Club di Latina. “Torneremo (diversamente) normali grazie anche al Serra Club”
/in Vita dei ClubNella primavera del 2020, proprio durante la fase più acuta e drammatica della pandemia da covid-19, quando gli italiani ascoltavano allarmati e spauriti le notizie su quanto stava avvenendo soprattutto nella parte settentrionale del Paese e guardavano al futuro con paura e preoccupazione, una emittente radiofonica privata, ascoltata nell’intero territorio nazionale, fece passare con frequenza uno spot pubblicitario, che, volendo essere rassicurante e positivo, diffondeva il seguente slogan: “Presto tutto tornerà come prima”.... Continua a leggere
Il messaggio che si voleva veicolare, che si intendeva far passare, avrebbe potuto essere condivisibile, se, procedendo nell’ascolto, non fosse risultato chiaro che con lo stesso veniva reclamizzata una certa marca di prodotti alimentari per animali domestici (gatti, se non vado errato).
Con tutto il rispetto per animali e animalisti, tale forma di reclame mi è parsa di cattivo gusto, soprattutto per il momento, particolarmente critico e funesto, che l’Italia stava attraversando. Se non mi sbaglio, opportunamente e tempestivamente la citata pubblicità è stata ritirata, dopo un periodo di tempo relativamente breve, quasi insieme a un’altra, simile e apparentemente rassicurante, “Andrà tutto bene”, recitata, cantata, urlata e scritta per ogni dove e in tutte le salse. Anche essa, seppur meno offensiva per i ricoverati e i contagiati a causa del covid-19, non era meno deleteria per la comunità nazionale nel suo insieme.
Fra l’altro, gli slogan adottati sono risultati del tutto inattendibili, come è ormai comune convinzione.
In proposito è sufficiente ricordare gli accorati e reiterati appelli di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Entrambi hanno sostenuto e sostengono come, dopo la calamità coronavirus, niente sarà più come prima.
Ne usciremo, auspicabilmente presto, migliorati (si spera) o peggiorati (sarebbe una iattura!), ma non uguali, e purtroppo, nella migliore delle ipotesi, non prima del 2023, visto come stanno andando le cose.
Infatti, le abitudini quotidiane, i costumi, l’economia, l’organizzazione del lavoro sono cambiati e cambiati per sempre.
Quando, con la messa a punto e la distribuzione di massa di vaccini efficaci, torneremo finalmente alla normalità, nulla sarà più come prima. Per usare un’espressione largamente diffusa e abusata, a proposito e a sproposito, tutti diventeremo diversamente normali, in quanto la comunità nazionale e internazionale, nelle diverse articolazioni culturali e territoriali, vivrà e attraverserà una fase esistenziale caratterizzata da una nuova e diversa normalità.
In questo quadro e in una simile prospettiva, il “Serra Club” di Latina non si è fermato, sbigottito e sgomento; né si è seduto, inerme, sulla ormai classica riva del fiume in una attesa, passiva e rassegnata, dell’impetuoso e devastante passaggio dell’onda di piena del coronavirus, in un primo momento temuto e, in seguito, irresponsabilmente sottovalutato; e non si è neppure chiuso, ripiegato su se stesso aspettando l’ineluttabile compiersi degli eventi, ma ha colto l’occasione, non cercata e non voluta, per ripensarsi e rivisitarsi, per verificare e revisionare il proprio operato e tutto quanto impostato e, nelle condizioni date, realizzato negli ormai quasi cinquanta anni di vita e di attività, essendo stato ufficialmente costituito il 22 marzo 1974 (ma avendo cominciato a operare informalmente già da qualche anno, secondo quanto assicura e testimonia chi allora già c’era e, ringraziando Iddio, ancora c’è, come il fraterno e sincero amico Ing. Antonio Funiciello, il quale ne è stato Presidente più volte e in diversi periodi).
In tale riflessione siamo stati sollecitati e accompagnati dall’attivo, partecipe e stimato, ancorché giovane, Cappellano operativo, Don Pasquale Bua, il quale ha intercettato e vissuto il “Serra” sin da seminarista. Lo stesso, in sintonia con Mons. Mariano Crociata, Vescovo della Diocesi di Latina-Terracina, Sezze, Priverno, che, con costanza e sollecitudine, segue e guida il nostro sodalizio da Pastore attento e premuroso, non si stanca di ricordarci come “non si trova quel che si cerca, se non ci si mette in cammino”.
L’attuale Presidente, Eugenio Annino, all’indomani della sua elezione avvenuta dopo anni di silenzioso ed efficace servizio come Segretario del “Serra Club” di Latina, si è trovato a gestire una situazione del tutto inedita e impensabile fino a qualche settimana prima, con il supporto propositivo e propulsivo del manager Vincenzo Nardi, nativo di Norma (Latina), anche lui neo Segretario e Presidente eletto dello stesso Club.
Forte della sua esperienza imprenditoriale e della fattiva collaborazione degli iscritti e di numerosi simpatizzanti, alcuni dei quali pronti per formalizzare la loro convinta adesione, il neo responsabile del “Serra Club” di Latina, Annino, ha rimodulato l’organizzazione dell’associazione, per adeguarla e renderla funzionale al nuovo momento, e ha riposizionato la stessa nella comunità religiosa ed ecclesiale e a livello di società civile. Nella dirigenza del club è presente la past President Lucia Pergola con la carica di Tesoriere, motore instancabile nelle attività del club.
La clausura domestica, come portato del distanziamento fisico e dell’isolamento, è stata l’occasione – sulla scorta di quanto praticato da sempre nella clausura contemplativa del chiostro, sia monastica che conventuale -, per enfatizzare la preghiera personale quale strumento potente per la realizzazione del carisma serrano, che intende favorire la nascita e lo sviluppo delle vocazioni religiose in genere e sacerdotali in specie. Alla preghiera, anche comunitaria, si sono, comunque, accompagnati come sempre aiuti e incoraggiamenti concreti. Il lungo e ricorrente confinamento è stato vanificato e superato con la costituzione di un gruppo Whatsupp, a cui si è fatto ricorso con frequenza crescente unitamente ai tanti strumenti di comunicazione sociale. In tal modo la relazione fra soci, simpatizzanti e altri interessati è rimasta costantemente viva. Grazie a essi sono state condivise informazioni e notizie su problemi attuali e di interesse generale, oltre che su eventi lieti e meno lieti verificatisi nelle famiglie dei serrani. Detti strumenti si sono rivelati preziosi anche per la preghiera comunitaria e per l’ascolto e la meditazione di dense e profonde riflessioni dettate, anche a mezzo di messaggi vocali, dal Cappellano operativo.
Con le stesse modalità non solo non abbiamo interrotto i tradizionali incontri con i seminaristi del Seminario Regionale per il Lazio ospitato nel “Pontificio Collegio Leoniano” di Anagni (Frosinone), voluto, oltre un secolo fa, dal grande Papa Leone XIII, che è praticamente nostro conterraneo, essendo nato a Carpineto Romano (Roma) da madre originaria di Cori (Latina), alla vigilia di Pasqua per la celebrazione della Via Crucis, ma abbiamo potuto addirittura ampliarli e intensificarli, partecipando e seguendo telematicamente le interessanti iniziative promosse dall’Istituto Teologico, presente e funzionante nello stesso Collegio, attualmente diretto dal nostro Cappellano, Don Pasquale Bua.
Intensificati e più produttivi sono divenuti, nonostante le oggettive difficoltà, i rapporti con la Curia diocesana, con le associazioni cattoliche e con diverse gruppi del volontariato laico. Nei rapporti con tutti ci siamo riposizionati e coordinati. Con la Diocesi, in particolare, ci siamo più produttivamente radicati. Le relazioni, se pure attraverso la rete informatica, hanno favorito la reciproca conoscenza (in qualche caso si è trattato di vera e propria scoperta!) e un positivo scambio di esperienze, utili per future iniziative comuni.
Sulla base dell’insegnamento di Papa Francesco, recentemente sistematizzati e ribaditi con Enciclica “Fratelli tutti”, e sulle indicazioni del Vescovo Crociata e di Don Bua, siamo usciti dai nostri ristretti confini e ci siamo messi in cammino alla ricerca di “cose nuove”, di diverse culture, anche con gruppi non squisitamente religiosi.
Ciò ci ha consentito di aiutare in modo sostanzioso, oltre la Diocesi e il Seminario, anche la Caritas, nelle diverse articolazioni, l’Istituto Teologico, per le sue attività di studio e di ricerca, e altri enti e gruppi.
In conclusione, possiamo affermare che questa pandemia, apportatrice di sofferenze e lutti e tanto dura a morire, è stata un’improvvisa casualità per il “Serra Club” di Latina di riconversione e di rinascita, oltre che di preparazione delle basi, in vista del cinquantenario della fondazione, per la ricerca e la costruzione di una nuova dimensione operativa, ricca di bene e di speranza, nella comunità ecclesiale e territoriale.
Adolfo Gente