La conviviale che ha riunito i serrani di Roma il 23 gennaio è stata dedicata all’ascolto di un argomento di grandissimo interesse, affidato a uno scrittore molto noto in campo religioso, il dott. Fabio Bolzetta, autore di un libro di successo, edizioni Paoline, dal titolo: “Miracoli a Lourdes”.
Fabio Bolzetta nasce a Como nel 1979. Laureato con lode in Scienza della Comunicazione, si trasferisce a Roma dove inizia la sua attività giornalistica professionista. Nel 2000 collabora con l’Ufficio Stampa del Comitato organizzativo della Giornata Mondiale della Gioventù ed entra nel 2001 come stagista presso SAT2000. Nel 2005 inizia l’attività di conduttore del TG Lazio e del TG2000. Dal 2011 è il Segretario dell’Unione della Stampa Cattolica del Lazio. Approda, quindi, a TV2000 dal 1 luglio 2011 e segue le dirette in Piazza San Pietro in occasione di particolari celebrazioni. Dal 2014 al 2016 segue ogni giorno in diretta, dal lunedì al venerdì, in TV2000 il programma “Bel tempo si spera”. Dal 2019 è il Presidente dell’Associazione Web Cattolici Italiani.
Il libro nasce dagli incontri personali del relatore con alcuni miracolati italiani di Lourdes, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dal Piemonte alla Lombardia. Cinque i casi raccolti sugli otto miracolati italiani di tutta la storia di Lourdes e sono loro a raccontarsi in prima persona. Ogni testimonianza è accompagnata dalle documentazioni originali di referti e di ricoveri ospedalieri, custodite dalle Commissioni collegiali mediche e canoniche presso gli archivi diocesani e presso il Bureau des Constatations Médicales di Lourdes. Le stesse guarigioni, dichiarate inspiegabili, sono esaminate durante un lungo processo di analisi effettuato prima dai medici e dagli operatori sanitari, anche non credenti, iscritti al Bureau del Constatations Médicales, e quindi dai componenti del Comité Médical International, costituito da circa trenta medici di ogni nazionalità, specialisti nei vari campi della medicina.
A questi miracoli italiani, l’autore aggiunge l’intervista realizzata a Parigi a suor Bernadette Moriau, ora ottantenne, settantesimo e ultimo miracolo di Lourdes annunciato l’11 febbraio 2018, condannata a vivere su una sedia a rotelle a seguito di una grave malattia invalidante, la cosiddetta “sindrome della cauda equina”, conseguente a una lesione delle radici dei nervi spinali.
Il libro è stato recensito, tra gli altri, dal Vatican News, TG2 e il Fatto Quotidiano, che lo ha definito “una inchiesta seria, rigorosa e ben documentata”. Avvenire, inoltre, lo ha classificato, a febbraio 2019, come “il libro più venduto nelle librerie religiose di tutta Italia”.
Tutto iniziò centosessantadue anni fa, l’11 febbraio 1858, con la prima apparizione della “Signora vestita di bianco” a Bernadette Soubirous. Da quell’anno le dichiarazioni di guarigione sono arrivate a settemila e quattrocento, ma soltanto settanta sono i miracoli riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa.
Lourdes è un posto che trasmette serenità, nonostante ci sia tanta sofferenza, e chi sta bene è colpito dalla sofferenza altrui, tornando purificato da questo viaggio. “Un viaggio, afferma Bolzetta, di tante vite cambiate per sempre, percorso sui lunghi binari, ma rigorosamente separati, di scienza e fede. La loro destinazione finale, Lourdes, che si trasforma improvvisamente nella tappa di una nuova esistenza”.
Meritoria e lodevole l’attività svolta dai volontari di Lourdes, verso i quali il relatore esprime ammirazione: “Come hanno raccontato queste pagine in prima persona, molte delle persone miracolate se qualcuno non le avesse accompagnate a Lourdes non avrebbero mai potuto raggiungere la grotta”. Una forma di carità e la gioia di sapersi donare agli altri nel condividere la sofferenza che è qualcosa di raro e prezioso, ma non così raro quando si tratta di Lourdes: “Io non so se non ci fossero state persone e organizzazioni che con la loro generosità hanno accompagnato questi ammalati in fin di vita, se saremmo qui a parlare delle loro storie come miracoli”.
Un grazie dell’autore, inoltre, a tutti gli ammalati, che sono i veri protagonisti di questo cammino di fede, perché ha imparato molto da ciascuno di loro: qui si scopre che si può soffrire e non essere soli, temere l’emarginazione e incontrare chi ti dona coraggio, avere paura e sentire un forte senso di pace.
Un grazie, infine, a chi non crede e ha scelto di immergersi nella lettura del libro perché significa che forse si è alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. “Vi auguro, è la conclusione, magari proprio a Lourdes, di realizzare quell’incontro che molti definiscono un dono. Basta partire. Il resto accadrà. Per tornare, una volta a casa, con la carezza di una mamma che non si stanca di chinarsi su ciascuno di noi. Eccomi, in queste righe, a confidarvi che cosa trovo sempre qui a Lourdes, illuminato ai piedi della Croce di Maria”.
Perché Lourdes è questo: incontri, condivisione, amicizia, emozioni, e il mondo di Lourdes è nello sguardo che diventa luce, nel sorriso che diventa luce, una luce che non si spegne e vive nell’anima, nel cuore, nella mente.
Entrando più a fondo sul tema, il relatore si è soffermato su due casi di miracolati coi quali ha avuto diretto contatto: Delizia Cirolli e suor Luigina Traverso.
All’età di dodici anni, nel 1976, la vita di Delizia Cirolli aveva preso una svolta drammatica: un osteosarcoma, tumore irreversibile alla tibia destra, noto come sarcoma di Erving, la costringe a letto, le impedisce di camminare e non lascia speranze. Per allungarle di qualche mese la vita si doveva procedere all’amputazione della gamba, ma i genitori si oppongono decisamente. Recatasi in pellegrinaggio a Lourdes ne tornerà sfinita e senza un vero cambiamento. Poi, improvvisamente, in un giorno di dicembre le viene improvvisamente la voglia di alzarsi e, infatti, Delizia si alza e va in cucina dalla madre dicendole che ha voglia di uscire. Emozionate e incredule, escono insieme con Delizia che non ha bisogno di alcun aiuto e cammina da sola. Sottoposta a controlli medici, del tumore non c’era più traccia.
Luigina Traverso è, invece, una religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma all’inizio degli anni sessanta la sua vita prende una piega inaspettata. La diagnosi è infausta: una lombosciatica paralizzante in pregresso meningocele, ossia una paralisi senza possibilità di guarigione. Partita in treno il 19 luglio 1965, coricata in barella, giunge a Lourdes il giorno dopo. Il 23 luglio, a tre giorni dal suo arrivo, prende parte alla processione eucaristica e nel momento in cui il Santissimo le passa davanti ecco l’inspiegabile: dapprima una sensazione mai avvertita prima, poi caldo e freddo contemporaneamente e, infine, il piede paralizzato che riesce a muovere. Al rientro in albergo suor Luigina si muove e cammina in modo completamente autonomo. Anche in questo caso i controlli medici non trovano traccia della grave malattia.
Testimonianze forti che scuotono l’animo, che ci fanno meditare in profondità, che ci convincono a credere nel potere divino, nella certezza che non siamo mai soli perché Dio è sempre accanto a noi in ogni istante del nostro vivere quotidiano.
Non c’è dubbio che Lourdes favorisce l’incontro con il mistero, quello dell’uomo di mettersi in comunicazione con il divino, di entrare in contatto con il soprannaturale. E la relazione del dott. Bolzetta è stata una finestra che si è aperta su storie di chi inaspettatamente ha visto accadere nella propria vita qualcosa di sperato forse, ma assolutamente inatteso: un miracolo! Un incontro con l’inspiegabile e la storia vera di chi continua a vivere di fede e con fede la vita di ogni giorno. Quel mistero che scuote e ci interroga sulla nostra relazione con Dio.
Certamente i miracolati si saranno chiesti: perché proprio a me! Una domanda destinata a rimanere senza risposta, afferma Fabio Bolzetta. Come riflessione personale, possiamo soltanto dire che ogni atto di Dio è funzionale al progetto salvifico che Egli ha per ciascuno di noi.
Cosimo Lasorsa