CLUB DI ROMA. IL MIRACOLO DELLA SANTA CASA DI LORETO

Si torna a parlare di miracoli negli incontri del Serra Club di Roma. Dopo i “Miracoli a Lourdes”, tema magistralmente trattato nel 2020 dal vaticanista Fabio Bolzetta, il “Miracolo della Santa Casa di Loreto” è stato oggetto di approfondimento nella conviviale del 17 maggio 2023, che ha avuto come relatore l’illustre autore del libro, dott. Federico Catani, alla presenza di soci, ospiti e simpatizzanti, vivamente partecipi all’argomento di estremo interesse. Niente di più bello perché i miracoli affascinano, polarizzano e provocano. La multiformità dei miracoli va vista, infatti, come un invito: incoraggiare e spingere a cercare il loro significato e la loro verità. Sono varie le categorie dei miracoli: quelli di guarigione sono certamente i più numerosi, ma non mancano nella storia della Chiesa anche altri miracoli che riguardano fatti soprannaturali inspiegabili. Uno di questi riguarda la Santa Casa di Loreto.

L’evento prodigioso avvenne nella notte tra il 9 e il 10 maggio 1291 quando la preziosissima reliquia della Santa Casa in cui la Madonna aveva ricevuto l’annunciazione dall’Arcangelo Gabriele sull’incarnazione del Verbo, sparì improvvisamente da Nazareth per ritrovarsi, trasportata dagli Angeli, a Tersatto, in Croazia, oggi un quartiere della città di Fiume, dove divenne subito oggetto di devozione. Dopo una permanenza di tre anni, la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294, la Casa di Nazareth sparì improvvisamente di nuovo, così com’era arrivata, per spostarsi questa volta nelle Marche, in tre luoghi diversi: dapprima ad Ancona sul colle dove oggi sorge la Chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, poi nella zona di Recanati in località Banderuola dove c’era un boschetto di proprietà di una nobildonna di nome Loreta da cui potrebbe derivare l’attuale nome di Loreto della città, quindi sul Monte Prodo nel campo di due fratelli, per fermarsi poi definitivamente, nel dicembre 1296, sulla pubblica strada dove sorge l’attuale Basilica e dove è stata costruita una città, proprio attorno all’insigne reliquia. La Santa Casa è una piccola costruzione di metri 9,50 x 4, costituita da una stanza con una porta e una finestra, quella dell’Annunciazione, e da tre pareti alte circa tre metri. In questa Casa, dove è avvenuta la nascita di Maria e il mistero dell’Immacolata Concezione, ha avuto luogo anche l’incarnazione di Gesù e la sua vita terrena nella Sacra Famiglia.

Studioso e cultore del mistero di Loreto, il dott. Federico Catani, autore del libro edito dall’Associazione “Luci sull’Est” dal titolo: “Il miracolo della Santa Casa di Loreto”, è nato a Jesi nel 1986 e, dopo essersi laureato in Scienze Politiche presso la LUISS “G. Carli” di Roma, ha conseguito anche la laurea in Scienze Religiose presso la Pontificia Università di Santa Croce. Giornalista, pubblicista, ha insegnato religione cattolica nelle scuole statali. Direttore responsabile di “Spunti” dell’Associazione “Luci sull’Est”, collabora con diverse riviste e blog del mondo cattolico.

La relazione del dott. Catani, attenta e molto precisa, è stata rivolta, in particolare, all’autenticità e alla sacralità del trasporto miracoloso della Santa Casa di Loreto, messo in dubbio da alcuni storici che lo vogliono, invece, effettuato con mezzi navali dall’uomo. Questa ipotesi è considerata inattendibile dal relatore perché non supportata da nessuna prova efficace e tecnicamente non valida. L’ipotesi di un trasporto umano, mediante la scomposizione dei muri e la loro ricomposizione, è insostenibile, infatti, sia da un punto di vista temporale per la simultaneità delle date di distacco e di arrivo a Torsatto nel 1291, sia perché è impossibile smontare e trasportare tante volte le pietre della Casa per ricostruirle poi fedelmente in ogni luogo di arrivo. E’ incontestabile, inoltre, che la Santa Casa, pur non avendo fondamenta, in quanto semplicemente appoggiata su un terreno irregolare di nessuna consistenza e non allo stesso livello perché una parte è sospesa nel vuoto di un fosso, si è conservata integra in tutti questi secoli, senza alcun cedimento. Ragione per cui non può essere stata fabbricata, abbattuta e rifabbricata, così com’è, anche nel posto ultimo in cui si trova, con una geometria, peraltro, del tutto inalterata in quanto perfettamente combaciante con le medesime dimensioni delle fondamenta rimaste a Nazareth. Altre prove e testimonianze sull’originalità del manufatto sono la malta con cui le sante pietre sono murate che proviene dalla Palestina, i graffiti incisi sulle pietre di chiara provenienza giudeo-cristiana e due monete trovate nel sottosuolo che sono dello stesso anno della traslazione. Numerosi gli avvenimenti misteriosi e miracolosi che si sono verificati intorno alla Santa Casa. Un Vescovo che aveva voluto riprodurre una copia della Santa Casa prelevando una pietra da quella vera fu colto improvvisamente da una grave malattia dalla quale guarì altrettanto improvvisamente quando la santa pietra fu rimessa al suo posto originario. Altro fatto inspiegabile fu quello di un famoso architetto che, su disposizione di Papa Clemente VII, aprì due porte nelle pareti della Santa Casa cadendo ammalato dopo la prima picconata. A un seminarista al quale fu chiesto di continuare l’opera di apertura non accadde, invece, assolutamente nulla avendo dapprima digiunato e pregato per una settimana.

Sappiamo quanto la Chiesa sia responsabile prima di affermare la veridicità di un miracolo o di un evento prodigioso con processi che durano molti anni. Eppure, in questo caso, la Chiesa e i Pontefici che si sono succeduti hanno sempre ribadito sia l’autenticità della Santa Casa, sia il miracolo dei trasporti prodigiosi fino a quello di Loreto. Inquadrando, inoltre, la Santa Casa dentro la storia, il relatore riporta come essa abbia avuto un ruolo essenziale nella lotta contro l’oppressione islamica con le battaglie di Lepanto nel 1571 e di Vienna nel 1683, vinte dall’esercito cristiano grazie all’intercessione della Vergine Maria di Loreto.

Oggi sul posto è sorto un Santuario, il cosiddetto Santuario Loretano, che risale al IV secolo, dove si conserva e si venera la Santa Casa della Vergine Maria, luogo per eccellenza di santità e meta di pellegrinaggio e devozione. Un Santuario che il relatore definisce “polmone spirituale per quanti lottano a difesa dei principi non negoziabili: diritto alla vita, difesa della famiglia naturale, diritto dei genitori a educare i figli”. Un luogo di culto che Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto come “Primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore della cristianità”. Nel Santuario trova posto, per espressa volontà di Papa Pio XI, la statua della Madonna, scolpita su legno di cedro del Libano, in sostituzione di quella originaria del XIV secolo, andata distrutta in un incendio.

Un incontro sicuramente stimolante e una conferenza molto dotta e interessante, grazie all’importanza del tema e alla professionalità dell’illustre relatore che con solide argomentazioni ha saputo portare sostegno alla verità storica delle miracolose traslazioni e che ha riscosso concorde e unanime consenso da parte dei partecipanti manifestato, al termine della conferenza, con un lungo e caloroso applauso di ringraziamento.

Un vivo apprezzamento e un sentito e sincero ringraziamento, infine, al dott. Roberto Razzano per la pregevole organizzazione, la calorosa accoglienza e l’impeccabile stile e professionalità che hanno sempre contraddistinto la sua persona, oltre che per il contributo fattivo ai fini della perfetta riuscita dell’evento in questo suo penultimo mese di Presidenza e al quale, interpretando il pensiero di tutti i soci, va estesa la nostra gratitudine per l’impegno, l’attenzione e la sensibilità di cui ha dato prova in questi due difficili e intensi anni del suo mandato di Presidente al servizio del Serra Club di Roma. A conferma dell’eccellente lavoro svolto dal dott. Roberto Razzano si ha notizia della convergenza, da parte delle Commissioni nomine dei Club, per la sua designazione a Governatore eletto del Distretto 72.

Grazie Presidente!

 

Cosimo Lasorsa

Club di Arezzo. Incontro conclusivo del 25mo anniversario.

Il ciclo di eventi per celebrare i 25 anni di attività del “Serra Club Arezzo 887” in città, si è completato il 5 maggio con l’incontro con mons. Rodolfo Cetoloni ofm., vescovo emerito di Grosseto.

Si è trattato di una meditazione a tappe, scansita da più incontri su quello che è stato il tema proposto per l’anno sociale 2022-2023 dal Club nazionale: “Il perdono e la pace a partire dal cuore dell’uomo”.

Il 10 aprile, con la forza evocativa della musica l’invocazione della “Pace e Compassione” si sono innalzate verso l’Alto sulle note del violino e il canto, con il soprano Francesca Martini e il violinista Alexis Rousseau, apprezzati artisti di fama internazionale, nel partecipato e applaudito concerto che si è tenuto nella cappella della Madonna del Conforto della Cattedrale di Arezzo.

Il 14 aprile è stata poi la volta del presidente dell’Ordine degli Avvocati di Siena, Antonio Ciacci, che ha introdotto una lettura guidata su “Perdono e Giustizia”, affrontando l’argomento su più piani (etico, religione e diritto), evidenziando il complesso rapporto nel concreto tra questi due concetti: “non c’è pace senza giustizia e non c’è giustizia senza perdono” (san Giovanni Paolo II, tema per la Giornata mondiale della pace del 2002)

Il 21 aprile il prof. Franco Vaccari, fondatore dell’esperienza di Rondine- Cittadella della Pace, ha esteso gli orizzonti della riflessione sui rapporti concreti di pace, e sui passi da compiere in questi tempi di incertezza nelle relazioni internazionali, visto che come cristiani siamo chiamati a seguire anche percorsi di giustizia riparativa per risolvere i conflitti personali e sociali. Ha ricordato come sia necessaria una maggior cura delle relazioni che conferisca nuovo slancio ed energia al dialogo nei conflitti internazionali, superando le logiche della mera contrapposizione che impediscono di costruire veri e durevoli ponti di pace.

Il 5 maggio nell’auditorium del Seminario alla presenza dei rappresentanti del Distretto 171 e del Governatore, Mons. Cetoloni ha delineato concreti spunti di riflessione su “Pace e Perdono”, partendo da alcune citazioni che meglio possono guidare in questo cammino di ricerca. Due suggestivi mosaici dai volti femminili ben conservati in Antiochia (oggi Antakya, Turchia) presentano due parole greche: ??????? = salvezza, intesa anche come bisogno di pace e ??????????? = magnanimità, grande cuore che accoglie e si dona con generosità. Partendo da queste due parole ha articolato una riflessione densa di riferimenti (“Pace è sorprendere il nemico con il perdono”, come diceva il cardinal Martini), sia evangelici con l’Inno Cristologico Lettera ai Filippesi 2, 6-11, sia tratti dalle Fonti Francescane con lo stimolante invito tratto dalla Lettera ad un Ministro provinciale (FF234): “E ama coloro che agiscono con te in questo modo, e non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori. E questo sia per te più che stare appartato in un eremo… che non ci sia alcun frate al Mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono se egli lo chiede…: che tu possa attrarlo al Signore…”

Con l’augurio sincero, che è anche una benedizione, “Il Signore ti dia pace” proclamato nel corso della celebrazione Eucaristica finale nella cappella del Seminario, si è quindi concluso il ciclo di incontri animato dal Serra Club Arezzo.

Per far sì che il perdono, per essere reale, sia sempre più profondo della ferita inferta, resta comunque sempre da meditare quel brano del Vangelo secondo Matteo (5, 39-40), che è drammaticamente incisivo per farci capire il prezzo della Pace: «Se uno ti percuote la guancia destra, porgigli anche l’altra; e a chi ti vuole chiamare in giudizio per la tunica, tu lascia anche il mantello».

Sono parole che si dicono, si leggono, ma poi la vita le smentisce. Anche se sono un intervento di Dio nella storia umana ed hanno anche una ragione umana e civile.

In questo senso quindi si inquadrano gli incontri aperti a tutti organizzati dal Serra Club che è un organizzazione laicale internazionale al servizio delle vocazioni: promuovere cioè nella società civile una cultura favorevole alle vocazioni sacerdotali e della vita consacrata ma anche alla famiglia e all’amicizia nel segno della fede, condividendo inoltre momenti di sincera vicinanza e familiarità con chi ha intrapreso il cammino del discernimento verso il ministero del presbiterato.

Vista la numerosa e appassionata presenza di partecipanti il bilancio di questi eventi di promozione di cultura della fede e della vocazione è ampiamente positivo e rafforzano nel Club di Arezzo la spinta al proprio servizio anche per i prossimi impegni sociali.

Chi volesse avvicinarsi alla vita del Club o semplicemente informarsi, può contattare il Club scrivendo una email al: serraclubarezzo@gmail.com.

Club di Pisa. Serra Day

Il club serrano di Pisa ha scelto di trascorrere il Serra Day tra le bellezze paesaggistiche nella zona della Valleriana – Comune di Pescia (PT).

La giornata è iniziata con la S. Messa nella parrocchia di San Quirico seguita dalla visita al cosiddetto “Orto del Prete” da cui è possibile ammirare la vista panoramica delle “undici Castella” componenti la suddetta valle. Abbiamo pranzato in un ristorante tipico della zona.

La giornata si è conclusa con la visita alla splendida chiesa di Pontito, il paesello più alto della valle. Il tutto confortato da una bella giornata di sole.

Siamo stati allietati ed onorati dalla presenza della nostra governatrice Elena Baroncelli e dal vescovo di Pescia mons. Roberto Filippini ex rettore del seminario pisano.

Club di Reggio Calabria. Premiati i vincitori del Concorso Scolastico.

Il tema del Concorso voluto dal Club Serra International Italia con i quali gli alunni delle scuole reggine di ogni ordine e grado si son dovuti confrontare racchiude due parole chiave per noi Cattolici: l’amore e il perdono. Sulla traccia che recita “ In un mondo che ha bisogno di amore, non si può vivere senza perdono”, i ragazzi si sono commisurati con se stessi e la società piena di contraddizioni in cui oggi vivono, esprimendo il loro punto di vista attraverso la poesia, la prosa, disegni e videoclip secondo la sensibilità e l’età di ognuno di loro.

La cerimonia si è svolta giovedì 27 aprile nella Aula Magna del Seminario Arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria . Un appuntamento organizzato dal Club Serra di Reggio Calabria e che si rinnova da 18 anni grazie all’impegno dei soci serrani, il diacono e già Preside prof. Santo Caserta e la prof.ssa Gabriella Gangemi. Presenti il Rettore del Seminario, i seminaristi, i Dirigenti Scolastici, gli insegnanti, i genitori, i parenti e i compagni di classe dei premiati. Il presidente Oreste Arconte ha ringraziato le Scuole, i Dirigenti Scolastici e gli insegnanti che hanno aderito all’invito del Serra Club reggino e particolarmente gli alunni per l’impegno e serietà con la quale hanno affrontato ed approfondito il difficile e complesso tema. Nel corso della premiazione i ragazzi hanno presentato i loro lavori spiegando il contenuto. Simone ha realizzato il suo videoclip ispirandosi alla preghiera del Padre Nostro: “Rimetti i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Alessandro ha scisso la parola “Perdono” in “Per Dono”, spiegando che il perdono è un dono che viene direttamente dalla Misericordia di Dio. Il Rettore don Nino Pangallo si è molto compiaciuto ed ha dichiarato che questi appuntamenti sono importanti perché mettono in contatto il mondo esterno con il Seminario che non è solo un bel edificio per chi ci passa davanti, ma un luogo di formazione, vivo. Dentro questo edificio, aperto negli anni ‘30 del secolo scorso, ha proseguito in Rettore, ci sono 21 ragazzi più 3 del propedeutico che hanno fatto una scelta di vita coraggiosa rispondendo ad una precisa chiamata, alla Chiamata di diventare Ministri di Dio, sacerdoti della chiesa Cattolica reggina. La Cerimonia è stata condotta dalla prof.ssa Gabriella Gangemi e membro della giuria e si è conclusa presentando ai convenuti i cinque seminaristi che il 24 giugno in cattedrale saranno consacrati presbiteri da mons. Fortunato Morrone, l’arcivescovo di Reggio Bova.

I Premiati:

Scuola Primaria “Telesio . Ciraolo” di Reggio Calabria

Premiato: Alunno Francesca Scappatura, Classe V/A – Per disegno

Dirigente Scolastico: Marisa Maisano.

Scuola Primaria “Melia” – Scilla (RC)

Premiato: Alunno Antonio Cosoleto, Classe IV/A Per elaborato

Scuola Secondaria di Primo Grado “Minasi”

Alunno Vincenzo Gaietti, classe III/A Per elaborato

Alunno Simone Torricone, classe II/A per videoclip

Dirigente Scolastico: Daniela Panzera

Scuola Primaria di Primo Grado “Telesio – Criaolo” (RC)

Alunna Emili Michelle, classe V/B Per elaborato

Dirigente Scolastico: Marisa Maisano

Scuola Secondaria di Primo Grado “C. Alvaro – Giudice Scopelliti” (RC)

Alunni Mattia Lia, Federica Maria Malavenda, Giudo Polimeni, Carol Ventura, Classe III/D. per la poesia “Il perdono”

Dirigente Scolastico: Adriana Labate

Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, (RC)

Alunna/o Emanuela Foti , Classe II/D – poesia “Il perdono”

Giuseppe Festa, Classe II/D – poesia “Cerco la pace”

Dirigente: Marisa Monterosso

Istituto Tecnico Economico “Raffaele Piria” (RC)

Alunno Matteo Iero, IV/SIB – Per elaborato

Dirigente: Anna Rita Galletta – Rappresentata dalla prof.ssa Graziella Condello

 

Il Presidente

Oreste Arconte

Club di Ferrara. Produzione e sostenibilità: ecco, si può fare

Tre realtà economiche della provincia di Ferrara hanno portato, nella sala convegni del Seminario arcivescovile, un’interessante e utile testimonianza di come possano coesistere produzione e profitto da un lato e sostenibilità dall’altro.

L’iniziativa era organizzata da Serra club e Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti). Il confronto ha visto protagonisti la Cerutti di Burana, un’azienda agricola votata al biologico, l’Ursa, importante impresa industriale di Pontispagna sempre nel Bondenese, e per il comparto servizi la Cooperativa “Il Germoglio”. Stefano Cerutti, titolare insieme alla sorella Maria, ha affermato che nonostante le mille difficoltà burocratiche e i modesti contributi pubblici è possibile creare profitto da un’entità agricola di medie dimensioni che abbia scelto il bio come mission e la sostenibilità come processo accanto a nuove modalità di commercializzazione dei prodotti (i mercati locali e i gruppi di acquisto solidale): uova, grani, farinacei, riso, prodotti da forno, oltre a prodotti caseari dell’azienda zootecnica (ubicata nel Modenese) di proprietà della moglie Elisa.

Pasquale D’Andria e Piero Trezza, rispettivamente direttore tecnico e marketing e direttore commerciale di “Ursa”, si sono soffermati sulla tipologia di produzione dell’azienda (isolanti termici e acustici secondo un’ottica di edilizia sostenibile) e sulle modalità, anch’esse legate al rispetto ambientale. Anche il settore servizi punta sulla sostenibilità. Ne è un esempio la Cooperativa sociale “Il Germoglio” che, come ha rilevato il direttore Biagio Missanelli, da sempre ha

improntato su questi binari la sua multiforme attività che consta anche di un settore specifico; gestisce infatti la raccolta di rifiuti di apparecchiature elettroniche, di cartucce e toner e recupera anche elettrodomestici e biciclette.

Nell’intervento di chiusura don Francesco Viali direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato ha sottolineato come molte imprese si stiano concretamente orientando alla difesa dell’ambiente mettendo al centro la persona e la relazione autentica. Inevitabile il riferimento alle due encicliche di papa Francesco, la “Laudato sì” e la “Fratelli tutti” dedicate a questi temi e dunque al Bene comune.

Hanno coordinato l’evento Antonio Frascerra e Alberto Lazzarini presidenti, rispettivamente, di Ucid e di Serra club.

Serra Club di Roma – Visita al Seminario Diocesano Redemptoris Mater

La visita al Seminario missionario diocesano “Redemptoris Mater”, svoltasi il 27 aprile 2023, ha donato a noi Serrani momenti di grande appagamento cultuale e religioso: il maestoso edificio, circondato da un grande parco, i cortili, ricchi di palme, magnolie e fiori stagionali e gli interni spaziosi e ben arredati hanno incantato la nostra vista. Le pareti, decorate di quadri e affreschi su temi religiosi di Kiko ci hanno estasiato per l’uso sapiente di un’iconografia appropriata, ben illustrata dal Rettore, Don Francesco Donega, che amministra con grande cura e sollecitudine circa sessanta seminaristi provenienti da tutto il mondo. Conoscere la storia dell’Istituto con le sue benemerite finalità, assistere alla Santa Messa, presieduta dal Rettore stesso e da Mons. Vittorio Formenti, sono stati momenti di intensa e gioiosa spiritualità. La musica e il canto dei seminaristi ci ha sorpreso e commosso. Siamo stati accolti magnificamente con dolci, the e caffè e poi con una buona cena assieme ai seminaristi che alla fine hanno suonato e cantato una bellissima canzone messicana ed il coinvolgente e famoso “Volare” di Domenico Modugno. Dopo il commiato ed il ringraziamento per l’ospitalità, ci è stato donato un libro che illustra la storia del Seminario.

Il Presidente del Serra Club di Roma Dott. Roberto Razzano

Il mistero della Sindone al Serra club di Taranto

Davanti alla Sindone l’esperienza del Mistero è sempre nuova e irripetibile.

 

 

Trovarsi di fronte alla Sacra Sindone è un’emozione che non si dimentica. In quel telo bianco, dove ciò che vedi non è quello che cerchi ma solo macchie brune di bruciature antiche, si nasconde il mistero più grande che l’uomo abbia mai compreso: la Resurrezione. A stento, aguzzando gli occhi, man mano sulla tela scorgi le macchie del sangue, più vicine e copiose sul cranio, più rade altrove.

Eppure chi dal 1353 onorò quel lino come un sacramentale, sentiva nel profondo la presenza del Mistero. Non c’erano allora i sofisticati strumenti moderni che con l’esame del carbonio 14 hanno individuato l’epoca del lino intorno al XII secolo, non c’erano i microscopi, né gli esami del sangue che hanno identificato nel gruppo AB quello del corpo che ha lasciato quelle stille. Pure la Sindone sin da subito fu oggetto di pietà e di contraddizione.

La sua storia, sia quella documentata che parte dal 1353 sia quella supposta, passa da vicende alterne, come scomuniche, incendi e furti, fino a farla giungere dove è oggi conservata, al Duomo di Torino. Nella sua ultima ostensione, avvenuta nel 2015, due milioni di fedeli si sono radunati per pregare sotto il sudario simbolo del calvario di Gesù.

L’immagine impressa sul telo, venuta pienamente alla luce attraverso la fotografia scattata da Secondo Pia nel 1898, è davvero l’Uomo dei Dolori o è un falso? E’ un enigma scientifico o un documento storico da indagare fino in fondo?

Di questa storia avvincente come un romanzo ci ha parlato con accenti appassionati il dott. Girolamo Spagnoletti, oncologo e radioterapista degli Ospedali Riuniti di Foggia, specializzato in studi sindonici, sabato 22 aprile in un incontro organizzato insieme alla presidente Cristina Scapati, dal diacono Mino Gentile socio carissimo del nostro Serra Club.  L’introduzione è stata affidata a don Giuseppe Ruppi che ha ben spiegato come fede e ragione sono due aspetti imprescindibili della storia della Sindone.

Il dott. Spagnoletti, con rigore scientifico ha indicato i molteplici interrogativi posti sulla Sindone, ne ha individuato gli elementi più evidenti e le contraddizioni che ancora si pongono ad una effettiva valutazione di questo incredibile reperto. Un lenzuolo lungo 4,41 metri e largo 1,12, della stregua di quelli che venivano utilizzati dai giudei per la sepoltura negli anni in cui visse il Cristo. Segno di pietà popolare per secoli scopre parte del suo mistero attraverso il negativo che l’avvocato Secondo Pia fotografò nel 1898. La Sindone si trovava proprio a Torino, in quanto proprietà del re. Nessuno sapeva allora che sul lenzuolo vi era un’immagine invertita, poiché questa caratteristica non era percepibile a occhio nudo. Era un volto tumefatto con i segni di colatura di sangue provocate da spine profonde. Era il volto del  Cristo?

Tante le diverse ipotesi per spiegare la formazione dell’immagine impressa sulla Sindone di Torino. Alcune presumono meccanismi naturali (o anche soprannaturali) che avrebbero impresso l’immagine sulla Sindone mentre essa era distesa sopra e sotto un cadavere; altre, procedimenti artificiali con i quali un artista avrebbe creato l’immagine. Nessuna ipotesi è decisiva. E allora?

Una scommessa per i tempi moderni, per un tempo che crede solo se vede e tocca con metodi scientifici. Si presenta oggi come duemila anni fa l’incredulità di Tommaso. Allora lasciamoci guidare dal cuore. Inginocchiati davanti a quel lenzuolo l’immagine del Cristo sofferente si illumina della luce della Resurrezione. Al silenzio del Sabato Santo segue l’esplosione della Vita, quella esplosione che potrebbe aver lasciato quei segni straordinari.

Giovanni Paolo II che nel 1998 visitò la Sindone a Torino chiamò la Sindone «un’icona della sofferenza dell’innocente in ogni era». Ma è anche l’immagine di un corpo che si dissolve nell’eternità senza subire la decomposizione della morte.

Davanti alla Sindone l’esperienza del Mistero è sempre nuova e irripetibile.

Maria Silvestrini

 

 

ACQUI TERME L’INCONTRO DEL SERRA CLUB E IL CONCORSO SCOLASTICO

ACQUI TERME. Molta la partecipazione venerdì 14 aprile in occasione dell’incontro organizzato dal Serra club nel salone mons. Pietro Principe per la conferenza del prof. Vittorio Rapetti su “DALLA RESISTENZA ALLA LIBERAZIONE, Il contributo dei Cristiani in Italia e nella Diocesi” e per la comunicazioni sull’esito del Concorso scolastico organizzato dal Serra Club per gli alunni delle scuole Primarie della Diocesi. E’ stato il presidente del Serra Club Marco Pestarino ad aprire il lavori con il suo intervento. “Benvenuti a tutti voi amici e ospiti. Saluto il nostro vescovo Luigi Testore, il dott. Alessandro Pietrasanta direttore della filiale di Acqui della Banca d’Asti, il cui contributo economico ha contribuito al successo del nostro Concorso scolastico, don Giovanni Falchero, direttore della Caritas Diocesana, il senatore Adriano Icardi, i rappresentanti dell’Associazione Mons. Giovanni Galliano con il loro presidente Salvatore Caorsi, il sindaco di Spigno Monferrato Antonio Visconti. Un benvenuto particolare rivolgo agli Insegnati di Religione Cattolica e agli altri Insegnanti presenti con un ringraziamento particolare al vicario diocesano mons. Paolo Parodi e alla socia del Serra Club Monica Cavino che hanno coinvolto studenti, insegnanti, scuole e catechisti e parrocchie nella partecipazione al concorso scolastico. Già nel 2007, il periodo della Resistenza fino alla Liberazione è stato oggetto di interesse da parte del Serra Club di Acqui, quando monsignor Giovanni Galliano, forse per la prima volta, ha raccontato alcune vicende personali, che in quel periodo lo avevano coinvolto in prima persona, e quelle di altri sacerdoti della diocesi di Acqui. In questo incontro-conferenza il relatore, lo storico Prof. Vittorio Rapetti ci aiuterà a conoscere la posizione dei cristiani, laici e sacerdoti, in quel momento difficile della storia dell’Italia e il loro contributo alla Resistenza e alla Liberazione sia in Italia che nella Diocesi. L’obiettivo non è quello di giudicare, ma di comprendere attraverso un’analisi storica. Contrastanti erano gli orientamenti politici e differenziati i ceti sociali, ma, seppure in percentuali diverse, in tutti si poteva contare la presenza di cattolici che hanno vissuto difficoltà, dubbi, contrasti anche scontri.

L’augurio è che, attraverso l’approfondimento di queste esperienze, noi cattolici sappiamo cogliere indicazioni utili ad orientare i nostri comportamenti a fronte dei tanti conflitti presenti oggi nel mondo globalizzato. Un cristiano non può essere un semplice spettatore, ma deve essere protagonista nella tutela di ogni vita umana e nella tutela della libertà, anche della libertà della scelta religiosa”. Alle parole del presidente Pestarino hanno fatto seguito quelle del vescovo Luigi Testore che ha brevemente messo in evidenza il ruolo silenzioso, ma attento con il quale fin dagli anni ’20 le varie Diocesi e lo stesso Vaticano. “Allora non esisteva ancora la Conferenza Episcopale Italiana e le varie Diocesi avevano operato, anche grazie all’impegno di tanti giovani che si stavano formando nell’Azione Cattolica a preparare le “coscienze” in vista di quello che dopo l’otto settembre del 1943 sarebbe successo nel nostro paese. Se tanti giovani cattolici hanno sentito il dovere morale di impegnarsi in prima persona, seppure in modi diversi, nei lunghi mesi della Resistenza lo si deve anche a questo impegno”. “Non per rivendicare spazi e meriti, bensì per riconoscere e onorare la memoria di quanti – con rischio e sacrificio personale – hanno contribuito alla liberazione attraverso la partecipazione alla resistenza. E tra questi vi furono molti cattolici, laici, preti e religiosi, di diversa età e condizione. Una memoria di forte attualità perché da quella lotta è scaturita l’Italia democratica, grazie all’incontro e alla collaborazione di diverse idee e persone. Un risultato a cui i cattolici italiani hanno offerto un contributo di grande rilievo”. Questo il senso complessivo dell’intervento svolto dal prof. Vittorio Rapetti, studioso di storia e componente dell’Azione Cattolica. Il relatore ha sottolineato come occorre combinare le memorie dei protagonisti con la ricerca storiografica, in modo offrire un quadro corretto delle vicende complesse che agitarono i 18 terribili mesi tra l’otto settembre 1943 e il 25 aprile del 1945. Per questo occorre inquadrare la Resistenza in più ampio contesto storico, anzitutto quello che riguarda il lungo e contrastato percorso di partecipazione civile e politico dei cattolici italiani dal Risorgimento al primo dopoguerra con l’esperienza dell’associazionismo sociale ed educativo e con la vicenda del partito Popolare. La Resistenza va puoi collocata nel lungo periodo che va dalla conquista del potere da parte del fascismo alla seconda guerra mondiale,
la costruzione della dittatura e il progetto di uno stato totalitario provarono reazioni contrastanti in campo cattolico, nonostante fossero evidenti nel fascismo i tratti violenti- antidemocratici, razzisti e orientati alla guerra. Ma proprio grazie all’associazionismo religioso ( unico a non essere stato soppresso del fascismo) fu possibile una formazione spirituale e la maturazione di un anti fascismo che per molti cattolici fu prima morale per poi diventare anche politico e militare. Da qui la partecipazione di molti giovani, provenienti dall’Azione cattolica e di tanti preti, religiosi e religiose che, in diverse forme di sostegno, aiuto, protezione, diedero, il loro apporto alla Resistenza: in Italia, in Piemonte e nella Diocesi di Acqui. Sono state ricordate alcune figure ed episodi, tra i molti che hanno riguardato anche il nostro territorio nel periodo resistenziale. Quindi in relatore ha sottolineato l’importanza della Resistenza e del contributo dei cattolici per la costruzione del “dopo”, a cominciare dall’opera di “disarmo dei cuori” e di superamento della violenza, che aveva segnato profondamente la vita delle persone, allo sviluppo dell’associazionismo politico e sindacale ed al lavoro di elaborazione della nostra Costituzione. Questa è frutto di diverse culture politiche che seppero trovare un equilibrio e con lungimiranza delineare i principi fondamentali della convivenza civile tra gli italiani e nei rapporti con gli altri popoli. Il prof. Rapetti ha quindi sottolineato come nel decennio successivo si sia però registrato un progressivo oblio della Resistenza, specie in campo cattolico, con il rischio di identificare la lotta di liberazione con una sola parte politica, sminuendo così il valore di una lotta di popolo, che va oltre le singole appartenenze. Un rischio che ha finito per alimentare la messa in discussione dell’antifascismo. Le divisioni nazionalistiche e razziste stanno purtroppo tornando di attualità e anche i cattolici devono comprendere come queste divisioni siano in aperto contrasto sia con il messaggio cristiano sia con la nostra Costituzione.
La relazione del prof. Vittorio Rapetti è stata seguita con la massima attenzione dai partecipanti. Al termine della relazione vi sono stati anche gli interventi del prof. Flavio Ambrosetti, prof. Salvatore Caorsi e Domenico Pastorino.
E toccato quindi a Gian Carlo Callegaro comunicare l’esito del Concorso scolastico che aveva come tema “In un Mondo che ha bisogno di Amore, non si può vivere senza il perdono”. Anche Callegaro ha rivolto un doveroso ringraziamento alla Banca di ASTI per il cospicuo contributo di sponsorizzazione al Concorso, che ha permesso l’elargizione di altri premi. “Ringraziamo il ns. cappellano mons. Luigi Testore ed il vice don Domenico Pisano per gli stimoli e l’assistenza, il vicario mons. Paolo Parodi e Monica Cavino che ha promosso il concorso presso gli insegnanti di religione della Diocesi. Grazie anche al presidente Marco Pestarino ed ai soci che hanno contribuito a vario titolo alla realizzazione del concorso. La Commissione giudicatrice, composta da Giancarlo Callegaro ( presidente), Lucia Barbarino ( segretaria), Oldrado Poggio, Luigina Tardito, Gioconda Forgetti riunita in Acqui il 17 febbraio 2023 ha esaminato i numerosi lavori ricevuti. Il lavoro della Commissione è stato molto arduo nel classificare gli elaborati, perché tutti, in forma grafica e/o informatica, sono risultati meritevoli di attenzione e considerazione per il notevole impegno profuso dai ragazzi e dagli insegnanti verso i quali la Commissione si complimenta. In considerazione di ciò, oltre ai premi già previsti ed al Premio speciale mons. Maritano (fondatore del Club), si sono aggiunti altri premi Speciali. Oltre a quelli dedicati a mons. Giovanni Galliano e al canonico Tommaso Ferrari, altri hanno una motivazione a vario titolo particolare, religiosa, creativa, informatica, grafica , innovativa ,originale.
1° PREMIO (300 Euro)
-Gruppo Ministranti Unità Pastorale San Guido- Acqui Terme (AL)
2° PREMIO ( 200 Euro)
Classe 4^ -Scuola Primaria Damilano Istituto Comprensivo Pertini Ovada – docente Anna Maria Nervo.
3° PREMIO (100 Euro) – Classe 2^ D – Scuola Primaria “U Bosca”- Canelli – docente Zappa Manuela
PREMI SPECIALI TUTTI DI 100 EURO
1) Premio Speciale mons. Livio MARITANO (fondatore del nostro
Club) : SCUOLA PRIMARIA PARITARIA TO BE TOGETHER ACQUI TERME –
CLASSE 4- ins. Morbelli Andrea.
2)Premio Speciale Canonico Ferrari (primo socio onorario del nostro
Club) classe 1^/2^ Scuola Primaria De AMICIS – BERGAMASCO doc. Simona Terzolo e Monica Menegazzi.
3) Premio Speciale mons. Giovanni Galliano (per la concreta
vicinanza sempre manifestata al nostro Club) – Classi 1^ e 2^
Scuola Primaria di VESIME- docente Traversa Donatella
4) Premio Speciale (per la sua originalità) – Scuola Primaria di
MOLARE Classe 1^ : docente Monica Cavino
5)Premio Speciale (per il suo contenuto religioso e culturale) Classe 4^ Scuola Primaria DE AMICIS – BERGAMASCO docente Terzolo Si-mona e Monica Menegazzi
6) Premio Speciale (per la creatività): Tutte le classi Scuola San G.
BOSCO ROCCA GRIMALDA docente Chiara Gaggero
7) Premio Speciale (INFORMATICO) :Classi 5D 5E Scuola Primaria BOSCA
CANELLI – docente . Angela Coccimilio 349 4941847 CD
8) Premio Speciale ( per gruppi catechistici): Gruppo catechistico Parrocchia di ROSSIGLIONE INFERIORE classe 3^ catechista Elisabetta Leoncini
9)Premio speciale (per gruppi catechistici) : GRUPPO CATECHISMO PAR-ROCCHIA N. SIGNORA ASSUNTA OVADA classe 3^ – docente . Ivana Nervi
PREMIO DI PARTECIPAZIONE DI 50 EURO
1) Scuola Primaria S. Giovanni Bosco – Roccagrimalda
2) Scuola Primaria U. Bosca – Canelli
3) Scuola Primaria G.B.Giuliani – Canelli
4) Gruppo catechistico parrocchia N. Signora Assunta – Ovada
5) Scuola Primaria Molare
6) Scuola Primaria – Tagliolo Monferrato
7) Scuola Primaria -Cassinelle
8) Scuola Primaria Edmondo de Amicis – Bergamasco
9) Scuola Primaria Monevi – Visone
10) Scuola Primaria L .Da Vinci – Morsasco
11) Scuola Primaria paritaria To Be Together – Acqui Terme
12) Scuola Primaria Damilano – Ovada
13) Comunità pastorale San Guido – Acqui Terme
14) Gruppo catechistico classe 3^ -Rossiglione
15) Scuola Primaria – Vesime

Prima della chiusura il Vescovo Luigi Testore e il presidente Marco Pestarino hanno consegnato il distintivo di ingresso nel Serra al nuovo socio Emanuele Guido Valentini. (OP)

Incontro di Pasqua per il Serra Club di Asti

Mercoledì 5 aprile, a Villanova, paese poco distante da Asti, sede in cui l’assistente don Carlo Rampone, è parroco, i Serrani astigiani si sono incontrati per riflettere insieme sulla Pasqua e prepararsi alla luce della Parola. Guidati da don Carlo, prima con la messa e poi con una meditazione insieme, in casa parrocchiale, i Serrani hanno approfondito il tema dell’umiltà relativo al rito della lavanda dei piedi, quindi la tematica della famiglia, come Maria ai piedi della Croce. Tutti hanno partecipato alla riflessione con contributi propri derivati dall’esperienza di chi è avvezzo ad un cammino di fede. Riempie il cuore e la mente potersi confrontare su tematiche di senso, di fede, di spiritualità: la preparazione verso la Pasqua non poteva avere un cammino migliore. Si è anche ragionato sui prossimi impegni del Serra e sulla necessità di continuare il cammino spirituale. A seguire una lieta conviviale in paese e lo scambio di auguri.

Mariarosa Poggio

Serra Club di ROMA e Comitato Papa Pacelli – Santa Messa per ricordare due grandi Papi: Pio XII e Benedetto XVI.

Come di consueto, il Serra Club di Roma si è unito al Comitato Papa Pacelli, presso la splendida Chiesa di San Salvatore in Lauro, ma questa volta nel ricordo di due grandi Papi durante la Santa Messa solenne celebrata da Sua Em. il Cardinale Dominique Mamberti con Sua Ecc. Mons. Pozzo, Mons. Kasteel, il Padre Postulatore della Compagnia di Gesù, Mons. Vittorio Formenti e diversi sacerdoti, con una grandissima partecipazione di fedeli che hanno testimoniato la loro devota  ammirazione per il Venerabile Pio XII e per Sua Santità Benedetto XVI.Roberto RazzanoPresidente del Serra Club di Roma