Incontro fra i soci del serra Club Pontremoli – Lunigiana

Giuseppe, che significa “che Dio faccia crescere”

I soci del Serra Club Pontremoli-Lunigiana venerdì 26 novembre, per onorare l’Anno speciale di San
Giuseppe indetto da Papa Francesco, hanno partecipato a Pontremoli ad un incontro sulla figura del padre
putativo di Gesù.
Relatore fra’ Cristiano Venturi, il quale ha introdotto la sua “lezione” spiegando che nei Vangeli i nomi
indicano la personalità delle persone e specificando che il nome Giuseppe significa “che Dio faccia crescere”
evidenziando così per lui già un progetto di vita.
La società ebraica – ha spiegato il custode dell’Eremo di Santa Maria Maddalena ad Adelano di Zeri – è
costituita da gruppi religiosi che qualificano moralmente coloro che vi appartengono (ad esempio i farisei, i
pubblicani e gli zeloti) e Giuseppe era membro di uno di questi che si distingueva per essere formato da
uomini giusti, credenti, pii, integri, desiderosi di obbedire alla volontà di Dio.
Giuseppe è rigoroso, fedele, conosce perfettamente la legge ebraica, è una figura nascosta che agisce senza
pubblicizzare le sue azioni. Egli proviene dalla casa regale di Davide, ma è povero, umile, paziente,
mansueto così come i “poveri di Jahvè”, gruppo religioso che attendeva il compimento delle promesse di
Dio e che aspettava la realizzazione delle profezie divine.
La sua professione era quella di artigiano tuttofare (la sua attività lavorativa come falegname è stata
definita solo nel Medioevo) e per svolgere il suo lavoro è emigrato da Betlemme a Nazareth (per questo
motivo è stato designato patrono degli esuli).
L’avvenimento principale della vita di Giuseppe è stato divenire padre putativo di Gesù in seguito
all’incontro tra Maria, sua promessa sposa, e l’arcangelo Gabriele, inviato da Dio per annunciarle la nascita
di suo Figlio.
Le famiglie dei due giovani (Giuseppe aveva 20 anni e Maria 15) avevano già firmato l’accordo per il loro
matrimonio quando giunge la visita dell’arcangelo. L’iniziativa divina crea in loro un dramma esistenziale
poiché devono far capire agli abitanti di Nazareth che la gravidanza di Maria è un atto non umano e quindi
essa non è una adultera.
È importante questa loro decisione perché per le adultere vi erano pene severe che prevedevano il ripudio
da parte del marito ma anche la lapidazione. Giuseppe sposa ugualmente Maria per non umiliarla di fronte
all’opinione pubblica nazarena. La sua scelta di prenderla con sé assieme al Figlio lo rende padre putativo di
Gesù, che legalmente è quindi figlio di Giuseppe.
(Paola Bianchi)

foto di repertorio