamente è stato parroco di San Benedetto in Fabriano e di Santa Teresa in Matelica, membro del Consiglio presbiterale e del Consiglio pastorale della diocesi di Fabriano-Matelica, animatore di gruppi giovanili sia dell’Azione Cattolica che di altre associazioni ecclesiali.
Lettera aperta ai giovani
Carissimi,
Sono don Vincenzo, un monaco amico di voi giovani, e ho pensato fosse importante scrivervi e inviarvi questo messaggio che scaturisce dal più profondo del cuore. Credo che mai come in questo tempo voi abbiate bisogno di un messaggio forte, di valori e di ideali autentici che danno un senso e un significato profondo alla vostra vita. Da parte mia, so dove trovare questo messaggio che da 2000 anni continua a risuonare nelle strade del mondo e riempie i cuori di speranza incrollabile e di gioia inesauribile.... Continua a leggere
L’essenza del suo messaggio sempre vivo e attuale lo troviamo nel Vangelo, la bella notizia per voi e per tutti gli uomini e le donne del mondo. Il Vangelo si riassume in queste semplici parole: «Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo figlio Gesù affinché il mondo si salvi per mezzo di Lui» (Gv 3,16). Da quando Gesù è venuto sulla terra, in tutti i tempi, specialmente ai nostri giorni, il Suo nome, la Sua Persona, la Sua Storia, il Suo messaggio, i segni straordinari operati da Lui, la Sua Morte in croce, soprattutto la Sua Resurrezione continuano ancora a far pensare, a interessare, a interrogare. Ancora oggi l’Uomo Gesù di Nazareth continua a suscitare stupore, fascino, infinita nostalgia di Dio, poiché in Lui troviamo quell’inafferrabile Mistero dell’Incarnazione e della manifestazione del Dio vivente che è amore, che è la sorgente dell’amore, della tenerezza, del perdono e della misericordia inesauribili. Gesù Cristo è più che mai Vivo e noi lo possiamo conoscere e incontrare ancora oggi attraverso il Vangelo annunziato dalla comunità cristiana, nella Celebrazione Eucaristica domenicale e festiva, ove si attualizza la Memoria Vivente della Vita, morte, Resurrezione di Gesù Cristo, Maestro, Liberatore, Salvatore. L’Uomo Gesù rappresenta per voi giovani il modello, il progetto, l’ideale dell’uomo nuovo, del mondo nuovo e della nuova creazione, della vera bellezza che non appassisce mai e Lui fa risuonare per voi tutti la chiamata del Padre a diventare uomini e donne, secondo il tipo di umanità dell’Uomo Gesù, e per continuare la sua missione di salvezza del mondo. Carissimi giovani, ancora oggi io desidero annunciarvi il Vangelo di Gesù con la parola e la vita, desidero proporvi di ascoltarlo e di leggerlo perché diventi la pienezza, la forza e l’ideale della vostra vita. Il Vangelo è buona notizia per voi: «Dio è Amore e vi ama di un amore eterno» (1 Gv 4,16) e amare qualcuno da parte di Dio significa dirgli: «tu non morirai mai, tu risorgerai e vivrai della mia stessa vita». In definitiva, l’annuncio del Vangelo che vi propongo di ascoltare è Gesù Cristo, dono di Dio per voi, per l’umanità e per il mondo. Colui che ci fa dono della forza del Suo Spirito, che ci fa diventare figli di Dio, discepoli di Gesù e con Lui messaggeri nel mondo di gioia, di speranza, di pace, di fraternità e di amicizia, messaggeri e testimoni dell’amore più forte del male e della morte, dai quali scaturisce la pienezza della felicità e della vita. La Vergine Madre, immagine e modello della Chiesa, eletta tra i popoli per ricevere la benedizione del Signore e diffonderla sull’intera famiglia umana ci sia di modello. Questa «benedizione» non è altro che Gesù Cristo stesso. È Lui la Fonte della grazia, di cui Maria è stata colmata fin dal primo istante della sua esistenza. Ha accolto con fede Gesù e con amore l’ha donato al mondo. Questa è anche la nostra vocazione e la nostra missione, la vocazione e la missione della Chiesa: accogliere Cristo nella nostra vita e donarlo al mondo, «perché il mondo si salvi per mezzo di Lui» (Gv 3,17). Con vera amicizia e affetto in Gesù nostro Salvatore, Via, Verità e Vita. Don Vincenzo Bracci O.S.B. Priore Tel. 0732 226658 Cell. 338 7643720 E-mail: donvincenzo@silvestrini.org Facebook: Vincenzo Bracci
Il ministero è un dono non una funzione
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, News, Vita della Chiesa, Vocazioni /da serraclubRoma, 19 settembre 2019. Papa Francesco, nell’omelia della Messa del mattino a Casa Santa Marta, si rivolge ai ministri della Chiesa e sottolinea che quando ci appropriamo del dono, e lo centriamo su noi stessi, “lo trasformiamo in funzione”, perdendo il cuore del ministero, episcopale o presbiterale che sia. Dalla mancanza di contemplazione del dono nascono “tutte le deviazioni che conosciamo”.
Per scaricare e leggere tutta l’omelia clicca qui sotto.
Mons. Valles: La famiglia, luogo fondamentale per la scoperta delle Vocazioni
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È la prima scuola di discepolato, ovvero il “terreno a cui sono affidati i semi delle vocazioni”. Il presidente della Conferenza episcopale: “La chiamata di Dio è più facile da ascoltare nel contesto di una famiglia che ha fede”.
Davao (AsiaNews/CbcpNews) – I genitori svolgono un ruolo fondamentale nella scoperta e nella promozione delle vocazioni religiose. Lo afferma mons. Romulo Geolina Valles, arcivescovo di Davao (isola di Mindanao) e presidente della Kapulungan ng mga Katólikong Obispo ng Pilipinas (Cbcp) – la Conferenza episcopale delle Filippine.
Ieri, mons. Valles ha presieduto l’ordinazione di tre diaconi presso la cattedrale di San Pietro (foto). Durante la cerimonia, l’arcivescovo ha sottolineato che la famiglia è la prima scuola di discepolato, ovvero il “terreno a cui sono affidati i semi delle vocazioni”. “La chiamata di Dio – ha ribadito durante l’omelia – è più facile da ascoltare quando avviene o è recepita nel contesto di una famiglia che ha fede”.
Incentivare le vocazioni nelle parrocchie o nelle scuole è utile, ha sostenuto mons. Valles, ma “nulla batte il ruolo delle famiglie come ‘luogo principale’ per incoraggiare alla vita consacrata”. “Anche la fede nella comunità è molto importante. Oggi è più facile per le persone apprezzare il sussurro dello Spirito Santo”, ha aggiunto.
Alla presenza di familiari e amici, il presidente della Cbcp ha dato a tre giovani il benvenuto nel clero dell’arcidiocesi. Sono Michael Ondras, Jr., Ruperto Jamili III, e Alfredo Bustamente, Jr., che di recente hanno completato la propria formazione teologica. In quanto diaconi, ha detto loro, sono chiamati ad essere servi e ad “un tipo di servizio che ci richiede di essere gli ultimi”.
“Questo è l’orientamento da seguire per essere un diacono. Tuttavia, esso è solo transitorio perché in seguito consentirà di diventare sacerdoti”, ha concluso l’arcivescovo. “Accompagneremo il viaggio del nostro popolo nel regno di Dio. Questa è l’indicazione della Chiesa, il ministero dei suoi servitori”.
(AsiaNews)
A Roma per il Forum dei Giovani
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, Vocazioni /da serraclub«Voi siete l’oggi di Dio, l’oggi della Chiesa! Non solamente il futuro, no, l’oggi. O ve la giocate oggi, o perderete la partita». Così papa Francesco si rivolgeva sabato scorso ai molti partecipanti dell’XI edizione del Forum internazionale dei giovani, tenutosi a Sassone di Ciampino, nei pressi di Roma, dal 19 al 22 giugno, sul tema «Giovani in azione in una Chiesa sinodale» e promosso dal “Dicastero per i laici, la famiglia e la vita”. 246 i ragazzi tra i 18 e i 29 anni che hanno partecipato, in rappresentanza di ben 109 Paesi e di 37 comunità e movimenti ecclesiali. L’incontro è stato voluto per riflettere sull’impatto, a nove mesi di distanza, del Sinodo nelle Chiese locali, alla presenza del cardinale Kevin Farrell, prefetto del «Dicastero per i laici, la famiglia e la vita». Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi, invece ha richiamato l’attenzione sulla bellezza di quello che è stato il Sinodo: «Nel tempo del Sinodo abbiamo condiviso, abbiamo faticato insieme, abbiamo lavorato insieme, abbiamo gioito insieme per essere Chiesa insieme». Una giornata intera è quindi stata dedicata all’esortazione post-sinodale di papa Francesco «Christus vivit». Alla fine, sabato scorso, i giovani sono stati accolti in udienza dal Papa.
(da catt. ch)
Diventare discepolo di Gesù
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, Primo Piano, Vocazioni /da serraclubDavanti a una Piazza San Pietro assolata, con temperature che da giorni sfiorano i 40 gradi, il Papa durante l’Angelus domenicale ha dedicato un pensiero a quanti soffrono più di altri le temperature roventi di questo inizio di estate. “In quest’ultimo giorno di giugno – dice papa Francesco – auguro a tutti i lavoratori di poter avere durante l’estate un periodo di riposo, che possa giovare a loro e alle loro famiglie. Prego per quanti in questi giorni hanno patito maggiormente le conseguenze del caldo: malati, anziani, persone che devono lavorare all’aperto, nei cantieri… Che nessuno sia abbandonato o sfruttato”.
La Chiesa sia sempre aperta e vicina ai bisognosi, torna ad ammonire il pontefice che ricorda come Gesù abbia “indicato a noi, suoi discepoli, che la nostra missione nel mondo non può essere statica, ma è itinerante”.
“La Chiesa per sua natura è in movimento – spiega – non se ne sta sedentaria e tranquilla nel proprio recinto. È aperta ai più vasti orizzonti, inviata a portare il Vangelo per le strade e raggiungere le periferie umane ed esistenziali”.
Il Papa torna sulla ‘missione’ del buon cristiano che, chiarisce, non può scegliere Gesù per ‘fare carriera’. Diventarne discepolo è “una scelta libera e consapevole, fatta per amore, per ricambiare la grazia in estimabile di Dio, e non un modo per promuovere sé stessi. Non per fare carriera – dice il pontefice – non per sentirsi importanti o per acquisire un posto di prestigio”.
“Gesù ci vuole appassionati di Lui e del Vangelo – prosegue -. Una passione del cuore che si traduce in gesti concreti di prossimità, di vicinanza ai fratelli più bisognosi di accoglienza e di cura. Proprio come Lui stesso ha vissuto”.
Da Avvenire.it
Angelus Papa del 30 giugno 2019
GIORNATA MONDIALE DI SANTIFICAZIONE SACERDOTALE. “Amate i sacerdoti, il loro lavoro è prezioso”. Card. Beniamino Stella
/0 Commenti/in Cultura Vocazionale, News /da serraclubVenerdì 28 giugno, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, si celebra l’annuale Giornata di santificazione sacerdotale. Ne parla il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, Continua a leggere