Club Genova Nervi. Meditare il Santo Rosario con la Sindone?

Nell’incontro di preghiera di marzo, Francesco di Bella ha proposto, un’inedita quanto suggestiva recita del Santo Rosario. Innovando rispetto alla consolidata abitudine di utilizzare i commenti di san Giovanni Paolo II, peraltro sempre interessanti, il socio fondatore del Genova Nervi ha suggerito di accompagnare la lettura dei brani evangelici riguardanti i misteri del dolore, con la contemplazione di alcune immagini della Sacra Sindone, che riflettono in modo crudo le atroci sofferenze di Gesù Cristo nel suo tragico, ma luminoso, percorso verso la Crocifissione.

L’accostamento tra il racconto evangelico e le tracce delle ferite impresse nel Sacro Lenzuolo costituisce un valore aggiunto che aiuta a comprendere “l’incommensurabile amore” con il quale il Figlio di Dio “ci ha amati per donarci la grazia della salvezza”. Un amore che “gli è costato tanto dolore, e tutto questo per cancellare il peccato dell’uomo, di ieri, di oggi e di domani”.

Dopo la recita meditata del Santo Rosario, Francesco ha rimarcato che “il cammino doloroso di Gesù non si conclude con una pietra sulla tomba: Gesù è risorto affinché noi avessimo la vita”. Egli non è uscito semplicemente dal sepolcro, ma è passato “dal tempo all’eterno”. A Lazzaro, il cui corpo era già in via di putrefazione, viene restituita la vita (non una nuova, ma quella che aveva prima). Con la Risurrezione, invece, Gesù è entrato nella vera Vita, primizia della nuova Creazione.

Ed è stato bello contemplare anche l’amore di Maria, “legata al mistero della Passione e della Croce del suo Figlio”. Come Serrani, desideriamo “essere buoni testimoni e costruttori di una società nella quale la scelta vocazionale venga sempre chiesta, accolta e sostenuta”. E’ un impegno da rinnovare con la preghiera. Come osservato dal card. Angelo Bagnasco, la preghiera, “anima di ogni apostolato”, ha da essere “continuativa per sostenere e favorire le vocazioni”.

Sergio Borrelli