Il Club di Cerignola in ritiro spirituale

Due incontri indimenticabili per il Serra club nel mese di gennaio 2020: la riunione formativa con il Club di Lucera e gli esercizi spirituali ad Ascoli Satriano. Gli anziani del Club sono “giovani” e pronti a concentrarsi sul programma del cappellano, don Gianluca Casanova, già concordato in precedenza.  Arrivati sul posto ci dirigiamo verso la Curia Vescovile accanto alla Concattedrale; prendiamo posto in ampia sala e cominciamo a pregare. Il programma del pomeriggio prevede la visita della Struttura e del Museo archeologico. Siamo ben accolti e “custoditi” dal parroco don Sergio che si è messo a nostra completa disposizione.Don Gianluca, dopo aver fornito qualche notizia storica sulla città di Ascoli Satriano e sulla Concattedrale, ha introdotto il tema della Fede, lasciando ampio spazio ai Soci per le le loro riflessioni, considerazioni e domande. Egli risponde esaurientemente ai vari quesiti concludendo la prima parte dell’incontro con la recita della “ ora media”.  Arriva l’ora del pranzo e ci dirigiamo presso un agriturismo che ci accoglie con un’atmosfera all’”antica” e molto calda. Il cibo è casalingo e buono, ricco di tradizione e semplicità. La conviviale racconta la nostra fraternità ed amicizia nella serenità di tutti noi. Ci rechiamo quindi, come previsto, presso il Museo archeologico dove una sapiente guida ci illustra sia la storia delle varie scoperte avvenute in agro della città sia, come sempre accade, leggende e storie legate alle origini di quella terra, ricca di arte.  Subito dopo andiamo in Concattedrale per partecipare alla concelebrazione eucaristica del nostro Cappellano e del parroco don Sergio, presenti un gran numero di cittadini e fedeli a cui don Gianluca e la governatrice eletta, sig.ra Milena Caldara hanno esposto gli obiettivi laici e significativi del Serra Club augurandosi che possa nascere ad Ascoli Satriano un Club Serra.La giornata, molto feconda, si è conclusa con la consueta cortesia di don Sergio che ci ha illustrato i vari angoli della Concattedrale e fatto vedere il luogo dove sono conservate le spoglie de vescovo mons. Consigliere, ex vescovo della Diocesi insieme ad altri elementi storici. Dopo gli affettuosi e sinceri ringraziamenti , ripartiamo per il ritorno, con l’animo arricchito e pieni di buona volontà per la gloria del Signore.                                                

Anna Fortunato

Spegnere la televisione e aprire la Bibbia

 

Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi, Mercoledì delle Ceneri, iniziamo il cammino quaresimale, cammino di quaranta giorni verso la Pasqua, verso il cuore dell’anno liturgico e della fede. È un cammino che segue quello di Gesù, che agli inizi del suo ministero si ritirò per quaranta giorni a pregare e digiunare, tentato dal  diavolo, nel deserto. Proprio del significato spirituale del deserto vorrei parlarvi oggi. Cosa significa spiritualmente il deserto per tutti noi, anche noi che viviamo in città, cosa significa il deserto. Immaginiamo di stare in un deserto. La prima sensazione sarebbe quella di trovarci avvolti da un grande silenzio: niente rumori, a parte il vento e il nostro respiro. Ecco, il deserto è il luogo del distacco dal frastuono che ci circonda. È assenza di parole per fare spazio a un’altra Parola, la Parola di Dio, che come brezza leggera ci accarezza il cuore (cfr 1 Re 19,12). Il deserto è il luogo della Parola, con la maiuscola. Nella Bibbia, infatti, il Signore ama parlarci nel deserto. Nel deserto consegna a Mosè le “dieci parole”, i dieci comandamenti. E quando il popolo si allontana da Lui, diventando come una sposa infedele, Dio dice: «Ecco, io la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là mi risponderà, come nei giorni della sua giovinezza» (Os 2,16-17). Nel deserto si ascolta la Parola di Dio, che è come un suono leggero. Il Libro dei Re dice che la Parola di Dio è come un filo di silenzio sonoro. Nel deserto si ritrova l’intimità con Dio, l’amore del Signore. Gesù amava ritirarsi ogni giorno in luoghi deserti a pregare (cfr Lc 5,16). Ci ha insegnato come cercare il Padre, che ci parla nel silenzio. E non è facile fare silenzio nel cuore, perché noi cerchiamo sempre di parlare un po’, di stare con gli altri. La Quaresima è il tempo propizio per fare spazio alla Parola di Dio. È il tempo per spegnere la televisione e aprire la Bibbia. È il tempo per staccarci dal cellulare e connetterci al Vangelo.
Quando ero bambino non c’era la televisione, ma c’era l’abitudine di non ascoltare la radio. La Quaresima è deserto, è il tempo per rinunciare, per staccarci dal cellulare e connetterci al Vangelo. È il tempo per rinunciare a parole inutili, chiacchiere, dicerie, pettegolezzi, e parlare e dare del “tu” al Signore. È il tempo per dedicarsi a una sana ecologia del cuore, fare pulizia lì. Viviamo in un ambiente inquinato da troppa violenza verbale, da tante parole offensive e nocive, che la rete amplifica. Oggi si insulta come se si dicesse “Buona Giornata”. Siamo sommersi di parole vuote, di pubblicità, di messaggi subdoli. Ci siamo abituati a sentire di tutto su tutti e rischiamo di scivolare in una mondanità che ci atrofizza il cuore e non c’è bypass per guarire questo, ma soltanto il silenzio. Fatichiamo a distinguere la voce del Signore che ci parla, la voce della coscienza, la voce del bene. Gesù, chiamandoci nel deserto, ci invita a prestare ascolto a quel che conta, all’importante, all’essenziale. Al diavolo che lo tentava rispose: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4). Come il pane, più del pane ci occorre la Parola di Dio, ci serve parlare con Dio: ci serve pregare. Perché solo davanti a Dio vengono alla luce le inclinazioni del cuore e cadono le doppiezze dell’anima. Ecco il deserto, luogo
di vita, non di morte, perché dialogare nel silenzio col Signore ci ridona vita. Proviamo di nuovo a pensare a un deserto. Il deserto è il luogo dell’essenziale. Guardiamo le nostre vite: quante cose inutili ci circondano! Inseguiamo mille cose che paiono necessarie e in realtà non lo sono. Quanto ci farebbe bene liberarci di tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto! Anche su questo Gesù ci dà l’esempio, digiunando. Digiunare è saper rinunciare alle cose vane, al superfluo, per andare all’essenziale. Digiunare non è soltanto per dimagrire, digiunare è andare proprio all’essenziale, è cercare la bellezza di una vita più semplice.
Il deserto, infine, è il luogo della solitudine. Anche oggi, vicino a noi, ci sono tanti deserti. Sono le persone sole e abbandonate. Quanti poveri e anziani ci stanno accanto e vivono nel silenzio, senza far clamore, marginalizzati e scartati! Parlare di loro non fa audience. Ma il deserto ci conduce a loro, a quanti, messi a tacere, chiedono in silenzio il nostro aiuto. Tanti sguardi silenziosi che chiedono il nostro aiuto. Il cammino nel deserto quaresimale è un cammino di carità verso chi è più debole.
Preghiera, digiuno, opere di misericordia: ecco la strada nel deserto quaresimale.
Cari fratelli e sorelle, con la voce del profeta Isaia, Dio ha fatto questa promessa: «Ecco, io faccio una cosa nuova, aprirò nel deserto una strada» (Is 43,19). Nel deserto si apre la strada che ci porta dalla morte alla vita. Entriamo nel deserto con Gesù, ne usciremo assaporando la Pasqua,
la potenza dell’amore di Dio che rinnova la vita. Accadrà a noi come a quei deserti che in primavera fioriscono, facendo germogliare d’improvviso, “dal nulla”, gemme e piante. Coraggio, entriamo in questo deserto della Quaresima, seguiamo Gesù nel deserto: con Lui i nostri deserti fioriranno.

Immagine da Avvenire.it

 

Vocazione e vocazioni: la riflessione di padre Pino Puglisi

di Maria Lo Presti

P. Puglisi è stato conosciuto dai più a partire dal suo martirio (15/9/93), per cui spesso si guarda alla sua persona fermandosi ai tre anni a Brancaccio. In realtà, anche mentre p. Puglisi era parroco di San Gaetano a Brancaccio, ricopriva diversi ruoli e svolgeva una attività vasta in vari ambiti: padre spirituale del Seminario, seguiva le donne in difficoltà della Casa dell’Accoglienza, coordinava la pastorale giovanile e vocazionale, collaborava con il movimento Presenza del Vangelo, era docente di religione presso un liceo classico… e non si risparmiava in tutte le occasioni in cui poteva essere di aiuto. Molteplice è stata anche la sua attività prima dell’incarico come parroco di San Gaetano.
Qui vogliamo ricordare l’esperienza di p. Puglisi a partire dal CDV (Centro Diocesano Vocazioni). Infatti, p. Puglisi partecipò alla stesura del Piano Diocesano Vocazioni: un direttorio che per la sua valenza e ricchezza è balzato all’evidenza nel panorama nazionale. Il Piano Diocesano Vocazioni fu presentato il 2 febbraio 1980, mentre p. Puglisi era già divenuto direttore del CDV (1979). P. Pino Puglisi dal 1980 fu anche vice-delegato del Centro Regionale Vocazioni (CRV) e poi direttore del CRV dal 1986; ha quindi partecipato agli incontri del Centro Nazionale Vocazioni (CNV) dal 1986 al 1990.
Tra le attività collegate all’animazione vocazionale, ricordiamo l’aver portato a Palermo e a Siracusa la mostra vocazionale itinerante “Sì, ma verso dove?”, coinvolgendo come guide migliaia di volontari, e tra questi mi sono trovata anche io, e riuscendo a portare alla mostra decine di migliaia di giovani.
P. Puglisi non ha lasciato molti testi scritti: qui ne vogliamo ricordare due, già pubblicati online, a cui rimandiamo con dei link. Li segnaliamo perché vi si tratta della vocazione dell’uomo, e delle vocazioni.

Il testo del 1 febbraio 1987 è sul senso della vocazione dell’uomo: https://www.beatopadrepinopuglisi.it/relazione-sul-tema-la-vocazione-delluomo/

Il secondo testo del 1988 guarda alla molteplicità delle vocazioni, le quali sono tutte importanti: https://rivistavocazioni.chiesacattolica.it/2019/11/02/abbiamo-bisogno-di-vocazioni/

Club di Palermo. Le attività di marzo.

Carissime amiche e carissimi amici del Serra Club di Palermo,
il tempo di Quaresima si avvicina e conseguentemente si avvicina anche la Settimana Santa con i suoi momenti di intensa religiosità: come ogni anno il nostro Club ha organizzato per questo periodo, così importante, diversi momenti di incontro e di preghiera.

Li riporto sinteticamente qui di seguito:

  • venerdì 6 marzo alle ore 20:00 presso il salone del Seminario: ascolteremo la Prof.ssa Francesca Massara – Docente di Archeologia Arte ed Iconografia Cristiana, Direttrice della Biblioteca della Facoltà Teologica di Sicilia e Direttrice del Museo Diocesano di Mazara del Vallo – che ci intratterrà su un tema particolarmente interessante: “Cristo: l’incontro che cambia la vita. Storie, personaggi e destini raccontati dall’arte”.
    Seguirà il consueto momento conviviale con i Seminaristi;
  • sabato 14 marzo 2020 dalle ore 10:00 alle ore 13:00 a Palazzo Alliata di Villafranca (piazza Bologni n. 20 – Palermo) incontro Disterttuale dedicato alla Fondazione Italiana Beato Junipero Serra, seguito da un momento musicale a cura del nostro Socio Mario Arcidiacono; la giornata si concluderà con il pranzo;
  • sabato 21 marzo alle ore 10:30 presso la casa delle Suore figlie di Sant’Anna a Baida (piazza Baida n. 1 – Baida – Palermo) mattinata di approfondimento spirituale e riflessione sul tema “I segni nella Liturgia” guidata da Don Gabriele Tornambè; seguirà un momento di preghiera ed il pranzo insieme;
  • lunedì 30 marzo, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile – presso la Parrocchia di S. Luisa di Marillac, alle ore 19:00 di (via Franz Listz n. 63 – Palermo): esercizi spirituali in preparazione della Santa Pasqua, guidati da don Fabrizio Moscato.

Per ulteriori dettagli e istruzioni organizzative Vi invito a scaricare la mia comunicazione, cliccando qui.

Con i più affettuosi saluti,

Roberto Tristano

 

 

Online il numero della rivista Vocazioni

IN QUESTO NUMERO

Marco Tibaldi

Spingi lo sguardo (Gen 13,14)

Michele Gianola

Innesco

Pino di Luccio

L’avvio di un processo di trasformazione

Mario Aversano       

Prossimità e risposta

Jacopo De Vecchi    

Qual è la tua rotta?

Giuliano Savina       

Preludio per una lettura ecumenica ed interreligiosa della vocazione abramitica

Antonella Caputo  

Formazione e/è vocazione

UNPV           

Troppo giovani per decidere ma non troppo per pensarci

Massimo Pampaloni

La sobria ebrezza dell’amor

M. Giraldi – S. Perugini

Padri e figli in cammino

Lodovica M. Zanet

Don Giovanni Fornasini

R. Bencivenga – D. Wlderk

Riflettersi

Sorelle Clarisse di Bergamo

Fecondità disarmata e spoglia

Silvio Grasselli

Il tatuaggio

Emanuela Vinai

La vocazione non cresce sul divano

G.M. Ferrara – G. De Marco

Cammino della luce

Innesco

di don Michele Gianola

La vocazione è sempre una sorpresa. Di qualunque cosa si tratti, ogni scelta di vita prende avvio da un evento inatteso che meraviglia. Somiglia, la vocazione, ad una reazione a catena, una «fissione nucleare portata nel più intimo dell’essere» capace di suscitare una catena di trasformazioni che a poco a poco cambieranno il cuore e trasformeranno il mondo (cf. Benedetto XVI, Omelia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù, Colonia, 21 agosto 2005).

Nessuna reazione di questo tipo avviene a freddo. C’è bisogno di accumulare energia, prima dell’innesco; senza, la reazione non si avvia, non parte, non si accende. Anche la vita è così. Anche la vocazione ha bisogno di un tempo nel quale raccogliere le energie attraverso esperienze, stimoli, domande (cf. Francesco, Christus vivit, 285), fallimenti, cadute e riprese. La vocazione ha bisogno di un tempo – specialmente quello dell’infanzia e dell’adolescenza – nel quale poter sentire sorgere il desiderio di fare qualcosa di grande, di bello, di importante nella vita, la bellezza di poter credere in un futuro che attende nel quale si possa lavorare per un mondo migliore, spendere la vita per qualcosa che valga la pena, amare ed essere amati. Per esplodere, la vocazione ha bisogno di uno sguardo spinto in avanti, ha bisogno di sogni (cf. Christus vivit, 142) che brulicano – anche in maniera un po’ confusa – fermentano in attesa di quell’incontro con il Signore capace di illuminare la via da percorrere, l’orizzonte verso cui spendere tutta la propria energia, gli argini della scelta dentro i quali versare la propria vita, perché sia feconda.

Per prendersi cura della vocazione dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani, per curarsi della vocazione delle generazioni che verranno è necessario attraversare il presente tenendo viva la speranza, quella virtù che permette di riconoscere il tempo come un custode della vita anziché come suo tiranno. È necessario imparare a raccontare la bellezza e la fatica di rimanere in un continuo stato di ricerca, la battaglia di rimanere nella relazione con un Dio che – dopo averci ferito il cuore (cf. Agostino, Confessioni, X, 6.8) – sempre sfugge nell’intento di attirarci dietro di sé e di farci così attraversare ogni tratto faticoso della storia. Innescare porta con sé l’immagine di ‘fornire di esca un amo’. Abboccare alla lenza di Pietro è la sorpresa che ci ha dato la vita.

CNIS di Napoli

Dal 7 al 9 febbraio la famiglia serrana si è incontrata a Napoli, sede dell’incontro è stato l’hotel NH nella centralissima via Medina: apre i lavori del CNIS l’incontro del Comitato Esecutivo e contemporaneamente il CDA della Fondazione Junipero Serra, al mattino seguente è stata la volta della riunione straordinaria dell’Assemblea dei delegati durante la quale ben 41  club hanno votato, oltre che per la chiusura e approvazione del bilancio del secondo semestre 2019, anche per lo stato di previsione dell’esercizio finanziario dell’anno solare 2020, dopo gli interventi dei presenti ha avuto seguito un chiarificante dibattito interno, seguito nel pomeriggio con la commissione nomine che ha individuato i prossimi quattro vice presidenti del Serra International Italia.
Per i  presenti temporaneamente non impegnati nelle attività congressuali e per gli accompagnatori, sono state organizzate una serie di attività parallele, tra questi ci piace segnalare la visita al Teatro San Carlo di sabato mattina.  A conclusione dei lavori del CNIS, sabato pomeriggio, il nostro Serra Club ha accolto nel Museo della famiglia Ascione gli amici serrani, dove nella preziosa e storica cornice della Galleria Umberto I si è tenuto il Concerto per chitarra e mandolino “da Vivaldi a Piazzolla passando per Napoli” della coppia di musicisti Senese – del Prete, durante il quale è stato possibile trasmettere la qualità del Mandolino quale strumento “colto”. Una breve passeggiata per la storica via Chiaia e piazza dei Martiri ci ha portato nel ristorante centenario, per lo più frequentato  da napoletani, “Umberto”, per gustare la pizza napoletana, accompagnati da un babà e una caprese abbiamo brindato alle nozze d’oro del past-governor Gianni Sapia e sua moglie Gianna; proprio grazie all’impegno del Sapia e Samuele Labita, senza dei quali nulla sarebbe stato possibile, che una organizzazione (quasi) “svizzera” ha dato la possibilità a quelli più stanchi di rientrare in albergo con l’autobus, mentre i più temerari si sono gustati una indimenticabile passeggiata sul lungomare di Napoli, tra i colori di Posillipo in lontananza e le luci del borgo marinaro.
Al mattino dopo, mentre il “nostro” Governatore Giuseppe Mangieri riuniva  il 72° distretto per incontrare il presidente Enrico Mori, un nutrito gruppo mattiniero,  accompagnati da una selezionatissima guida turistica, si è diretto verso spaccanapoli, zona di Napoli dichiarata patrimonio dell’Unesco, per poi riunirsi ai rappresentanti di Clubs e Fondazione, per la chiusura dei lavori con la Santa Messa presieduta dal Vescovo Ausiliare di Napoli Mons. Lucio Lemmo concelebrata con il cappellano del 72° distretto Mons. Vittorio Formenti e Don Peppe Dente Gattola, figlio del Past President di Napoli  Orazio, nella bellissima Santa Maria Incoronatella di via Medina, una chiesa simbolo del barocco napoletano, anticamente annessa al Conservatorio della Pietà dei Turchini, dove si formarono alcuni tra i più importanti musicisti italiani tra XVI e XVII secolo come A.Scarlatti, Pergolesi e Paisiello. Insomma non solo un CNIS ma ci siamo impegnati per far conoscere la vera Napoli, città d’Arte, una città culturalmente vivace amante del bello, troppo spesso adombrata da una immagine che non risponde pienamente alla realtà.

Serra Miglio D’Oro

Club di Cascina. Consegna del “Premio Filici” il 22 febbraio

Il Serra Club 573 di Cascina, con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di mons. Icilio Felici quale eminente figura di sacerdote e scrittore della diocesi pisana, promuove l’annuale premio mons. Felici che, come di prassi, è assegnato ad un sacerdote la cui azione pastorale si associ ad una qualificata attività letteraria o artistica.

La Commissione, esaminate le candidature pervenute, ha designato come vincitore, in virtù della sua vasta e variegata attività letteraria, don Marcello Brunini attualmente direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Lucca e docente di teologia spirituale e scienze umane all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Pisa e presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Camaiore.

La cerimonia di consegna del premio, che anche quest’anno si fregia del patrocinio del Comune di Cascina (PI), si svolgerà il pomeriggio di Sabato 22 Febbraio 2020 presso la gipsoteca comunale in viale Comaschi 67 con inizio alle ore 15,45 per poi concludersi presso la Pieve di Santa Maria in Cascina, con la Santa Messa concelebrata da don Marcello Brunini e dal cappellano del Serra Club 573 don Paolo Paoletti.

Paolo Chiellini

Crisi vocazioni: in 30 anni 6000 preti in meno

Nel corso della trasmissione Bel tempo si spera, don Michele Gianola, direttore Ufficio Vocazioni CEI, padre Carmine Marrone, Missionario Oblati dell’Immacolata, Domenico Agasso, vaticanista de La Stampa ed ex direttore de Il serrano, commentano insieme i dati statistici dell’Ufficio Nazionale per il Sostentamento del Clero, dai quali emerge una diminuzione del numero di vocazioni e l’aumento dell’età media del clero.

Club di Cascina. Incontro tra scienza e fede.

Scienza e fede: è possibile un incontro? E’ stato questo il tema della quarta conferenza formativa organizzata dal Serra Club di Cascina presso la sala Magnificat del santuario di Madonna dell’Acqua e svoltasi il 28 Gennaio u.s..

Ha relazionato il prof. Fabio Caporali già ordinario di Ecologia Agraria presso l’Università degli Studi della Tuscia, ed attualmente presidente del MEIC (movimento ecclesiale di impegno culturale) di Pisa.

La risposta al quesito è sicuramente Si. Scienza e fede possono e soprattutto devono incontrarsi! ... Continua a leggere