Tu sei sacerdote per sempre

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Per quanti hanno ascoltato la Santa Messa celebrata da Papa Francesco, in diretta Rai alle ore 11 di domenica 19 aprile, dalla Chiesa di Santo Spirito in Sassia,  avranno avuto anche la possibilità di leggere la frase scritta sul fronte della tovaglia che sporgeva dall’altare la frase  † tu sei sacerdote per sempre †.

Questa frase trova spunto dal Salmo 110,4 e si richiama al personaggio biblico Melchisedek, re di Salem, luogo che poi sarà chiamato Gerusalemme, ricordato nella Bibbia perché, a differenza dei sacerdoti del popolo eletto, discendenti di Aronne, offre non sacrifici di animali, bensì pane e vino. La prima volta che si trova la parola “sacerdote” nella Bibbia, è, infatti, nel capitolo XIV della Genesi, quando Abramo entrato in guerra per riscattare suo nipote Lot, che era stato catturato dall’esercito di Elam, fu ricevuto, alla fine del conflitto, da Melchisedek, che era re di Salem e sacerdote di Dio altissimo. Una figura biblica, quindi, che, nella lettura cristiana, è riferito, in via profetica a Gesù Cristo: una prefigurazione di Gesù sommo ed eterno d sacerdote.

Con il richiamo al Nuovo Testamento, Gesù Cristo ha iniziato a esercitare il sacerdozio, che ha ricevuto in forza dell’Incarnazione, sin dall’inizio della sua esistenza terrena, come atto di infinita dedizione al Padre celeste. “Ecco, io vengo, o Dio, a fare la tua volontà” (Ebr. 10,9). Gesù è sacerdote non per natura umana perché non appartiene alla classe levitica dei sacerdoti, ma fa parte della tribù di Giuda. Ma è sacerdote perché ha offerto sé stesso a Dio. La lettera agli Ebrei, che definisce Gesù “sommo ed eterno sacerdote”, ci presenta, in tutta la sua interezza, un ritratto nuovo di Gesù in quell’’ottica sacerdotale che caratterizza ogni sua azione e nel ruolo capitale che assolve nel Nuovo Testamento. E’ il Gesù sacerdote che nella cena pasquale annuncia la sua morte e resurrezione con i segni del pane e del vino, offerti e donati ai suoi discepoli per rinnovare l’alleanza tra Dio e il suo popolo. Il pane che diventa segno della sua vita offerta per amore e il sangue che sigilla la Nuova Alleanza. Un’alleanza che porterà alla crocifissione per la salvezza dell’umanità intera.

Nel Nuovo Testamento il sacerdote è, quindi, il rappresentante legittimo del popolo davanti a Dio: è il mediatore tra Dio e gli uomini, scelto non dalla comunità ma da Dio stesso. Anche i nostri presbiteri sono sacerdoti seguendo le orme Cristo Gesù e, come tali, rimangono sacerdoti in eterno.

Con un pensiero particolare a quei centoundici sacerdoti, ad oggi accertati, che, condividendo le sofferenze di tanti ammalati, sono deceduti in Italia per effetto della pandemia che ci accomuna in questo triste momento, e ai quali va il nostro ricordo di gratitudine per il loro sacrificio.

Cosimo Lasorsa