Club di Prato. Incontro di febbraio 2023

Il 20 febbraio 2023, il Serra Club si è ritrovato alle 19:45 in Seminario Vescovile iniziando con il momento di preghiera dei vespri guidati dal Vicario Generale Monsignor Daniele Scaccini il quale ci ha introdotti nel tempo quaresimale che inizia col Mercoledì delle Ceneri simbolo storico in cui una volta i fedeli iniziavano il loro cammino penitenziale in cui i loro peccati sarebbero stati assolti durante la Settimana Santa nel giorno del Giovedì Santo.

Mons. Scaccini ha ricordato che nel Rito Ambrosiano il tempo quaresimale inizia, invece, la prima domenica di quaresima ovvero “In Capitae Quadragesimae” che tradotto in italiano significa “Inizio di Quaresima”. In questo tempo noi cattolici siamo chiamati ad astenerci dal mangiare la carne e fare digiuno il Mercoledì delle Ceneri ed il Venerdì Santo. Il digiuno deve essere un modo per avvicinare la nostra vita al Signore, che niente toglie ma tutto dona, diceva il Papa Emerito Benedetto XVI. Le parole pronunciate dal sacerdote durante il rito dell’imposizione delle ceneri si rifanno a quelle di Gesù quando iniziò la sua missione in Galilea con i primi discepoli dicendoli chiaramente: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”. Questo significa che dobbiamo fidarci del Signore, stando lontano dai pensieri umani come quando Gesù rimprovera Pietro per aver fatto il suo primo annuncio della passione dicendoli: “Satana allontanati da me perché pensi secondo gli uomini anziché secondo Dio”.

Dopo la preghiera ci siamo spostati nel refettorio per la cena e con noi erano presenti la nostra Governatrice di Distretto Elena Baroncelli e Monsignor Basilio Petrà. Dopo cena ha preso la parola il nostro relatore Don Carlo Bergamaschi attuale Parroco della Chiesa di San Bartolomeo a Coiano a parlare di questa tematica: “La Pastorale Sanitaria al tempo del Covid e oltre”. Era stato ospite al nostro Serra quattro anni fa nel 2019 durante la presidenza di Roberto Stramazzo in cui aveva parlato della sua opera sanitaria in quanto Cappellano dell’Ospedale prima del Misericordia e Dolce ed ora del Santo Stefano inaugurato nel 2013 quindi dieci anni fa. La pastorale sanitaria è una delle missioni più difficili perché non è facile entrare in relazione con i malati affetti da patologie di vario tipo e ci sono casi dove si risolvono bene perché i malati guariscono o stanno meglio dalla loro patologia, mentre altri casi sono irreversibili ed il paziente è destinato ad andarsene. Non è facile trovare le parole giuste per portare consolazione e conforto perché ogni malato ha una certa reazione per via della situazione che sta vivendo e se ha fede riesce ad affrontarla meglio rispetto a chi non crede ma trova conforto nelle persone a lui care e ci sono casi in cui c’è chi riesce a convertirsi negli ultimi giorni di vita anche se la Misericordia di Dio è infinita anche su quelli che non si convertono ma hanno il cuore buono che è la cosa che importa a Dio, che guarda in ciascuno di noi. In ospedale ci sono malati di altre etnie come africani, bengalesi, cinesi, pakistani che hanno un credo religioso diverso dal nostro. Però Don Carlo non si è mai tirato indietro ed ha portato il suo supporto anche a loro seppure non sia stato sempre ben accetto e gradito, ma questa è la missione che ha un cappellano e non è sempre la stessa ma comporta un rinnovamento giornaliero. Quando è arrivata la pandemia verso la fine del 2019-inizio 2020 le cose sono cambiate per via delle terapie intensive e rianimazioni che si sono riempite a causa dei tanti ricoverati e Prato è stata la città con maggior numero di contagi rispetto ad altre. Fra i morti di Covid 19 ci hanno lasciato alcuni sacerdoti come Don Uberto Fedi (1931-2020) storico parroco di Tavola ed era il decano del clero pratese, Don Renato Fiaschi (1936-2021) per anni parroco a Vaiano e Figlie nonché assistente spirituale degli alpini, Don Mauro Rabatti (1939-2021) che ha guidato per tutta la sua vita la comunità di Santa Lucia e anche allora non è stato facile fare il cappellano visto la lontananza fra i malati e i propri cari e anche per portare la comunione o dire una preghiera dovevano essere super protetti di mascherine e altro. All’interno della cappella dell’ospedale viene celebrata la Santa Messa la mattina e il pomeriggio e non è mai mancata la Via Crucis all’esterno del presidio ospedaliero il Venerdì Santo di ogni anno anche in tempo di pandemia per scongiurare la fine della pandemia. La figura del cappellano è molto sentita nel Nord Italia perchè ci sono alcune strutture sanitarie gestite da sacerdoti e religiosi ma anche da noi ha la sua importanza come in altre parti del paese ci ha detto Don Carlo che quest’anno celebra trenta anni di sacerdozio avvenuto nel lontano 1993 quindi auguri per il suo traguardo ma continuiamo a pregare per le vocazioni sacerdotali.

Marco Giraldi-Vicepresidente delle Rispettive Comunicazioni Sociali del Serra Club di Prato 534 appartenente al Distretto 71 della Regione Toscana Nord/Sardegna